mercoledì 12 febbraio 2014

LETTA NON MOLLA. PALAZZO CHIGI TRASFORMA TUTTI IN LEONI (DELLA POLTRONA)

 
La resistenza che non ti aspetti. Ce lo facevate Enrichetto così tosto ? Io no, che a parte quando doveva dare il suo contributo di carne alla causa anti Cav (il suo momento di gloria fu quando da Vespa potè dire, nell'autunno 2011, che sarebbero bastate le dimissioni di Berlusconi per fare subito calare lo spread di 100 punti....e infatti...sempre chiesto se all'epoca, ci faceva o c'era), Letta era uno dei democrats moderati, sempre pacato, sorridente. Non a caso Napolitano preferì lui a Renzi quando si trattò di rottamare definitivamente Bersani dopo il flop delle elezioni 2013. Più affidabile, anche più  glamour in campo internazionale, che è alto, parla bene le lingue, non fa battute discutibili (che già un battutaro spesso a sproposito ce lo avevamo avuto). Anche uno più gestibile, diciamolo suvvia. Nemmeno Monti era così azzerbinato al Colle. Ora però, per far dare una calmata a Renzino che sparava a palle incatenate sull'esecutivo tutti i giorni dispari, ed evitare questa bislacca idea di far tornare al voto gli italiani per vedere se stavolta andava meglio (o, in caso contrario, che ci dovevamo rassegnare alla soluzione tedesca) , toccava chiedere un sacrificio all'educato giovanotto e si era piuttosto certi che alla fine sarebbe bastato   dire a "Richetto" di lasciare il posto allo scalpitante sindaco di Firenze perché il buon Letta si mettesse da parte.
Che ti fa il "nostro" ?? Quello che hanno fatto TUTTI prima di lui. Non si scolla dalla sedia, che a calci lo devono buttare fuori da Palazzo Chigi che manco un anno ce lo hanno fatto stare ! 
 I soliti bene informati dicono che il faccia a faccia tra i dioscuri del PD non sia stato affatto sereno, che al confronto il "che fai mi cacci? " di finiana memoria era uno scherzo, e domani secondo me alla direzione del PD ne sentiremo delle belle.
Intanto si scatena la fantapolitica, con Letta accusato dai renziani duri e puri (ancora non ho capito però bene chi sono...della prima ora mi sa di no, forse della penultima...) di voler fare un nuovo centro con Alfano...
A me sembra roba di gente che beve forte, però a suo tempo, quando Alfano scelse Letta a Berlusconi (in realtà scelse di restare ministro, lui e i suoi "responsabili") , in diversi favoleggiavano di questo segreto progetto dei soliti ex DC ( entrambi da lì provengono). A me in realtà sembra che Angelino sia pronto all'ennesima piroetta, che i due principi "morali" che ha ben saldi sono 1) evitare le elezioni, che se no fa la fine di Gianfry  2) restare al governo conservando qualche ministero.
Certo, se non fosse che la Nazione è senza governo e che abbiamo problemi seri, non si può dire che ci si annoi a seguire la fiction italica in generale e piddina in particolare.

Di seguito, il racconto della giornata sul Corriere.it


E SACCOMANNI: «SE SERVE IO CI SONO». E La Russa ironizza: «Twitterà Fatti più in là?»

Faccia a faccia Renzi-Letta, resta il gelo tra i due
«Si può andare avanti». «Parlerò in Direzione»

Dopo un’ora di confronto restano invariate le posizioni. E Napolitano: «Elezioni anticipate? Sciocchezze...»

 
Il premier, Enrico Letta (LaPresse)Il premier, Enrico Letta (LaPresse)
Un faccia a faccia di poco più di un’ora non è servito per sciogliere il dubbio delle ultime ore: ci sarà davvero una staffetta a Palazzo Chigi con Matteo Renzi alla guida del governo al posto di Enrico Letta? La domanda per ora resta senza risposta. Renzi, presentatosi da solo all’incontro con il premier, non ha rilasciato dichiarazioni dopo l’incontro con il capo dell’esecutivo e si è affidato ad un tweet, spiegando che della vicenda parlerà «a viso aperto» giovedì pomeriggio, durante la Direzione nazionale del partito, trasmessa in streaming. Letta, invece, gioca d’anticipo: tramite il suo inner circle fa sapere che l’esperienza di questo governo non può ancora dirsi conclusa e annuncia una conferenza stampa, per il tardo pomeriggio, nel corso della quale, recita la nota ufficiale di Palazzo Chigi, «presenterà “Impegno Italia”, proposta di patto di coalizione tra i partiti che sostengono il governo». E il cui logo è già in bella mostra sul sito della presidenza del Consiglio. Una mossa che non ha corrispondenza con l’immagine disegnata da molti di un premier che si appresta a lasciare. Ambienti del Nazareno, sede nazionale del Pd, fanno trapelare in maniera un po’ surreale che quello del mattino è stato un «incontro positivo». E da Lisbona, dove è in visita ufficiale, arriva il monito del presidente Giorgio Napolitano, che invita «a proseguire sulla strada delle riforme e della responsabilità» E con i giornalisti che gli chiedevano di possibili elezioni anticipate il Capo dello Stato taglia corto: «Non diciamo sciocchezze».

