giovedì 27 marzo 2014

ECCO PERCHE' LA JUVE HA VINTO LO SCUDETTO


E' curioso. Da più di un mese, cioè da quando la Juve è tornata a più 8 punti - quanti ne aveva alla fine del girone di andata sulla Roma - sui giallorossi, in conseguenza del pareggio con l'Inter all'Olimpico, si parla di scudetto assegnato. Figuriamoci poi quando la Roma ha perso col Napoli, e il vantaggio è passato a + 11, dando peraltro per scontata la vittoria casalinga della Lupa sull' ostico Parma di Donadoni. 
Ebbene, si assiste a questo strano fenomeno. Il giorno successivo le partite i commenti, sui media e nei bar,  sono un coro di "campionato finito", e prima Benitez ma ora anche Garcia hanno confermato il responso. Poi arriva il turno successivo (un giorno avremmo detto "la domenica" ma non è più così ) e i tifosi ma anche i commentatori sono lì a "sperare" nel passo falso che "riapra il torneo".  Perdonate, ma a che servono 11 punti di vantaggio se non a neutralizzare gli effetti dei passi falsi ?? Se la Juve è obbligata, dalla Roma che tiene un passo travolgente (ma nelle ultime 17 partite il Parma pare abbia fatto meglio...) , a vincere sempre, a che servono mai 11 punti di vantaggio ? Eppure ne basta UNO per vincere il campionato. Anzi, ed è importante, nemmeno quello  è indispensabile se la Juve non perde a Roma o perde con non più di due gol di scarto ! E già perché la regola (che non trovo giusta ma questa è ) stabilisce non solo che in caso di parità di punti finale si guardi agli scontri diretti ( e fin qui, ancora ancora) ma che, perdurando la parità (una vittoria per uno), valga la differenza reti  tra le due contendenti. E' il motivo per cui al Napoli NON basterebbe arrivare a pari punti della Roma per giocarsi il secondo posto (che vale il prezioso ingresso diretto in Champions) in uno spareggio, che pur avendo vinto una partita ciascuno, la Roma ha una migliore differenza reti avendo vinto per 2- 0 all'Olimpico e perso per 1-0 al San Paolo.  Così la Juve, che all'andata ha vinto per ben 3-0, può permettersi di perdere con due gol di scarto e conserverebbe il vantaggio nella speciale classifica  avulsa. La Juve di Conte, in tre anni,  ha perso poche partite e MAI  con un margine di tre gol....
Diciamo quindi che i punti di vantaggio sono 12. E mancano 8 partite alla fine, 24 punti in palio. 
Mettiamo che la Roma le vinca tutte, compresa la nona col Parma, arriverebbe a quota 94 punti ( 13 in più della straordinaria Juve dello scorso anno, che vinse con 9 punti di vantaggio sul Napoli secondo ! ) . Più di quelli non può. Bene, la Juve ne ha 81, ne deve quindi fare solo 13.
In 8 partite sarà ben più che probabile !   Basterebbe vincere le 4 in casa, con avversari come Livorno, Bologna, Atalanta e Cagliari, e pareggiarne UNA fuori, magari col Sassuolo....Le altre tre trasferte le potrebbe perdere ( e la Juve, se sta faticando a vincere, non ha nemmeno rischiato di perdere, semmai di pareggiare...).
Questo in un campionato dove SOLO la Roma ha dimostrato di reggere l'incredibile passo dei capoclassifica e se è vero che la Juve mostra di essere sulle gambe, e vince sempre con fatica, anche i giallorossi, che pure hanno molte meno partite nelle gambe, iniziano ad appannarsi, e sabato il Torino non meritava affatto di perdere.
Quindi, e lo dice uno che fa l'avvocato del diavolo anche di mestiere,   se la Juve perde domenica a Napoli, cosa assolutamente possibile, il campionato NON sarà riaperto.
Sapevatelo.
Di seguito, l'analisi di Marco Ansaldo de La Stampa dopo la vittoria record (15 vittorie casalinghe consecutive) contro il Parma.






Juve sempre più inarrestabile 

Allo Stadium batte anche il Parma 

È la 15a vittoria di fila in casa, record strappato al Toro Il suono della quindicesima vittoria consecutiva della Juve è argentino, nel senso che ci ha nuovamente pensato Carlitos Tevez a confezionare un successo sul Parma che i suoi compagni hanno faticato moltissimo a portare a casa nella ripresa, rischiando anche quando si sono trovati con un uomo in più.  

