domenica 12 ottobre 2014

PERDE L' APPALTO PERCHE' DIMENTICA UNA FOTOCOPIA. LUI SI UCCIDE, IL COMUNE RISPONDE : E' LA LEGGE BELLEZZA


Quando finiranno di prenderci per i fondelli, dicendoci di voler finalmente combattere la becera burocrazia che ci soffoca ? Quando la gente si stancherà veramente e brucerà gli archivi e le montagne di carta richieste da stupidi e ottusi burocrati, che si difendono dicendo " è la legge", ben sapendo, loro come noi, che SENZA quella legge,   non avrebbero ragione di esistere ? Non nel numero assurdo che sono.
Leggo la storia di Giovanni Scrizzi, e mi viene rabbia. La reazione dell'uomo mi sembra eccessiva, anche perché, se ho compreso bene, la perdita della gestione del Caffè Letterario di Pordenone, che deteneva da 12 anni, non era esiziale da un punto di vista economico.
Comprendo il dispiacere, la delusione, sicuramente la rabbia. Da qui ad uccidersi... Forse vi erano altri motivi, e questa magari è stata la spinta definitiva.
Però il fatto che uno perda un appalto perché manca la fotocopia della carta d'identità, ecco, questo lo reputo un'assurdo totale.
Ma nel nostro paese è normalità. Si chiedono decine se non centinaia di carte, e quante di esse sono veramente essenziali ? E soprattutto, possibile che una semplice dimenticanza come questa non possa essere sanata ? Che proporzione c'è tra inadempienza e sanzione ?
Il  Direttore Generale, si trincera dietro la solita risposta demenziale : a termini di legge...
Ecco, a forza di queste leggi, e delle loro cerbere applicazioni, che le stiamo detestando, che forse noi italiani le abbiamo sempre detestate, vivendole non come regole di convivenza ma strumenti per trattarci come sudditi, e mai come cittadini. 
In questi momenti, capisco un pizzico di più perché ancora oggi Grillo riesce a portare mezzo milione di persone al Circo Massimo, e se un libro (col regolamento del Senato) manca di poco il suo bersaglio, il presidente Grasso, l'istinto, non tacitabile, mormora "peccato..."




Niente appalto perché manca una fotocopia : imprenditore si toglie la vita a Pordenone 

Giovanni Scrizzi da 12 anni gestiva il Caffè Letterario. Aveva dimenticato di allegare alla domanda la carta d’identità e non riusciva a darsi pace dell’esclusione




Ha dimenticato una fotocopia e così è stato escluso dall’appalto per la concessione del Caffè Letterario, che da dodici anni era la sua seconda casa. Ha sistemato le ultime pendenze con una collaboratrice, telefonato alla ex moglie, ed è sparito. Giovanni Scrizzi, 59 anni, di Pordenone, è stato trovato morto ieri a Cordenons, sul greto del fiume Meduna. Il cadavere dell’uomo giaceva all’interno della propria auto: i congiunti avevano lanciato l’allarme giovedì pomeriggio e da allora anche le forze dell’ordine avevano iniziato le ricerche. 

La notizia della morte, arrivata ieri a tarda sera, ha suscitato dolore a Pordenone, dove è trascorsa una triste domenica. L’uomo non riusciva a darsi pace per la motivazione che aveva portato il Comune ad escluderlo dalla gara: aveva dimenticato di inserire nel plico la fotocopia della carta d’identità. 

Così Pordenone si sta interrogando sull’atteggiamento dei funzionari comunali che hanno applicato la normativa escludendo dalla gara il commerciante per la dimenticanza. Tra i congiunti e gli amici dell’imprenditore c’è chi punta il dito contro la struttura amministrativa: l’uomo era il gestore uscente, residente a Pordenone e partner dell’amministrazione comunale in tutti i principali eventi culturali, nella città che ospita uno dei principali festival letterari, Pordenonelegge. Insomma, tra le persone più vicine al commerciante, che era anche musicista, attore dilettante, persona conosciuta in paese, si punta il dito contro la rigida applicazione della norma. 

La risposta del Comune è stata affidata al direttore generale, Primo Perosa, che pur manifestando dolore e vicinanza ai familiari per la tragedia, ha difeso l’operato dei propri collaboratori. «La procedura di gara è stata seguita in maniera ineccepibile e la mancanza del documento di identità è equiparabile, a termini di legge, all’assenza della firma, provocando l’irricevibilità dell’offerta», ha dichiarato. «Il Comune di Pordenone è sempre stato conciliante - ha aggiunto Perosa - al punto che, in fase di predisposizione della gara, ha effettuato una perizia che riconosceva come i lavori eseguiti e gli arredi scelti in questi anni avessero garantito una miglioria al locale quantificata in circa 20 mila euro».

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