C'è qualcosa che non va in un Papa che pensa solo all'Occidente edonista ed egoista, rivolgendosi a quelle coppie che, pur fertili, rinunciano a fare figli perchè limitative dei propri diritti -svaghi arrivando a preferire, nel caso, un animale domestico, cane e ancor di più gatto (meno impegnativo, non lo devi portare a spasso).
Il Papa biasima tutto ciò, parlando della famiglia e della sua crisi.
Filippo Facci ha espresso le sue obiezioni a questo rimprovero del pontefice, osservando come francamente a lui non risultano queste coppie che preferiscono gli animali ai figli. Semmai ci si ferma al figlio unico, ma non perché allo stesso si dia un animaletto domestico al posto di un fratello, ma perché spaventati dai costi e dall'incertezza del futuro, proprio e della prole.
Credo che abbia ragione, nalla massima parte dei casi. Ci saranno anche le coppie di cui parla il Papa, ma non penso che siano un numero così rilevante da meritarne l'attenzione.
Ma a parte questa considerazione, che condivido, così come in generale penso che abbia ragione in generale (e non su sta cosa dei cani e dei gatti...) Begoglio quando accusa noi occidentali di una deriva edonista, io chiedo al Pontefice perché è tanto concentrato sull'Italia o sull'Europa ? Non è il vicario di Cristo in terra ? Il pascolo del suo gregge non è il mondo ?
Ebbene la popolazione mondiale non scarseggia di figli. Nemmeno un po'.
All'inizio del XX secolo gli abitanti del pianeta erano 1.650 milioni. Alla fine, nonostante noi europei ci fossimo impegnati a stare bassi con due guerre mondiali e un centinaio di milioni di morti, erano diventati quasi 6 miliardi, praticamente triplicati. Gli sembrano pochi al Papa ? Non si deve preoccupare, che le stime parlano di 9 miliardi entro la metà di questo secolo.
Non stesse a pensare all'Italia, si preoccupi dell'Africa, dove in Nigeria, nonostante si ammazziino tra loro ( e ammazzino i cristiani) e le condizioni igienico sanitarie siano disastrose in larga parte del paese, sono 160 milioni e le donne hanno una media di quesi 6 figli ciascuna....
Più generalmente nel continente più povero (oddio non è che in Asia scialino) la popolazione in 100 anni è raddoppiata, l'"egoismo" non circola da quelle parti, ma nemmeno il cibo per sfamarsi. E infatti vengono da noi europei, e la Chiesa ci invita ad accoglierli.
Intanto gli scienziati, profeti di sciagura, riprendono le profezie - finora non avverate - di Malthus, e dicono che il pianeta non ce la può fare a reggere questo formicaio di essere umani, che l'eco-sistema, sia da un punto di vista atmosferico che agricolo collasserà. Sartori, da noi, lo scrive da qualche lustro.
E' vero che la stessa scienza si ingegna a trovare nuovi modi di sfruttamento intensivo delle superficie agricole (che tendono però a diminuire, per lasciare il posto all'urbanizzazione) , e i famosi OGM, oggi tanto contrastati, forse diventaranno non più una scelta ma una necessità e nemmeno capiente.
Resta che non si comprende come il Papa veda nella contrazione demografica europea (siamo gli unici che caliamo, nell'ordine di 150 milioni di persone in un secolo e mezzo (dal 2000 al 2050) una sciagura più grave dell'incremento non economicamenter sostenuto e sostenibile di un miliardo di persone in Africa e un miliardo e mezzo in Asia (e nella "sua" America latina ci saranno 300 milioni in più) nello stesso periodo.
Con tutto il rispetto, sincero (la simpatia è altra cosa), santo padre, forse sta sbagliando ?
