lunedì 13 gennaio 2014

"JUVE CAMPIONE D'INVERNO" "JUVE NELLA STORIA". TUTTO VERO, MA ATTENTI AL LUPO...


Ha fatto bene Antonio Conte a sottolineare un record che entra a far parte della storia bianconera, con le 11 vittorie di seguito in campionato, serie mai realizzata prima dal club.
Non è il primo traguardo prestigioso di questa formazione, che detiene quello, eguagliabile ma non superabile, di squadra imbattuta per l'intero campionato a 20 squadre, realizzato l'anno del primo scudetto dell'era Conte. I giocatori per 7-8 undicesimi sono gli stessi, in attacco si è cambiato, migliorando.
Nel giorno della giusta celebrazione, ricordo che il traguardo finale è assai più prestigioso, ancorché relativo : il terzo scudetto consecutivo, cosa mai riuscita se non all'epoca della Juve pentacampeon, però negli anni '30. Sarebbe anche la conquista della terza stella ufficiale per tutti (nello stadium questa già brilla da due anni), sogno inesaudito del grande e compianto presidente Gianni Agnelli.
Oggi sono in tanti a dare praticamente per scontato l'obiettivo, vista la forza della squadra in Italia (all'estero non va esattamente nello stesso modo) e gli 8 punti di distacco sulla seconda.
Bene, sono contento che con un mastino come Conte è difficile che qualcuno si adagi su questi calcoli, che sarebbe esiziale.
Non sono scaramantici i motivi per cui bisogna tenere la guardia alta :
1) Il campionato con 3 punti a partita vede i pareggi equivalere a delle sconfitte. Gli 8 punti tra Juve e Roma non stanno infatti nel numero di partite efettivamente perse (una ciascuna alla fine del girone d'andata ) ma nei pareggi, specie con le "piccole", in cui è incorsa la squadra giallorossa e che invece la Juve ha evitato.
2) Roma e Napoli hanno un ritmo altissimo e non mollano. I lupi girano la boa con gli stessi punti con i quali la Juve ha stravinto lo scorso campionato e il Napoli è appena due lunghezze dietro. Insomma, se non fosse che i bianconeri stanno "a fà lo stravede" come si dice da queste parti, sia Roma che Napoli sarebbero capolista degnissime.
3) La Roma non avrà nel momento decisivo del campionato impegni europei. La rosa della Juve è piuttosto ampia, ma i titolari sono ben individuabili. Insomma, se c'è Cacares o Barzagli si vede (Ogbonna che fine ha fatto ??) , e le punte in panchina non mostrano di valere, come efficacia realizzativa quantomeno, i due nuovi. Inoltre la finale dell'Europa League si giocherà allo Stadium e questo farà sì che il trofeo europeo, per quanto minore rispetto alla Champions, non sarà snobbato a favore del campionato.
4) E' un periodo che in Italia - in Europa non è stato così, che altrimenti agli ottavi ci arrivavamo - ci dice anche bene. Partite come quella di ieri potevano rimanere ingarbugliate fino alla fine, e senza la sassata di Marchiso mal gestita dal portiere cagliaritano, magari anche noi, come Roma e Napoli, lasciavamo due punti contro i sardi.
Il calcio, lo si ripete sempre, è fatto molto anche da episodi. Per me non è casuale se alla fine questi girano più a favore di A anziché B, però resta che in un periodo in cui abbiamo veramente schiacciato il gas a tavoletta, Roma e Napoli sono state sì distanziate (la Roma anche ripresa e superata) ma non domate. Normale che sia così, dopo solo metà del percorso. Un po' meno se consideriamo che abbiamo fatto 52 punti, un ritmo che avrebbe dovuto spezzare le reni a chiunque. Invece le due rivali sono lì, non proprio in scia, ma ben visibili alle spalle.
5) Entrambi gli scontri diretti al ritorno saranno in trasferta, e il San Paolo e l'Olimpico, a bolgia, non sono inferiori allo Stadium. In più la partita coi giallorossi sarebbe a due giornate dalla fine. Meglio che non sia decisiva...
Insomma occhio a non rilassarsi. Meno male che quando hai a che fare con gente come Totti e Co. una grossa mano a non distrarti te la danno anche loro, con commenti e punzecchiature varie (gli aiutini, daremo loro filo da torcere fino all'ultimo...) che aiutano a tenere alta la tensione. Peggio quando gli avversari fanno finta di arrendersi. 
Il bel servizio sul dopopartita di  Conte a Cagliari è tratto da La Stampa.it