Era dai tempi di Trezeguet che i bianconeri non avevano un tale risolutore, sebbene l’Apache sia un tipo di attaccante totalmente diverso: mai fermo, mai in attesa del pallone ma capace di andarselo a prendere a centrocampo e portarlo in area come è successo nei due gol nati dalle sue fughe, ispirate dai tocchi sventati dei parmigiani.  
La domanda da porsi è come mai un simile fenomeno sia stato dato per morto dai grandissimi club europei per i quali i 9 milioni più un bonus sono come per la Nestlè comprarsi una cioccolateria artigianale. Il calcio non è una scienza esatta e Tevez a Torino ha evidentemente ritrovato la voglia e l’habitat per tornare ciò che fu agli inizi, tre volte Pallone d’Oro sudamericano. Dal momento che l’Argentina non lo vuole ai Mondiali, Prandelli provi a naturalizzarlo, di sicuro gli serve più di Paletta. 
Il segreto di un campionato dai ritmi mostruosi (parliamo di punti, non di gioco) ha una sintesi semplice: la Juve è la stessa però quest’anno ha le armi in più, gli specialisti del gol, quelli che risolvono quando si fatica a costruire occasioni: a loro spesso ne basta una, come è stato per l’argentino che fino al 25’ non aveva visto un pallone giocabile.  
In alcuni periodi del campionato fu fondamentale l’impatto fisico di Llorente: adesso che lo spagnolo ha perso la freschezza, per cui emergono i suoi limiti tecnici e sbaglia molto, Tevez si è caricato il peso di produrre azioni e segnare. Le ultime due vittorie portano la sua firma, come le due precedenti quella di Pirlo. Vedremo come andrà domenica a Napoli senza di lui, squalificato. Intanto con quella di ieri sono diventate 15 le vittorie di fila in casa, un altro record: questo, strappato al Toro dello scudetto ’76. 
Il Parma era la peggiore avversaria da affrontare in questo momento. È in forma, ha trovato fiducia, lotta per arrivare al sesto posto che vale l’ingresso in Europa League al punto che il match di domenica con la Lazio forse gli interessava più della sfida alla Juve. Dalla sconfitta in casa nell’andata contro i bianconeri la squadra di Donadoni non aveva più perso e c’è stato un momento, pur sul 2-0, in cui abbiamo pensato che la serie si sarebbe allungata perché gli juventini ripetevano lo stesso colpevole copione di Verona, dove pareggiarono.  
Baricentro arretratissimo, pallino del gioco concesso agli avversari, incapacità di mettere a segno un contropiede per chiudere la partita. Una trasformazione autolesionista. L’idea che la Juve stesse per buttare via il successo si rafforzava con la bellissima rete di Molinaro sotto lo striscione che salutava con affetto il suo ritorno a Torino.  
Poi l’espulsione eccessiva di Amauri (saltava con il braccio alzato ma non vi abbiamo letto la volontà di colpire con il gomito) fermava, ma non troppo, il forcing degli emiliani che nel finale reclamavano un probabile rigore per un intervento di Bonucci su Parolo dopo una conclusione ancora di Molinaro. La Juve ne chiedeva uno per un «mani» in barriera su punizione di Tevez. Segnaliamo che per la seconda volta consecutiva Chiellini ha permesso alla Juve con il sacrificio delle proprie tempie di avere un uomo in più. Cosa non si fa per tre punti: in classifica, come in testa.




3 commenti:

  1. Mettiamo da parte "le chiacchiere da bar" di tanti "giornalai" (escluso il Camerlengo......si intende). L'esito è stato scontato sin dalla prima di campionato. Soffermiamoci sulla "stagione" di Tevez. Nelle precednti stagioni da quando la Juve è allenata da Conte non si era mai verificato che un attaccante salisse in cima alla classifica dei cannonieri. Sicuramente la squadra non esprime un gioco brillante come all'inzio dell'era Conte, però adesso è diventata più cinica e l'avvento di Tevez ha colmato la mancanza di un top player (devo ricredermi, inizialmente non ero convinto di questo e più volte lo avevo sottolinetao) capace di risolvere da solo le partite. Sono contento di essere stato smentito. Si parla della cessione di Pogba al PSG in cambio di Cavani e soldi......Potrebbe essere anche una buona soluzione, ma il mio sogno è il ritorno di Ibra.....immaginiamolo solo per un attimo in coppia con l'Apache.....

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    1. Caro Paolo
      condivido sia l'endorsement sulla prima Juve contiana, sicuramente più brillante e divertente di questa, che pure macina record di punti e di vittorie, sia l'apprezzamento, un po' stupito, per Tevez, che nemmeno io immaginavo così decisivo. Il ritorno di Ibra invece non saprei, non perché non sia un grandissimo (dopo Messi e Ronaldo, il più forte nel mondo), ma perché ormai è grandino, 33 anni, ed ha un carattere non facile. Si concilierebbe bene con Tevez ? Anche iBra è uno che si va a prendere il pallone e vuole che la squadra gliene serva molti... Se ci coprono d'oro, per me Pogba può andar via, che tanto sto tormentone, con Raiola, ce lo porteremmo appresso sempre e la Juve, se non la compra qualche sceicco VERO, non ha la forza economica di trattenere star in ascesa.

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  2. MARIA LAMPITELLA

    Analisi ineccepibile Stefano , lo scudetto è assicurato. La partita di ieri, come previsto anche dal Mister, è stata sofferta. Il numero 10, mettendo a segno il suo 17o, ha portato fortuna . L'imprevisto cartellino giallo mi auguro che non abbia peso nel prossimo match, comunque! Troppo in forma per rimanere fuori una giornata, un vero peccato. Io sono tranquilla ed ottimista, le grandi distanze sono inequivocabili, e non sormontabili ! Che si sappia e che sia chiaro

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