mercoledì 25 giugno 2014

"NO VIOLENZA IN NOME DI CIRO "


Ciro Esposito è morto. Ieri le voci si sono inseguite per tutta la giornata, anche con polemiche sulla fuga di notizie non vere e sulla volontà delle autorità di non dare subito la comunicazione della morte del giovane per potersi organizzare e prepararsi nel caso di reazioni violente da parte degli amici e degli ultrà del Napoli. 
Finisce così tragicamente l'orribile giornata della finale di coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, con l'aggressione da parte di alcuni tifosi romanisti di un pulmann di napoletani, la reazione degli stessi, gli scontri e i colpi di pistola. Sarà il processo a chiarire, si spera, l'esatta dinamica del tutto, ma la tragedia di un giovane morto per una questione di odio tra tifosi di calcio resta. 
Lodevole l'appello dei familiari di Ciro, che chiedono che non ci siano violenze e vendette nel nome del ragazzo.
La triste notizia è ripresa da :




Morto il tifoso del Napoli Ciro Esposito
Lo zio: “Nessuna violenza in suo nome”

Era rimasto ferito negli scontri prima della finale di Coppa Italia a Roma.
La famiglia: «Chi ha sbagliato deve pagare». Proclamato il lutto cittadino
Ciro Esposito non ce l’ha fatta. Alle 6 di questa mattina, dopo un calvario durato 54 giorni da quella maledetta serata dell’Olimpico, il 3 maggio scorso, il cuore del giovane tifoso napoletano, che batteva solo grazie alle macchine del Centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli, si è fermato. Il bollettino medico parla di morte «per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali».  
L’appello della famiglia  
La famiglia del ragazzo ha voluto lanciare un appello contro ogni violenza. «Ora non si faccia violenza nel nome di Ciro», ha chiesto lo zio. «Invitiamo a mantenere la calma non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per Ciro. Per noi adesso è il momento del dolore». 
Lutto cittadino a Napoli  
Il padre di Ciro Esposito ha anche puntato il dito contro le istituzioni: «Mi aspettavo un po’ di vicinanza in queste settimane da parte delle istituzioni, ma non è mai arrivata salvo qualche eccezione come il sindaco di Napoli, De Magistris (che ha proclamato il lutto cittadino, ndr)» e ha ribadito: «questore e prefetto di Roma devono dimettersi. Vogliamo che chi ha sbagliato, nella gestione dell’ordine pubblico, paghi». Angelo Pisani, l’avvocato di Ciro Esposito, ha invece chiesto il lutto nazionale e che gli sia dato l’ultimo saluto nell’auditorium del quartiere Scampia, dove viveva, con tutti i napoletani.  
De Santis accusato di omicidio volontario  
Ora l’accusa per De Santis, l’ex ultrà giallorosso accusato di aver sparato i colpi di pistola contro il tifoso napoletano, è di omicidio volontario. E mentre a Roma le forze dell’ordine vigilano su eventuali azioni degli ultras, a Napoli è comparso uno striscione contro il presunto omicida: «Fascista, Napoli ti odia», il messaggio in corso Vittorio Emanuele. Su un muretto sotto lo striscione, una scritta con lo spray bianco: «Anni ’70 bombe nelle piazze. 2014...pistole fuori agli stadi». E accanto, in nero: «03-05-14 Romanista infame».  
De Laurentiis: “Ora riflettere”  
Aurelio De Laurentiis, invece, ha invitato il mondo del calcio e non solo a una riflessione: «Questa tragedia deve far riflettere tutto il mondo del calcio e delle istituzioni che collaborano con esso. Ciro era un nostro tifoso che voleva passare una serata di gioia tifando per la propria squadra». 

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