Juve, stavolta si ferma anche Conte:
“Ragazzi, siamo nella storia”

Complimenti a squadra e staff: “Serie di vittorie incredibile”

AFP
Antonio Conte, 44 anni, terza stagione sulla panchina della Juve:
ha vinto due scudetti e due Supercoppe italiane
 
Senza il rumore dei nemici, troppo lontani, c’è da ascoltare il silenzio della vittoria e gustarsi la gioia del record. Così a Cagliari, appena incollato il successo consecutivo numero undici, Antonio Conte entra nello spogliatoio e parla ai suoi ragazzi: «In questo calcio frenetico, che non lascia mai tempo per nulla, dobbiamo fermarci un attimo e goderci questa vittoria. E pensare che in tutta la storia della Juve nessuna squadra ha fatto quello che abbiamo fatto noi. Complimenti a tutti, dai giardinieri allo staff, abbiamo raggiunto un traguardo incredibile». Pausa: «Ora dobbiamo cercare di raggiungere l’obiettivo finale - continua l’allenatore della Juve - e non mollare, neanche di un millimetro, perché Roma e Napoli non lo faranno. Però questa è una pagina storica». Di un libro aperto: «Cerchiamo di allungare questa striscia, per far sì che chi verrà dopo di noi abbia difficoltà a raggiungerci». Anche se poi l’importante sarà non farsi riacchiappare in classifica: «E penso che tra un po’, senza Europa League, la Roma sarà avvantaggiata e per noi inizierà un tour de force incredibile».
Verranno altri giorni e altre battaglie, insomma, ma adesso c’è il tempo di sorridere, di guardarsi un po’ allo specchio, perché tanto sul prato ci vanno sempre gli Spietati. Come Claudio Marchisio, uno che non aveva ancora segnato, era alla seconda panchina filata, ed è stato decisivo: «Era ora - scriverà su Twitter il centrocampista - scusate il ritardo! Undicesima vittoria! Questa è Juve!». Pianta il gol da fuori e poi corre sotto la curva, la sua curva, battendosi il petto. Conte, da ex giocatore, capisce e spiega: «Claudio è un giocatore importantissimo e lo ringrazio, perché ha capito alcune scelte che l’hanno portato in panchina e stavolta era la seconda partita di fila. So cosa significa. Però si è allenato bene, comportandosi da campione e da juventino». E in partita si vede: «È entrato bene - spiega ancora il tecnico bianconero -, quando ha giocato al posto di Pirlo ha fatto cose importanti». Ci si può pure scherzare: «Ho avuto la fortuna di avere in panchina Claudio, alla prossima toccherà a qualcuno altro... - sorride Conte - Ma non è una minaccia».

Per Marchisio resta il momento singolare, delicato, visto che nelle rotazioni è stato di fatto superato da Pogba. Da professionista, bianconero di formazione, preferisce comunque rispondere sull’erba piuttosto che a parole e forse per questo evita di parlare, alla fine, come invece aveva fatto tante altre volte. Avrà fatto felice David Moyes, tecnico del Manchester United, che da tempo lo segue e ieri è spuntato in tribuna nel cantiere del Sant’Elia, con l’aria di chi pensa di aver sbagliato stadio: da Old Trafford ai ponteggi di Cellino, dev’essere un discreto shock. Zero parole: «Niente telecamere, per favore, sono in vacanza», sorride l’allenatore dei Red Devils. Come no. Battuta di Beppe Marotta, che lo conosce bene: «Sarà venuto per Astori o qualcuno dei nostri...». Una risposta ce l’ha anche Conte: «Magari è venuto in aggiornamento culturale, per vedere una squadra che gioca in modo diverso dal suo Manchester». E che al momento vince decisamente di più.

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