Per i penalisti il Ministro Orlando è ancora "sub judice". Certo, se l'alternativa è Gratteri o soggetto similare, la levata di scudi è compatta. Come scrisse l'ex Presidente della Camere Penali, Valerio Spigarelli, "salvate il soldato Orlando" dagli attacchi della ANM ma forse anche dalle delegittimazioni di Renzi, che pare più sedotto dalla commissione giustizia presso la sua presidenza, condotta proprio dall'infausto pm calabrese. Resta il timore che l'uomo, Orlando, non sia cattivo ma che alla fine conti poco, e che sia destinato a perdere la partita con i magistrati sulle cose veramente importanti, spuntandola solo dove il "popolo" ( il cui consenso è ovviamente caro a Renzi) è favorevole : le ferie ridotte e un minimo di responsabilità civile anche per lor signori in toga. Sul resto (riforma dell'appello, della custodia cautelare, prescrizione, obbligatorietà dell'azione penale, non parliamo della terzietà del giudice...) è buio.
Pare che vada meglio invece per noi del Civile. A Venezia, dove si è tenuto anche il congresso dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (in precedenza c'era stato quello delle Camere Penali, con Migliucci subentrato a Spigarelli : Auguri, ne avrà bisogno), al ministro della Giustizia è stata tributata addirittura un'ovazione.
Tra i motivi di tanto favore, sicuramente c'è anche l'introduzione della negoziazione assistita (dagli avvocati naturalmente), estesa anche alle separazioni, che potranno essere concordate solo tra le parti, senza più il ricorso al Giudice (indispensabile ovviamente in caso di conflitto). In un primo tempo questa novità era limitata alle sole famiglie senza figli minori o disabili, ma al Senato il testo è stato riformato, con estensione anche a questa situazione, che ovviamente è la più frequente. Com'è giusto che sia, c'è solo il passaggio al PM che dovrà valutare se gli accordi presi non siano nocivi per i figli. Solo in caso di parere negativo, ci sarà l'udienza davanti al Giudice, che valuterà e deciderà.
Come sempre, bisognerà vedere i testi finali per sapere e capire bene, ché qui siamo solo al passaggio in Senato. Per esempio, leggo di due avvocati, e quindi, apparentemente, la negoziazione assistita, ancorché i coniugi e genitori siano d'accordo su tutto, senza nessun conflitto o particolare problema, sempre dovranno scegliersi i rispettivi professionisti ? Un palese regalo alla categoria, e non certo un favore ai cittadini.
Ma, ripeto, va visto alla fine. La novità, non piccola, per il momento sarebbe questa estensione della nuova procedura alle coppie con figli, come molte delle associazioni forensi avevano richiesto.
Divorzio più facile anche con i figli piccoli
Negoziazione assistita per i genitori di bambini minorenni o con disabilità. Sì in commissione al Senato
Resta un passaggio davanti al magistrato, che valuta se l’accordo tra i coniugi è nell’interesse della prole
ROMA La mediazione è maturata a tarda sera, il ministro della Giustizia Andrea Orlando era arrivato apposta per questo in commissione Giustizia del Senato. E alla fine sì, la commissione di Palazzo Madama ha deciso: il divorzio facile si potrà fare anche in presenza di figli minori o disabili.
Per divorzio facile si intende una negoziazione assistita da due avvocati: saltare il passaggio del giudice è ciò che ispira tutta la filosofia del decreto legge sulla giustizia civile, l’obiettivo di snellire le cataste elefantiache di pratiche che intasano i tribunali d’Italia. Tuttavia i senatori della commissione Giustizia una tutela per i figli di coppie separate minori o disabili hanno voluto lasciarla prevedendo un passaggio presso un pubblico ministero.
Questo dovrà valutare se l’accordo risponde all’interesse dei bambini. Se favorevole alla prole lo autorizzerà, altrimenti dovrà trasmetterlo entro cinque giorni al presidente del Tribunale. Quest’ultimo dovrà convocare le parti entro 30 giorni per valutare la situazione.
È tutto tranne che facile il percorso della nuova normativa sul divorzio. Questa di un divorzio con negoziazione assistita da due avvocati è stata una norma inserita nel decreto sulla giustizia civile, tanto caro al ministro della Giustizia, insieme all’altra norma che prevede la possibilità di divorziare davanti all’ufficiale civile. Una piccola rivoluzione che ha avuto a fine agosto la benedizione del Consiglio dei ministri. Non è però riuscito il blitz di inserire nel decreto del governo anche il disegno di legge sul divorzio breve.
A Palazzo Madama ci hanno provato. La senatrice Rosanna Filippin, del Pd, aveva presentato un emendamento ad hoc: chiedeva di inserire nel decreto legge sulla giustizia civile il testo del ddl sul cosiddetto divorzio breve approvato prima dell’estate a Montecitorio.
Il divorzio breve, ovvero: la possibilità di ridurre da tre a un anno il tempo per poter divorziare dopo la separazione. Addirittura arrivare a sei mesi, quando non ci sono figli e tutta la questione del matrimonio fallito non ha generato conflitti fra i due coniugi.
A Palazzo Madama ci hanno provato: in commissione Giustizia avevano trovato pure l’accordo per approvare l’emendamento Filippin ed infilare nel decreto il testo di legge, facendogli saltare tutti i passaggi e i dibattiti. Erano convinti dell’accordo anche gli esponenti di Forza Italia, con il loro presidente della commissione, Francesco Nitto Palma, ma anche tutti quelli del Movimento 5 Stelle insieme, ovviamente, al Partito democratico. Ma proprio in zona Cesarini — ieri sera a riunione di commissione iniziata — è arrivato l’altolà del governo.
Una richiesta esplicita: ritirate quell’emendamento. Eppure avrebbe avuto un senso mettere insieme la parte temporale (il divorzio breve, appunto) con la sparte «spaziale» (il divorzio facile), così da uniformare in un unica norma la riforma di un istituto come il divorzio che da noi era rimasta piuttosto datata, fermo ad una revisione di metà degli anni Ottanta, quando vennero abbassati a tre anni i cinque anni di tempo previsti per passare dallo stato di separati a divorziati.
Oggi l’aula di Palazzo Madama comincerà l’esame della riforma licenziata dalla commissione Giustizia .
Alessandra Arachi
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