Sicuramente Prandelli è una persona dai modi per bene, e con le amicizie giuste, prima tra tutte quella con il CU dell' "altra " Italia, Matteo Renzi. Questo ha fatto sì che rispetto ad altri allenatori della nazionale ha sempre goduto di una stampa decisamente soft. E' anche vero che finora, nelle competizioni ufficiali, ha fatto piuttosto bene, finendo inaspettatamente e meritatamente secondo agli europei del 2012 (anche se perdemmo male la finale con la Spagna), e terzo lo scorso anno alla Confederation Cup, preludio dell'odierno mondiale. Gli ultimi 10 mesi però sono stati negativi, con un filotto di partite non vinte (fino a quella giocata all'esordio della Coppa contro l'Inghilterra, vittoria abbiamo visto un po' ingannevole, contro avversari dal nome nobile ma protagonisti sul campo non all'altezza del blasone ). Poi la batosta con la Costa Rica, battuti senza appello da avversari che dovevano essere il materasso del girone (dove i due posti per gli ottavi se li contendevano tre squadre dal palmares mondiale, e invece due di queste torneranno a casa) e la spiacevole sensazione che il CT non abbia le idee chiare. Squadra che vince non si cambia, dice una regola magari da osteria ma spesso seguita dagli allenatori, e invece Prandelli non ha confermato l'11 dell'esordio, togliendo Paletta ( a furor di popolo direi), ma anche Verratti, preferendogli Thiago Motta, che non ha mai giustificato la sua nazionalizzazione ( è brasiliano, con bisnonni italiani, se non ho capito male). Oltretutto, riportando Chiellini al centro, ha spostato Dermian, bravissimo sulla destra, a sinistra, e mettendo su quella fascia Abete, disastroso.
Nel secondo tempo col Costa Rica ha messo in campo tutti i cd. estrosi, Cassano, Insigne e Cerci, e nessuno dei tre è andato bene ( e forse non è solo colpa dei giocatori).
Contro l'Uruguay, partita decisiva, cambiamo, inevitabilmente ancora, anche se Prandelli, facendo pretattica, esterna ma anche interna, non dice come.
C'è chi giura che si proverà ad affidarsi ad un blocco di base, con la difesa a tre della Juve, Buffon in porta, Pirlo e MArchiso a centrocampo. Sei campioni d'Italia, più il rientro di Verratti, e poi Immobile davanti a Balotelli. Ai lati, due terzini offensivi, o due laterali difensivi, a seconda dell'ottica di chi guarda : Di Sciglio (che esordisce da convalescente in una partita decisiva....) e Dermian, riportato a destra ma senza Candreva (deludente anche lui coi centro americani) davanti.
Personalmente, non penso che gli urugugi siano squadra migliore della nostra: col Costa Rica ne hanno presi 3 e l'Inghilterra di questi mondiali è veramente poca cosa ( e l'aggettivo "vittoria epica" verrà spesso ricordato ironicamente a Prandelli). Però hanno due attaccanti molto forti, Cavani e Suarez, e il nostro reparto difensivo - tradizionalmente punto di forza della nazionale azzurra - finora non ha dato sicurezza. Insomma, un match pari, dove però le individualità, in avanti, dove può scaturire il gol della qualificazione, sono a loro favore.
In più, come dice il Mister, tradizionalmente gli uruguagi mostrano più attaccamento ai colori patri, e questo è un altro fattore che mi preoccupa.
Insomma, confesso di non essere ottimista.
Il servizio, con le dichiarazioni della vigilia di Prandelli e Pirlo, è del Corriere della Sera.it
Italia-Uruguay, Prandelli è pronto: «Abbiamo una sola opzione, vincere»
Il c.t. alla viglia della sfida dentro-fuori: «È la partita più importante della mia vita
Sulla formazione non svelo niente, così non aiuto loro e tengo sulla corda i miei»
Il c.t. azzurro Cesare Prandelli (Ansa/Ferrari)
Piove, piove fitto su Natal. Per la prima volta da quando sono sbarcati
in Brasile, gli azzurri potrebbero non giocare sotto una calura
micidiale, martedì nella decisiva sfida contro l’Uruguay. La partita
sarà infatti alle 13 di qui (le 18 italiane), esattamente come a Recife.
Ma non è di clima che vuol sentir parlare Cesare Prandelli per quella
che definisce «la partita più importante della sua vita».
«Rincorrerli su ogni pallone»
Accompagnato
dal faro della squadra, nonché conterraneo Andrea Pirlo («per me
equivale a una semifinale o a una finale»), il c.t. ha «la massima
fiducia, credo solo nella qualificazione, abbiamo recuperato energie,
siamo pronti». Una sola opzione, la vittoria, anche se pure il pari ci
farebbe saltare l’ostacolo: «Non possiamo pensare di pareggiare, non
vorrei vedere la squadra subire, dobbiamo essere bravi nel
contrattaccare subito». Loro gli uruguaiani, oltre ad avere Cavani e
Suarez, «una delle coppie più forti del Mondiale, hanno anche un senso
patriottico più spiccato del nostro, ma anche noi rappresentiamo il
nostro Paese e dovremmo rincorrerli su ogni pallone».
Pirlo: non sarà la mia ultima partita
Per
questo il mister non vuole sentire parlare di tattica. «Perché dovremmo
agevolare gli avversari? E poi voglio tenere tutti sulla corda fino
all’ultimo». Il c.t. non svela infatti nulla sull’inedito duo
Balotelli-Immobile, ormai accreditato come sicuro sul campo martedì,
anche se del secondo dice: «È un attaccante moderno che sa aiutare la
squadra». E Pirlo? Al solito, parla poco. Sa che potrebbe essere la sua
partita, ma è un’ipotesi che non vuole assolutamente prendere in
considerazione: «Non ci voglio nemmeno pensare, voglio andare avanti e
indossare ancora questa maglia che adoro».
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