Nuovo accordo sulla legge elettorale. Renzi fa capire che è l'ultimo ma io ho forti dubbi che sia così.
Partiamo dai cambiamenti :
- soglia al premio di maggioranza, che passa dal 35% al 37% , con il bonus che resta fissato al 18. Sempre bassina (la soglia) e di conseguenza alto il premio. Discorso vecchio. Siccome sia il PD che il PDL sanno che, con ogni probabilità, di questi tempi, con Grillo di mezzo, non c'è aria di arrivare almeno al 40%, ecco che cercano di stare sotto a quell'altezza. E in questo Berlusconi è ancora più rigido di Renzino, che magari, fiducioso di spuntarla al ballottaggio, sarebbe anche disposto ad essere più generoso col principio di rappresentanza. Il Cavaliere, diciamolo francamente, se ne impippa che le regole del gioco siano giuste. Come gli altri e più degli altri fa di tutto perché il mazzo sia truccato quel che serve a lui. Poi magari sbaglia i suoi conti, come accadde col Porcellum (Vespa ha sempre sostenuto, sulla base di non ricordo quale ricalcolo, che nel 2006, primo anno col voto "suino", il centro destra col Mattarellum avrebbe vinto, e col porcellum invece perse, sia pure per poche decine di migliaia di voti (credo 30.000, giù di lì ), ma intanto quella è la sua stella guida.
- lo sbarramento per entrare in Parlamento scende per le singole formazioni della coalizione al 4,5%. Allo stato NESSUNO dei partiti esistenti, tranne PD FI e M5S entrerebbero in Parlamento, che al 6% di Alfano ci credo poco. Cmunque, sicuramente non entrerebbero SEL a sinistra, Fratelli d'Italia, a destra, e tutto il centrino di Monti, Casini e Mauro.
- nemmeno la Lega entrerebbe, che attualmente è sotto al 4%, ma per i leghisti sarebbe prevista una norma, a tutela dei partiti territoriali, per la quale chi superà in almeno tre regioni il 9%, poi in Parlamento entra anche se a livello nazionale è sotto al 4,5. Anche in altri paesi, Spagna sicuramente, ci sono norme particolari per queste particolarità territoriali (lì c'è una consolidata realtà autonomistica).
- nulla sulle preferenze. Come ho scritto altre volte, il tema delle preferenze non mi entusiasma perché da un lato, come principio, mi piacerebbe scegliere il mio deputato, però sono vere anche le contestazioni fatte (voto di clientela, o peggio mafioso) per cui su questo non farei una battaglia epocale. Resta però la pronuncia della Corte Costituzionale che boccia le liste bloccate. Quindi ci sarebbe un problema di "legalità e legittimità", spesso ricordato, ovviamente dove fa loro comodo, dai miei amici di sinistra. Come la mettiamo ?
Comunque, il problema sta, a mio vedere, in due delicati passaggi. Il primo è dato che questa legge è indigesta a forze che oggi sostengono il governo e che piuttosto di vederla approvare potrebbero decidere di far saltare Letta. L'altro, ben più delicato, è il voto segreto per approvare l'Italicum, e Renzino in Parlamento ha tanti nemici, specie in casa sua.
Ma vedrete che anche questo aggiustamento ne riceverà altri.
L'aggiornamento dello stato dell'arte viene da La Stampa
Legge elettorale, accordo tra Pd e Fi
Premio al 37%, sbarramento al 4,5%
E rispunta la norma «salva-Lega»
Intesa sulla riforma: chi conquista la soglia avrà il 55% dei seggi.
Resta il nodo candidature multiple in alcuni collegi. Con il 9% in 3
regioni si va in Aula.
Renzi: «Bene così, adesso avanti con le riforme del Senato, Province e titolo V»
Renzi: «Bene così, adesso avanti con le riforme del Senato, Province e titolo V»
|
NODO SBARRAMENTI
Scenderebbe dal 5 al 4,5%, la soglia di sbarramento per i partiti che si presentano in coalizione. Sarebbe questo - secondo quando viene riferito - uno dei punti dell’accordo tra Fi e Pd sulla riforma della legge elettorale. Dovrebbe essere poi stato fissato a 45 giorni il limite per la delega al governo per ridisegnare i collegi.
Il parlamento affiderà al governo la delega per definire i nuovi collegi elettorali. L’esecutivo però avrà solo 45 giorni di tempo per terminare il lavoro o la materia passerà al parlamento. Lo prevede, a quanto apprende l’Agi, l’intesa sulla riforma della legge elettorale raggiunta da Pd e Forza Italia.
RISPUNTA IL «SALVA-LEGA»
Tra i punti dell’accordo, anche la norma cosiddetta «salva-Lega», prevede la possibilità di rappresentanza parlamentare per quei partiti fortemente radicati nel territorio che non superano, però, la soglia di sbarramento di ingresso del 4,5%. Con il 9% in tre regioni si potrebbe entrare in Parlamento. Decisivi i nuovi contatti telefonici di questa mattina tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il segretario del Pd è alla sede del partito insieme a Guerini, Boschi, e Speranza. È giunto anche il ministro Franceschini. «L’accordo esce migliorato da quello presentato nella direzione ed è il migliore nelle condizioni date», così il capogruppo Pd in commissione Emanuele Fiano lasciando il vertice al partito, commenta l’intesa sulla legge elettorale aggiungendo che «non si chiude la porta ai partiti minori e si rappresentano le forze territoriali».
Nessun commento:
Posta un commento