Accade una cosa strana.
Un lettore saltuario del Camerlengo, cultore più del
comparto STORIE, cioè i post dedicati a vicende ascoltate da conoscenti ,
amici, a volte anche sconosciuti che si sfogano in rete, decide di inviarmi una
pagina di una sua vicenda amorosa.
Per capirla, qualche breve accenno biografico del “nostro”
narratore è necessario.
Uomo di 45 anni, piacente, non stupido, capace di simpatia e
slanci di generosità.
Assolutamente non cattivo (ma devo dire che io nella mia
vita di persone cattive ne ho incontrate pochissime, sicuramente una, forse due
, quindi non mi pare una qualità).
A 42 anni si separa di fatto dalla moglie, dopo vent’anni insieme , di cui quasi 15 di
matrimonio.
Durante quegli anni Renzo, solito nome di fantasia, anche
se mi pare in questo caso non ci siano problemi di identificazione (almeno, non
per lui ) , sembra essere sereno, soddisfatto. Ha un buon lavoro, che conduce
con discreta capacità (riscattando trascorsi scolastici dove non era stato
esattamente l’orgoglio dei genitori) , è molto legato alla famiglia di origine
(dove spicca per profonda umanità la madre), sorelle comprese, ha buoni
rapporti con tutti, senza approfondire più di tanto.
Con la moglie va d’accordo, in un menage dove lo scambio è
protezione e accudimento (lui), subordinazione e serenità (lei) . In 20 anni
non si hanno notizie di flirt o relazioni. Uno fedele.
DI questi tempi…
A 40 anni scocca la diana…e i sismografi avvertono un
brontolio che anticiperà il terremoto, che scoppia due anni dopo.
Il matrimonio, fonte di tranquillità e calmiere delle ansie
cui Renzo è predisposto, viene
improvvisamente giù, come un castello di carte.
Tutta quella “calma” piatta, la routine, le cose sempre
uguali, insomma le cose rassicuranti di sempre, diventano una gabbia
soffocante.
La fuga è a portata di mano, e si chiama FACEBOOK.
Sul social network Renzo inizia
a giocare, facendosi degli amici e
soprattutto tante amiche. All’inizio tutto rimane virtuale, ma poi il nostro
prende coraggio e si “butta”.
E scopre quanto possa essere “facile”.
A quel punto il matrimonio è finito, che con tutto l’affetto
del mondo per la moglie, quel capitolo è chiuso.
Inizia un tour divertente, fatto di parecchi casini, tutto
sommato innocui, e , come avviene, capita anche l’incontro speciale.
Che Renzo racconta
così
Il tutto nasce dalla
fine di questa storia, iniziata circa tre anni fa. All’appello mancavano
circa 20 anni, persi a
causa di scelte troppo avventate, superficiali. Perché non riprovare
a recuperare almeno
parte di quegli anni, cercare di colmare un parte di quel vuoto.
Troppo semplicistica
l’affermazione “gli anni persi non si recuperano”…
Sicuramente si possono vivere quelle emozioni
– passioni saltate.
Quello
fondamentalmente cercava.
........
L’ultima storia nasce per
caso, forse, un messaggio di troppo.
Lui proveniente già da
altre avventure la trova “ideale” ( ma poi cosa vuol dire “ideale ?)
Inizia la frequentazione, colma di passione
inizialmente, almeno da parte sua, lui generoso, molto
generoso, e questo
sarà uno dei primi problemi.
Segue quindi il riferimento a momenti appassionati,
emozionanti, dove lei viene descritta molto bella (potenza dell’amore) , ma
dove pian piano s’insinua il sospetto che questa passione sia più auto
alimentata, che la fusione che lui prova, in realtà è solo sua, che l’”altra”
non si lasci veramente “attraversare”.
La sensazione di stare “investendo” troppo su un soggetto
che forse non lo merita si fa strada, alimentando un temperamento per natura
sospettoso con tutti, tranne quelli della “famiglia”, fino all’”incidente”.
La coppia entra in crisi a causa di un sospetto tradimento
di lui.
Renzo lo nega, ma
devo dire piuttosto debolmente, forse sa di mentire o forse non è questo il
punto che lo interessa. Quello che lo colpisce, sembra, è il fatto che lei, pur
passando da un litigio all’altro, pur non fidandosi , resti con lui.
Perché ? si domanda. La risposta da secoli et seculorum è
SEMPRE la stessa : “perché ti amo
troppo”.
Ma lui – che forse non abbonda di autostima – non è
convinto.
E così va a “vedere”.
