I romani juventini devono preoccuparsi sì, ma per l'anno prossimo, che questo da un po' è stato assicurato, al di là dei proclami di Garcia e le inconfessate speranze di chi a parole si mostra ragionevole - "lo scudetto è andato" - ma poi sprona i colleghi dell'Udinese a fare il massimo per rallentare la Juventus prima in classifica. Giorni fa, prima ancora della partita col Livorno, pubblicammo la Tabella scudetto - http://ultimocamerlengo.blogspot.com /2014/04/la-tabella-che-dice-scudetto-alla-juve.html - , in realtà redatta prima di Catania - Juventus. Parliamo dunque di 5 partite fa, quando la Juve era a + 11, ma di giornate ne mancavano dieci (il doppio di adesso) e doveva andare a giocare a Napoli (dove poi ha perso, come era assolutamente possibile, e infatti era stato calcolato). Ebbene. rispetto a quella tabella,seguendo la quale la Juve si sarebbe aggiudicata il Campionato a prescindere dai risultati della Roma inseguitrice, oggi Conte e i suoi stanno a + 4, che laddove io avevo previsto due possibili stop, con pareggi col Parma e ieri a Udine, la Juve invece ha vinto. Quindi, figuriamoci.
Ora basta vincere due delle tre partite in casa, contro Bologna, Atalanta e Cagliari, e pareggiare l'altra e prendere anche un solo punto col Sassuolo in trasferta : 8 punti, che sommati a quelli di vantaggio fanno 16, comunque uno in più del massimo della Roma. Questo sempre senza contare il vantaggio nello scontro diretto, che qui diamo tutti per scontato che i giallorossi lo vincono e invece così non è, e comunque la Roma dovrebbe vincere con almeno tre gol di scarto per annullare l'attuale gap che ha nella speciale classifica avulsa tra le due squadre (la Juve vinse appunto 3-0 allo Stadium) : in mancanza, a parità di punti, lo scudetto sarebbe sempre bianconero (e così i punti che servono scendono a sette...).
Scudetto quindi certo, a scanso di tragedie simil Superga .
No, il problema per noi juventini romani si sposta all'anno prossimo, che questa Roma con 79 punti, capace di finire a 94, fa paura.
Siccome escludo, anche per un fatto di mera concentrazione, che la Juve il prossimo anno possa vincere il quarto titolo consecutivo, devo confidare in una seria rivoluzione del Milan, perché torni subito competitivo, e in un adeguato rafforzamento del Napoli. Alla peggio peggio, va bene anche l'Inter (capisco che si tratti di una visione specificamente cittadina, e che gli juventini di altre regioni la penseranno in maniera completamente diversa).
Poi certo, c'è anche la speranza che nella straordinaria stagione giallorossa ci sia anche un po' di eccezionalità, con giocatori che magari l'anno prossimo non ripeteranno questo campionato (ricordiamo che Totti l'anno prossimo avrà 38 anni....) , e che l'incredibile cavalcata delle due squadre di testa è stata obiettivamente favorita da un livello del campionato medio basso.
Detto questo, il timore c'è, ma per fortuna quest'anno la terza stella ufficiale (che nei cuori è già da due anni sul petto) è in cassaforte. Per il resto, c'è tempo.
L'articolo che segue, sulla vittoria di Udine che sigilla ancora di più il titolo, è del bravo Roberto Perrone, del Corriere della Sera
La Juventus mantiene le distanze
Gol nel primo tempo di Giovinco e Llorente,
la Roma torna a -8
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI UDINE — Conto alla rovescia. Madama arriva presto, finisce presto e si distrae solo quando nessuno le può fare male. Come contro il Livorno, due gol nel primo tempo consentono alla Juventus di superare l’ultima trasferta insidiosa di questo campionato, esclusa Roma, ovviamente. Ma ora, con 8 punti di vantaggio a 5 partite (di cui 3 in casa) dalla fine, tutti i sensi juventini sono accesi. Il ticchettio dell’orologio scudetto è forte e chiaro. Il trentesimo titolo (secondo la Figc)/trentaduesimo (per 14 milioni di tifosi bianconeri) potrebbe arrivare tra Sassuolo (se la Roma perderà punti), o con l’Atalanta in casa. Ovviamente Antonio Conte, che fulmina con i suoi strali i tre riservisti che smettono di riscaldarsi per guardare la partita, vieterà ogni calcolatrice (facendo cancellare le app da smartphone e tablet) fino alla certezza categorica. Però è indubbio che anche nel gruppo juventino, dai dirigenti ai giocatori, c’è la convinzione di aver superato l’ultimo, vero scoglio. L’Udinese, malgrado la classifica, buona o cattiva, negli anni più recenti è sempre stata un opponente pericoloso. Basti pensare all’andata, alla fatica, alla sofferenza con il gol di Llorente nel recupero, fondamentale per cementare la sfida alla Roma.
Fernando segna ancora, come all’andata, come contro il Livorno, anche se accanto non ha il sodale Carlos Tevez vittima del logorio di una stagione estenuante, ma un Sebastian Giovinco che si presenta nel passaggio più delicato della stagione juventina con ferocia perfetta. Si era già visto l’atteggiamento positivo dell’attaccante tascabile nelle due partite di Europa League contro il Lione. Sebastian segna il gol del vantaggio, colpisce un palo, gioca una delle sue migliori partite da quando Conte lo ha rivoluto alla Juventus. Il tecnico lo ha sempre difeso e viene ripagato proprio quando serve.
La prestazione della Juve è una delle più solide dell’ultimo periodo, concreta, cinica quel tanto che basta, con uno sbandamento a cavallo dei minuti di recupero della ripresa. Prima di allora l’Udinese non riesce a imbastire un’aggressione ragionata anche perché Madama la colpisce con uno stordente uno-due. Il primo gol è di Giovinco, bellissimo, un sinistro «aggiro» che Scuffet può solo raccogliere in rete. Il secondo in mischia di Llorente che ribadisce in rete un pallone che danza nell’area piccola per alcuni lunghi istanti. Conte ha lasciato in panchina Bonucci (che si fa ammonire per eccessiva esultanza al gol di Giovinco e per ironia sull’arbitro) e schiera una difesa con un solo «bronzo» (Chiellini). Le seconde linee, però, reggono bene e l’Udinese costruisce pochissimo. Le opportunità migliori le ha approfittando degli sbagli juventini, quando parte in contropiede, ma anche in questi frangenti la difesa dei campioni d’Italia stronca ogni ripartenza.
Dopo i due gol del primo tempo la partita si arrotola a un lungo palleggio bianconero (juventino) che la squadra di Guidolin non è in condizioni di poter spezzare. Dalle tribune in via di abbattimento/ristrutturazione del Friuli i tifosi chiedono un altro attaccante, ma quando entra Muriel è ormai troppo tardi per qualsiasi cosa. Il primo tiro che Buffon deve respingere è di Domizzi, a una manciata di minuti dalla fine. E Muriel, complice un tocco del portiere, colpisce il palo nel recupero. Un risveglio tardivo, poca roba per Madama omicidi.
Roberto Perrone
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