giovedì 16 ottobre 2014

ANCORA LA GRECIA ?!?! LO SPETTRO DEL 2011 CHE TORNA ( E SENZA PIU' IL BERLUSCA DA IMMOLARE)




Quando avevo orecchiato che la tempesta dei mercati di ieri - e oggi non va meglio, con lo spread che tocca quota 200 ! - era, in buona parte, ancora dovuta alla Grecia, mi erano cadute le braccia.
Ma come ? Questi sono 3 anni che stanno in mano alla Troika, che fanno i compiti, con uomini di governo e parlamentari che devono stare attenti quando escono dal Parlamento, e dopo misure veramente di "lacrime e sangue", ancora stanno messi così ?  E, a cascata, noi ? 
Ma non si era scritto che la Grecia mandava segni di ripresa, che la crescita del loro PIL rivedeva finalmente il segno più (mentre noi siamo ancora in recessione) ? 
Questo secondo elemento è vero, però c'è da considerare che, se arrivi a zero, poi fare + 1 (o meglio + 0 virgola qualcosa) è più facile.
Quanto ai compiti a casa, il problema sta lì : il premier greco - che comincia a vedere il traguardo delle elezioni - vuole allentare la presa, sciogliersi dall'abbraccio magari salvifico ma oppressivo della Troika.
E' bastato accennarlo, e i mercati hanno reagito subito come cani tarantolati. In più ci sono altre varie non buone notizie (Germania e USA, le economie forti dell'occidente, sembrano rallentare pure loro, specie la prima ; Ebola ; crisi internazionali varie), ed ecco che la Borsa brucia centinaia di miliardi in meno di 48 ore e lo spread  che sale di 50 punti (quando scende lo fa un punto per volta...).
Ecco, questa batosta forse qualcosa dovrebbe dire anche a quelli che siedono a Palazzo Chigi. Noi possiamo anche fregarcene della Merkel, della BCE, delle agenzie di Rating...
Però poi non solo non riduciamo il debito, ma anzi facciamo manovre in deficit, per le quali dobbiamo emettere nuovi titoli di stato, oltre alla caterva di miliardi (oltre 2000) già in giro. E se nessuno ce li compra ? 
Giacalone per 3 anni ha scritto : Draghi, con i suoi annunci e le sue manovre sta comprando TEMPO, non risolvendo i problemi, cosa che solo noi possiamo provare a fare. Ecco, il nostro problema più grande, in assoluto, per la credibilità sui mercati finanziari di cui abbiamo bisogno visto che un terzo del nostro debito è in mano a loro, è la misura monstre dei titoli emessi. Nella manovra di Renzi nessuna traccia di un piano di dismissione del patrimonio per diminuire il debito, anzi, sono previsti altri 10 miliardi da mandare nella fornace. 
Speriamo non si torni a ballare la rumba come nel 2011. Allora eravamo ancora grassocci, ma dopo 3 anni di "dieta" l'organismo temo non reggerebbe. 
E stavolta non abbiamo più nemmeno il cattivo da sacrificare...
Di seguito, il commento di un altro bravo osservatore economico, Giuseppe Turani, che condivido in gran parte meno che nella definizione dell'Italia come paese "incolpevole". Mi pare che di colpe, per quello che ci accade, ne abbiamo parecchie. Poi ci sono anche quelle altrui. 





Il ritorno della bufera

Giuseppe Turani



La storia del disastro che si è appena abbattuto sull’economia e sulla finanza europea è purtroppo semplicissima. Ancora una volta c’è di mezzo il paese più malmesso del continente, e cioè la Grecia. E ancora una volta le autorità europee (che di autorità ne hanno ben poca, per la verità) sono state prese di contropiede e non sanno bene che cosa fare.
L’inizio della vicenda (che oggi ha fatto perdere alle Borse europee quasi 300 miliardi) non è economico, ma di tipo politico. Di colpo il primo ministro Antonis Samaras ha deciso la chiusura anticipata del programma di aiuti della Troika (che naturalmente sorveglia e, di fatto, comanda). La Grecia, a essere sinceri, non sta così bene da mandare a quel paese la Troika. Samaras ha preso questa decisione nel tentativo di mostrarsi autonomo dalla Troika. E lo ha fatto per cercare di recuperare terreno nei confronti dell’opposizione: i sondaggi danno infatti Syriza in grande crescita.
Questo l’inizio della vicenda. Probabilmente nemmeno Samaras aveva ben valutato quello che sarebbe successo. Di fronte alla notizia che la Grecia, da ora in avanti, farà per conto proprio, senza più la sorveglianza (e i soldi) della Troika ha seminato il panico nella finanza. In più l’agenzia di rating Fitch ha diffuso un rapporto nel quale si  dice che le banche greche. dopo la pubblicazione dei risultati degli stress test ordinati dalla Bce (26 ottobre), dovranno ricapitalizzarsi perché sarebbero ancora piene di titoli marci. Insomma, servono soldi freschi.
A questo punto si è innescato un infernale gioco del domino. La  finanza ha lasciato i paesi più esposti (Grecia, ma anche Italia e Francia) e le Borse e tutti sono andati a rifugiarsi nei bund tedeschi. Sono scappati in cantina. Con il risultato di far salire il bund e di azzerarne i rendimenti. Ma questo ha creato preoccupazione  su molte piccole banche tedesche e su quelle regionali perché senza buoni rendimenti dei bund anche la loro situazione diventa molto delicata.
La ciliegina finale su questa torta indigesta è arrivata con l’annuncio che l’economia tedesca e quella americana (quella delle due locomotive mondiali) è in rallentamento. O, almeno, non è brillante come si pensava. E anche dall’oriente arrivano segnali non molto positivi.
Come si vede, oggi è finito in tavola materiale più che sufficiente per allarmare i mercati. E infatti gli spread sono saliti subito e non è affatto detto che domani tutto possa tornare tranquillo. Ormai la burrasca si è innescata e fermarla sarà dura. La Grecia, oggettivamente, non è risanata. Ma la  sua situazione politica interna rende difficile, se non impossibile, l’assistenza della Troika: quindi sotto il Partenone può succedere di tutto, esattamente come qualche anno fa. E questo potrebbe tradursi in una salita generalizzata degli spread (denaro più caro, quindi): un paese come l’Italia, incolpevole, riceverebbe una bastonata proprio quando sta cercando di rialzare la testa. Facile prevedere che l’euro, in queste condizioni, comincerà di nuovo a ballare. E questo ridarà fiato tutti gli anti-euro in giro per l’Europa, rendendo ancora più complessa, forse impossibile, la gestione della crisi.
Stamattina sembrava di essere in una bella giornata di ottobre, finalmente. Ma di colpo siamo piombati dentro una tempesta di cui sappiamo solo che sarà cattiva. Ma da cui non sappiamo come sarà possibile uscire.

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