Come ? Lascia al negozio di lei il proprio cellulare acceso
e in modalità di registrazione . Così capta questa conversazione tra Lucia
(chiamiamola così) ed un’amica .
Testualmente :
L’amica “come va?” lei “così ho ancora qualche
dubbio” l’amica “sai che fuori c’è
Tanta merda, meglio
merda ricca, quindi non farti regalare più vestiti ma roba di valore, che SI
Può VENDERE”
Lei “si ma non posso
dirglielo io devi dirglielo tu”.
La botta è brutta, si può capire.
Il nostro chiede conto di questa conversazione, l’altra si
difende dicendo che era arrabbiata, che aveva detto quelle cose per ferirlo.
A questo punto spuntano i “consigliori” femminili di Renzo
che osservano come la difesa di Lucia non regga. Come poteva pensare di ferirlo
??, mica lo sapeva che lui la registrava !
L’obiezione è valida logicamente, assolutamente debole
psicologicamente. A parte che per i negatori dell’evidenza sarebbe agevole
rispondere “credi che non mi fossi accorta che il tuo cellulare fosse acceso e
funzionante in modalità rec ??”, resta che quando uno è arrabbiato dice
qualunque cosa ! La rabbia non ha logica, è rabbia. Ma la gente, quando consiglia gli “altri”,
improvvisamente diventa campione di razionalità, coerenza, scopre addirittura
l’arte del sillogismo (anche se, nel caso di specie, la parola è sconosciuta, sicuramente il suo significato),
laddove per le cose proprie dovrebbe fare domanda per ottenere l’amministratore
di sostegno. Ma tant’è, Renzo di queste persone si fida.
Tra i
“consigliori” , una è un’amica nuova. La quale gli spiega :
sai avevo un marito
che mi riempiva di tutto, vestiti, gioielli, solo che lo vedevo
pochissimo. Quando gli
ho detto che c’erano dei problemi tra noi, lui mi risponde
cosa ti manca, ti do
tutto; lei gli risponde mi manchi tu,
non ho bisogno di gioielli.
Dopo sei anni di
matrimonio mi sono separata.
Renzo
sembra molto colpito da questo racconto…Io, cambiando qualche virgola qua e là,
l’avrò sentito poco meno di un centinaio di volte. Il che non vuol dire che la
persona non sia sincera.
Solo
una curiosità. E’ un’amica VERA, o è un’”amica” come quelle che sono girate in
questi tre anni ?
Intanto
Renzo e Lucia si sono lasciati. Magari è un momento, che entrambi devono
leccarsi le ferite (ricordiamo che lei a sua volta è convinta di essere stata
tradita…). Forse no, che Renzo ha scoperto, scrutando il proprio profilo di FB
e quello di Lucia, che la risposta di questa storia è lì, come la solita amica
(la stessa ? sospetto di sì ) gli ha
suggerito.
Una
indicazione criptica, che forse può essere tradotta : voi due insieme non ci
azzeccavate nulla.
Il
che può essere vero, però se a dirmelo è una candidata alla sostituzione, non
prenderei per oro colato quelle parole.
Andando
oltre il racconto, a me pare di capire che Renzo stavolta si era attaccato a
questa donna, ci teneva (amore è una parola che uso poco, e la lascio
volentieri agli altri ), magari anche
per un certo piglio caratteriale di lei, dopo 20 anni di acque ferme.
Quindi
la delusione, e anche la sofferenza nel sentire parole indubbiamente brutte
come quelle uscite dalla registrazione, sono autentiche.
Però
io credo che possa essere vero quanto
nel suo racconto lui adombra, e cioè l’
aver fatto un po’ tutto da solo…che emozioni e passione fossero principalmente
le SUE, e poi proiettate sull’altra, come non di rado in amore capita.
Se
così è, e questa storia fosse veramente finita, guarire non sarà affatto
difficile.
E
forse l’Amica” che non ama i gioielli è già lì pronta per aiutarlo.
Per
sdrammatizzare, un aneddoto a latere che mi ha divertito. Io ho conosciuto
Lucia. Ero presente ad un pranzo in cui Renzo la presentò ai suoi (ci teneva ,
ci teneva … ). Il padre di lui ( io ho
un debole per la madre, come già dichiarato,
ma anche il padre è una bravissima persona, autentica nella sua
semplicità) mi si avvicinò e sottovoce mi disse “a me non me pare sto granché “.
A me
fece ridere di gusto, magari tra un pochino ne riderà anche Renzo.
Glielo
auguro, comunque prosegua il suo “racconto”.
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