Andiamo a casa e le sensazioni sono miste : delusione, amarezza, ingiustizia, per certi versi, ma anche senso di pochezza.
Sono anni che sostengo, ogni volta che mi capita, che il calcio conferma di essere un gioco e non uno sport anche per le sue regole strampalate. Una di queste , condannare una delle due contendenti a giocare in inferiorità numerica in caso di espulsione di un giocatore per tutto il resto della partita. A me sta bene la severità degli arbitri contro il gioco violento, ma la punizione non può essere così condizionante per l'esito del match. In quale altro sport avviene ? Negli altri c'è sì l'esclusione dalla gara del giocatore scorretto, ma l'inferiorità numerica definitiva no (al massimo dura per un periodo di tempo ben circoscritto).
L'espulsione di Marchisio, tra l'altro discutibile, ha determinato l'incontro, costringendoci definitivamente ad una partita di mero contenimento. In questi casi è probabile che il gol primo o poi lo prendi e così è stato.
Detto questo, nell'ora che abbiamo giocato in 11 non abbiamo creato nessuna occasione da gol, e così avevamo fatto con la Costa Rica.
L'inserimento di Immobile, l'aver riportato Dermian a destra, la difesa a tre col blocco della Juve, Verratti in campo, non hanno portato ad un gioco migliore, ancorché il gioiellino del PSG si sia ben comportato. Se non prendi mai in mano il gioco, se non meriti mai di vincere, poi non consola il fatto che magari non meritavi nemmeno di perdere.
L'Uruguay aveva fatto pochissimo, e solo dopo l'espulsione si sono fatti più aggressivi. Ma sicuramente lo avrebbero fatto comunque visto che il pareggio li eliminava, e l'assalto a furia di cross in area lo avremmo visto sicuramente lo stesso. Ci saremmo difesi in parità numerica, e magari ce l'avremmo fatta ? Può darsi, ma il gol lo abbiamo preso su corner, in una situazione dove l'ammucchiata ci sarebbe stata anche in 11 contro 11.
Insomma, come nel 2002 - ma li l'arbitro Moreno fu veramente scandaloso, e del resto che fosse un farabutto lo avrebbe dimostrato facendosi coinvolgere poi in una storia di traffico di droga - usciamo con la complicità determinante di un arbitraggio infelice, ma , come allora, i nostri demeriti ci sono tutti.
Prandelli, che è persona per bene, penso si dimetterà. Quando ragionerà a freddo, ammetterà di aver fatto male. Eravamo arrivati al mondiale in modo mediocre, con un filotto di non vittorie da record nell'ultimo anno, e poi giocando male due partite su tre. E' vero che il girone era difficile, ma è anche vero che al nostro posto va avanti la Costa Rica, che certo non ha alcun blasone calcistico.
La sua idea di fare l'allenatore e non il selezionatore non ha funzionato.
E quindi, secondo meritocrazia, principio che lui, come il suo mentore Renzi, sostiene, è giusto che faccia un passo indietro.
Dopodiché, magari la Federazione ritiene che non ci sia nessuno che possa fare meglio, e gli propone di rimanere.
Ma lui il gesto lo deve fare.
Di seguito, il servizio a caldo proposta dalla STAMPA.IT
Vince l’Uruguay, l’Italia torna a casa
Prandelli: “L’arbitro ha rovinato tutto”
Un gol di Godin all’81’ elimina gli azzurri e qualifica i sudamericani.
Proteste per il rosso a Marchisio e un morso (non visto) di Suarez a Chiellini
Buffon amaro: «Un fallimento triste per la squadra e per tutta la Nazione»
Proteste per il rosso a Marchisio e un morso (non visto) di Suarez a Chiellini
Buffon amaro: «Un fallimento triste per la squadra e per tutta la Nazione»
Il contestatissimo cartellino rosso a Marchisio
«Assurdo rimanere in dieci in una partita come questa - commenta a caldo il ct - . Non ci sono stati falli cattivi o da espulsione. Non si può condizionare così una gara, l’arbitro ha rovinato la partita».
«La prima gara abbiamo fatto bene, la seconda male. Oggi ce la siamo giocata, contro i due attaccanti più forti al mondo: l’Uruguay è forte, ma non ha mai tirato in porta. Ci possono essere stati errori: mi assumo tutte le responsabilità tecniche», ha aggiunto Prandelli. Che sul suo futuro non si sbilancia: «Adesso vediamo. Dopo 4 anni di lavoro un “rosso” mette in discussione tutto. Ora facciamo delle riflessioni poi vediamo». Amaro il commento del capitano Gigi Buffon: «È un fallimento, sono triste per la squadra e per la nazione. Ora dovremo fare tutti un bell’esame di coscienza», ha aggiunto il portiere ritirando il premio di miglior giocatore della partita.
L’Italia a due punte dura 45 minuti, perché all’intervallo Prandelli toglie Balotelli e inserisce Parolo. Il nuovo entrato prova a dare sostegno al sempre più solo Immobile, ma l’attacco azzurro rimane un fantasma. L’Uruguay sonnecchia per quasi un quarto d’ora, poi cerca l’accelerazione con Rodriguez: l’esterno ha una palla d’oro, ma ciabatta il diagonale mancino al 58’. Il copione cambia pochi secondi dopo, quando l’arbitro Moreno giudica da espulsione un intervento di Marchisio su Arevalo: i tacchetti dell’azzurro finiscono sul polpaccio dell’avversario, il direttore di gara estrae il cartellino rosso e l’Italia si ritrova in 10 per l’ultima mezz’ora. L’Uruguay fatica a creare, ma al 65’ va vicinissimo al gol.
Un rimpallo libera Suarez, che trova il tempo per la conclusione di punta: Buffon è perfetto e salva. I crampi fermano Immobile e dal 71’ il terminale offensivo della Nazionale diventa Cassano. Problemi muscolari mettono k.o. anche Verratti e nell’ultimo quarto d’ora c’è spazio anche per Thiago Motta. Nell’area azzurra, al 79’, scintille tra Chiellini e Suarez. Il difensore della Juventus si lamenta per un presunto morso di Suarez e replica sbracciando. L’equilibrio salta all’81’, quando Godin decolla sul corner da destra: Buffon battuto, 1-0 per l’Uruguay. L’Italia prova a reagire, ma spaventa Muslera solo con una punizione di Pirlo. Il disperato assalto finale produce un paio di cross, ma non c’è nemmeno l’ombra di un tiro. Conclusione: l’Uruguay vince e avanza, l’Italia perde e torna a casa.
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