martedì 25 marzo 2014

PERCHE' LA MISSIONE DI ORLANDO IN EUROPA E' BENE CHE FALLISCA

 
Davide Giacalone ripropone le sue idee sulla malagiustizia italiana e boccia sonoramente la missione del neo ministro Orlando che è andato a Strasburgo con l'intento di evitare all'Italia una mortificante condanna per non aver ancora posto rimedio allo scandalo carceri - red line il prossimo 28 maggio.
La cosa sarà ancora più umiliante tenendo conto che avverrà quando l'Italia sarà Presidente pro tempore dell'Unione. Bene, per evitare questa cosa il Ministro va alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo con delle proposte che Giacalone condanna duramente, prima tra tutte quella volta a riportare sul territorio nazionale la questione che i detenuti che vivono lo stato ignominioso delle carceri hanno portato a Strasburgo.
"Ci pensiamo noi ad indennizzarli, non temete". Un po' come la legge Pinto.
Il risultato non sarà quello di eliminare il sovraffollamento, bensì quello di aumentare i ricorsi e gli indennizzi.
Intanto resta elusa dal Ministro, sul quale molti di noi nutrono forse eccessive speranze, la questione principe della custodia cautelare, che solo affrontando seriamente quella il problema del sovraffollamento sarebbe risolto : la custodia cautelare. Il 40% dei detenuti sono in carcere senza una condanna definitiva (molti senza nemmeno un  processo). Si spera molto negli effetti dell'abrogazione della Legge Fini-Giovanardi che però sono di là da venire.
Giacalone da tempo indica i provvedimenti da adottare, che poi sono gli stessi che ascolto nei convegni delle Camere Penali, e solo DOPO l'adozione degli stessi il provvedimento di Amnistia sarebbe per lui un male accettabile. Perché si tratta di un provvedimento ingiusto, che fa sconti di pena a persone la cui colpevolezza è stata accertata in tre gradi di giudizio, ma almeno si potrebbe pensare che, avviate le giuste riforme, non sarebbe l'ennesimo palliativo che dopo poco tempo vedrebbe tutto tornare come prima.
Immagino che l'articolo di Giacalone susciterà perplessità e critiche, però proviene da un uomo il cui garantismo e il suo favore per una giustizia "giusta" non possono essere in discussione.
Quindi ci rifletterei su, con spirito "laico".
Buona Lettura


L’Orlando bocciato

Un ministro italiano è andato a fare richieste precise in una sede europea. Auspico siano rigettate. Il ministro è quello della giustizia, Andrea Orlando. Il tema è quello delle carceri sovraffollate. La sede non è l’Unione europea, ma il Consiglio d’Europa, per la precisione la Corte Europea Diritti dell’Uomo. Ci hanno già condannati. Spero confermino la condanna. Smettiamola di prenderci in giro, evitiamo di provare a prendere in giro gli altri, finiamola di fare gli incivili e affrontiamo il problema vero, che è quello della malagiustizia. Le carceri sono “solo” una conseguenza.
Nel gennaio del 2013, giustamente, la Cedu condannò l’Italia a risarcire sette detenuti, che si erano trovati ad avere a disposizione meno di tre metri quadrati a testa. Condizioni considerate illegali negli allevamenti di bestiame, figuriamoci nel trattamento di umani. Siamo arrivati al punto che un giudice inglese rifiuta un’estradizione in Italia perché il detenuto andrebbe incontro a trattamenti disumani. La stessa Cedu, sapendo che non si trattava di casi isolati, ci diede tempo fino al prossimo 28 maggio, per rimediare. I rimedi fin qui approntati, ripetutamente denominati “svuota carceri”, adottati dai governi Monti e Letta, sono inaccettabili e tutti incentrati sugli sconti di pena. Il piano di Orlando è in coerenza con questa vergogna, sicché propone: a. le cause oggi pendenti a Strasburgo siano riassorbite in Italia; b. per chi è stato detenuto e non lo è più ci sia un risarcimento che va dai 10 ai 20 euro per ogni giorno scontato in quelle condizioni; c. per chi è ancora detenuto si faccia un ulteriore sconto, pari al 20% della pena residua. Tre proposte, tre errori.
Il trucco di riportare le cause di Strasburgo in Italia lo abbiamo già sperimentato nel 2001, quando fu approvata la legge Pinto. Con quella erano le Corti d’appello che avrebbero dovuto decidere per la giustizia negata, dovuta all’eccessiva durata dei procedimenti. Anche allora scrissi contro, prevedendo che il trucco avrebbe provocato un ulteriore allungamento dei tempi, oltre che una beffa per i danneggiati. E’ andata così. Ero (e sono) favorevole ai ricorsi a Strasburgo, che provai a incentivare e facilitare pubblicando un manuale su come potevano e dovevano essere fatti, così come personalmente usai la legge Pinto, vincendo la causa e ottenendo risarcimento per le ingiustizie subite. Ma lo scopo dei ricorsi europei doveva essere quello di spingere a riformare la moribonda giustizia italiana, mentre la legge Pinto voleva solo riportare il coma nei confini nazionali. Orlando, ora, propone la stessa cosa. Stesso trucco, stesso errore.
Secondo: le cause pendenti a Strasburgo (per questa specifica ragione) sono 3000, il che comporta una spesa che va da 30 a 60.000 euro al giorno, quasi 22 milioni in un anno. Senza contare che portando la giurisdizione in Italia quelle cause aumentano (come è già successo con la Pinto). 
Soldi che non pagano i responsabili, ma i cittadini. Un chirurgo che ti macella, per colpa o dolo, paga il risarcimento. In diversi casi sono stati allontanati dalle sale operatorie. Per i detenuti, invece, pagano i cittadini e i responsabili restano al loro posto.
Terzo: se si accede allo sconto di pena, già recentemente diminuita con decreto legge, non solo si fa marameo alla certezza del diritto e un gran regalo ai delinquenti, ma si commette la più incredibile delle ingiustizie, perché, come capitò con l’indulto (altra legge contro cui scrissi, prevedendo che non avrebbe risolto nulla, come è stato) ne beneficiano i condannati, quindi i colpevoli, e ne restano esclusi gli innocenti in custodia cautelare o in attesa di giudizio. Una fragorosa pernacchia al più elementare senso del diritto.
Il problema delle carceri esiste (sempre meritoria la lunga battaglia radicale), ma non si risolve in questo modo. Prima di tutto si affronta il tema del 40% dei detenuti, che non sono condannati e non scontano la pena. E già con quelli sparisce il sovraffollamento. Poi si rivede l’applicazione della custodia cautelare, che nella metà dei casi colpisce cittadini che non saranno condannati. Quindi si introduce la (vera) responsabilità dei magistrati. E, a seguire, si riforma la giustizia in modo che i suoi tempi non siano il trionfo dell’ingiustizia. A quel punto, se si deve spurgare il bubbone, si faccia anche l’amnistia, che è provvedimento ingiusto, ma utile. Il legame fra riforma e clemenza deve essere strettissimo, altrimenti si generano mostri che non risolvono il problema, ma si limitano a rinviarlo per poi ritrovarselo sempre più grosso e sempre meno risolvibile. Per queste ragioni, spero che le richieste del governo italiano siano respinte. Con sdegno.

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