Il Papa critica l’edonismo
di chi rinuncia ad avere figli
Il Pontefice: forse cani e gatti
sono più comodi da amare
CITTÀ DEL VATICANO — «Questi matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità... La cultura del benessere di dieci anni fa ci ha convinto: è meglio non avere i figli! È meglio! Così tu puoi andare a conoscere il mondo, in vacanza, puoi avere una villa in campagna, stai tranquillo...». Francesco alza lo sguardo, sorride ironico: «Ma forse è meglio, è più comodo avere un cagnolino, due gatti, e l’amore va ai due gatti e al cagnolino! È vero o no questo? Lo avete visto voi? E alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine. Non è fecondo, non fa quello che Gesù fa con la sua Chiesa: la fa feconda».
Nell’omelia mattutina a Santa Marta, il Papa parla del senso cristiano del matrimonio, in analogia al rapporto tra Gesù e la Chiesa: «fedele», «perseverante» e «fecondo». Ad ascoltarlo, nella piccola cappella dell’albergo vaticano, ci sono una quindicina di coppie, alcune sposate da venticinque, cinquanta, perfino sessant’anni. E Bergoglio spiega che tra «le cose che a Gesù non piacciono» ci sono i matrimoni sterili non per necessità, ma per scelta. Il problema, naturalmente, non sono gli animali domestici, Francesco del resto sta preparando una enciclica sulla custodia del creato e lo ha già scritto nell’esortazione Evangelii Gaudium: «Ci sono altri esseri fragili e indifesi, che molte volte rimangono alla mercé degli interessi economici o di un uso indiscriminato. Mi riferisco all’insieme della creazione. Come esseri umani non siamo dei meri beneficiari, ma custodi delle altre creature». Il problema, piuttosto, è se diventano surrogati di figli che non si vogliono avere. È la «cultura del benessere che ci fa poco coraggiosi, ci fa pigri e anche egoisti» perché «il benessere anestetizza», come aveva già denunciato in un’altra omelia di Santa Marta, il 27 maggio dell’anno scorso: «No, no, più di un figlio no, perché non possiamo fare le vacanze, non possiamo andare qua, non possiamo comprare la casa... Sta bene seguire il Signore, ma fino a un certo punto. Questo è quello che fa il benessere: ci getta giù, ci spoglia di quel coraggio, del coraggio forte di andare vicino a Gesù».
Francesco, l’aria assorta e preoccupata, lo spiegava una settimana fa ai giornalisti nel volo di ritorno da Tel Aviv, spiegando le ragioni del sinodo sulla famiglia di ottobre: «Oggi, tutti lo sappiamo, la famiglia è in crisi: è in crisi mondiale. I giovani non vogliono sposarsi o non si sposano e convivono, il matrimonio è in crisi, e così la famiglia». Così il Papa parla della fecondità matrimoniale, ma anche della fedeltà («l’amore di Gesù della sua Chiesa è fedele, e questa fedeltà è come una luce sul matrimonio: la fedeltà dell’amore, sempre!») e della perseveranza: «La vita matrimoniale deve essere perseverante, perché al contrario l’amore non può andare avanti. La perseveranza nell’amore, nei momenti belli e nei momenti difficili, quando ci sono i problemi: i problemi con i figli, i problemi economici, i problemi qui, i problemi là. Ma l’amore persevera, va avanti, sempre cercando di risolvere le cose, per salvare la famiglia. Perseveranti: si alzano ogni mattina, l’uomo e la donna, e portano avanti la famiglia». Un po’ quello che diceva ai giovani appena sposati, nel viaggio di ottobre ad Assisi: «Litigate quanto volete, se volano i piatti pazienza, ma mai finire la giornata senza fare la pace!».
Quanto al problema dei (pochi) figli, all’inizio dell’anno il consiglio permanente della Cei notava come, tra problemi economici e «una cultura diffidente verso la vita», l’Italia in particolare avesse un tasso di natalità di 1.3 figli per donna, tra i più bassi (il nostro Paese è terzultimo) in Europa. I genitori, diceva Francesco durante la Giornata mondiale della gioventù, a Rio de Janeiro, dicono che i figli sono le «pupille dei loro occhi» ed è «un’immagine molto bella»: come dalle pupille «la luce entra in noi», è dalle nuove generazioni che «il futuro entra nel mondo» osservava. Prima di concludere: «Che ne sarà allora di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?».
Gian Guido Vecchi
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