«ALFANO IN ATTESA » - La scelta di Letta di tirare dritto come se un domani ci fosse eccome non sembra però trovare una sponda sufficientemente forte da Angelino Alfano che non arriva ad escludere l’ipotesi del cambio della guardia: «Noi chiediamo, chiunque sarà il presidente del Consiglio, di concordare con precisione contenuti e programma - sottolinea il vicepremier - . Chiederemo la rappresentanza del nostro programma per poter valutare ogni ipotesi e la nostra posizione. Se il “se” eventualmente sarà tolto nelle prossime ore rifletteremo. Noi non diamo nulla per scontato». Prima di lui nessuno dell’esecutivo aveva preso esplicitamente posizione. Solo Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, si era limitato a dare la propria disponibilità a continuare il lavoro: «Vediamo cosa succede mi pare di aver dato in passato disponibilità a partecipare al governo quando me lo hanno chiesto - ha detto a margine di una conferenza stampa al Tesoro -, ma qualcuno me lo deve chiedere».
 
    LA LEGA APRE ...- Una prima e inattesa apertura a Renzi era arrivata in mattinata dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: «Vogliamo chiedergli cosa vuole fare. Non diciamo no a priori. Ma se saranno solo chiacchiere faremo la guerra parlamentare». E ancora: «Renzi ci dica se vuole esentare dalle tasse gli alluvionati, cancellare la riforma Fornero e ridiscutere dell’euro e dell’Europa. Se ci stupisce con risposte concrete noi non siamo pagati per dire no a priori».
    ...E LA RUSSA IRONIZZA -Ignazio La Russa, presidente di Fratelli d’Italia, la butta invece sull’ironia: «In più occasioni Renzi ha espresso il suo parere sul governo Letta. Il 17 gennaio le agenzie di stampa riportavano anche la sua volontà di fare un hashtag “Enrico stai sereno, vai avanti”. Chissà se oggi, dopo l’incontro a palazzo Chigi, ne vuole lanciare uno nuovo di questo tenore “Enrico fatti più in là”. Serenamente, si intende».
    CIVATI CHIEDE «COERENZI» - Perplessità arrivano anche dall’interno del Pd. Pippo Civati, sul suo blog, pubblica un post dal titolo «Coerenzi» e ricorda tutti i virgolettati in cui il sindaco aveva rassicurato circa la sua intenzione di non ostacolare Letta e il percorso dell’esecutivo. Sarcastico il commento: «A molti renziani della prima ora non piace la staffetta. E ti credo».
     
    «NIENTE RIBALTONI» - Da parte sua Silvio Berlusconi, tornato a Roma, per ora sta alla finestra e attende di capire come si evolverà la situazione e se davvero Renzi accompagnerà alla porta Letta per prenderne il posto. Parlano però i suoi: per il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, «se la direzione del Pd togliesse la fiducia a Letta e proponesse Renzi come premier succederebbe il finimondo. Ci sarebbe il ribaltone, un ennesimo ribaltone di palazzo prodotto dal Pd che sta scaricando sulle istituzioni le proprie tensioni interne».
    «MAI CON GIOVANARDI» - Tra le opzioni di cui si parla in queste ore c’è anche quella di un coinvolgimento di Sinistra e Libertà, attualmente all’opposizione. Ma è lo stesso Nichi Vendola, via Facebook, a frenare: «Se lo schema resta quello del governo Letta, non esiste alcuna possibilità per Sel di sostenere Matteo Renzi a Palazzo Chigi».E ancora: . «Io mi siedo a ragionare solo se si discute di sofferenza sociale e di avanzamento nei diritti civili. Ed è impossibile farlo insieme a Carlo Giovanardi e a pezzi del centrodestra. Il resto è fantapolitica».

    1 commento:

    1. L’Utopia che vorrei
      Semplice licenzierei tutti i Parlamentari onorevoli e senatori compresi i partiti che li rappresentano
      Io paragonerei L’Italia ad una grossa azienda che non ha bisogno di partiti per essere amministrata
      Ma di un Amministratore Delegato (Eletto dal Popolo)con l'obbligo di stipulare una assicurazione di tasca sua( Con durata quinquennale ) se i conti annuali risulteranno in regola. gli verrà rimborsata.
      Se i conti non tornano ? chi ha sbagliato pagherà i danni creati e il costo delle elezioni di tasca sua
      Il tutto vale anche per i presidenti Regionali e i Sindaci anche loro Eletti dal Popolo
      ( le provincie le abolirei)
      Comuni e Regioni sceglierebbero un rappresentante ciascuno che andrebbero a far parte del consiglio di Amministrazione alle dipendenze de l’Amministratore Delegato
      Che gestirà solo le spese per le Opere pubbliche d’interesse Nazionale facenti parte il programma quinquennale Votato da gli Elettori .
      Scartando le spese non facenti parte i programmi non votati dal Popolo delle singole Regioni
      Avranno priorità assoluta solo le spese dovute a calamità Naturali.
      Con l’obbligo ogni fine anno di presentare la nota delle spese sostenute dalle Regioni
      I Sindaci le spese Annuali le presenteranno alla loro Regione ha sua volta ogni singola Regione dovrà presentare la nota delle spese annuali A l’Amministratore delegato
      Con questa doppia documentazione si terranno d’occhio l’uno con l’altro.
      Provate ha fare i conti sul risparmio che ci sarebbe di tempo e di Danaro col tempo annulleremo il debito Pubblico riattivando L’Economia per dare quel Futuro che oggi non c’è ai Giovani. VITTORIO

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