100 anni fa Sabina Guzzanti era una comica divertente. Senza il genio del fratello, Corrado, però era brava.
Poi le è accaduto qualcosa, o forse aveva già in sé una malattia degenerativa che ad un certo punto si è manifestata in tutta la sua virulenza.
Da persona che sapeva far ridere, si è sentita posseduta dallo spirito di Giovanna d'Arco e investita di una missione. Senza molta originalità il primo nemico da abbattere fu naturalmente Silvio Berlusconi. Si è concentrata per lustri in questo, del resto in tanti hanno mangiato a quella greppia.
Poi purtroppo è arrivato lo spread, Napolitano, la crisi, Monti. E il Cavaliere è uscito da Palazzo Chigi e dagli onori della ribalta. Sì, è rimasto qualche processo, ma di fronte al ciclone Renzi che vuoi che sia ?
E allora la nostra ha deciso di cavalcare un altro cavallo, speranzosa di risalire in sella, anche perché magari ha bisogno di rifare qualche soldino dopo la sòla rimediata dal Madoff dei Parioli. Si c'era anche lei, la sinistrosa, tra gli scemi milionari e i più che benestanti intellettuali di sinistra che, distratti dalle letture "alte", hanno trascurato di leggere Pinocchio. Se lo avessero fatto, non avrebbero creduto alla fola dell'albero che moltiplica gli zecchini d'oro...
Ha fatto film orribili, e senza successo, ogni tanto però riprovandoci. L'ultimo, "La Trattativa" non sta sortendo miglior sorte.
Ma lei non s'arrende, e pur di guadagnarsi la prima pagina - che magari fa effetto traino e qualche altra persona, diversa da amici stretti e parenti, al botteghino del cinema ce la porta - se n'esce con la solidarietà a gente tipo Riina e Bagarella e precisando che i traditori delle istituzioni (chi, quali ??) a lei fanno più schifo dei mafiosi.
A lei, ai suoi sodali e ai suoi aficianados, Facci dedica il suo avvelenato appunto
L'appunto
Facci: Totò Sabina
È anche colpa nostra. Lo è, per esempio, se ci ritroviamo a citare di nuovo Marco Travaglio: uno che ha scritto, ieri, che l’assenza di Riina all’audizione di Napolitano corrisponde a "violare i diritti come neppure a Guantanamo". Uno che ha scritto, ieri, che "politici e garantisti ignorano la Costituzione" come forse la ignora - notiamo - anche la Corte d’Assise di Palermo: la quale ha ricordato, semplicemente, come la presenza di certi mafiosi in udienza sia da escludere anche nei processi ordinari; figurarsi in un’udienza al Quirinale. Ma è colpa nostra se rilanciamo questi forcaioli matricolati che diventano garantisti solo per difendere Riina e Bagarella, come pure Sabina Guzzanti, una poveretta che ieri ha solidarizzato coi due stragisti e ha scritto che i traditori delle istituzioni (chi sarebbero, poi) "ci fanno più schifo dei mafiosi". È colpa nostra se organizziamo talkshow grotteschi dove le Guzzanti e i De Magistris pontificano sul velluto. È colpa nostra se andiamo a leggere centinaia di commentatori sottosviluppati, sul Fatto online, che equiparano la mafia allo Stato come intanto i grillini fanno in Parlamento. Colpa nostra, dunque, se stiamo qui a ribattere, rispondere, e la tv a rilanciare: come se la gente un minimo equilibrata e i poveracci speculatori giocassero tutti nello stesso torneo. Gettare merda sul prossimo per il plauso ghignante della parte più stupida e frustrata della popolazione: in Italia è un mestiere. Noi, anche noi, gli diamo mercato.
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