Si rimane piuttosto colpiti nel leggere la sfilza di nomi che definire "eccelenti" sarebbe decisamente troppo, ma sicuramente noti nell'ambito della Capitale, coinvolti nell'operazione anti criminalità organizzata che in queste ore è stata condotta dalle forze dell'ordine nella città di Roma.
Coinvolto anche l'ex sindaco Alemanno.
In attesa nei prossimi giorni di saperne di più, intanto proponiamo il lungo reportage di cronaca del Corriere on line
Mafia e politica: perquisizioni, arresti Indagato anche ex sindaco Alemanno
In corso perquisizioni tra uffici di consiglieri della Regione Lazio, uffici del Campidoglio e abitazione dell’ex primo cittadino. Notificati 37 ordini di custodia cautelare
Gianni Alemanno, indagato per associazione mafiosa a Roma (Ansa)
ROMA - Pedinamenti,
intercettazioni e verifiche sui flussi di denaro. Si sono mosse su un
doppio binario le indagini del Ros dei carabinieri e del Nucleo
tributario della Finanza sfociate, mercoledì mattina, in 37 arresti,
decine di perquisizioni - comprese la Regione, il Campidoglio e 24
aziende - e la notifica di 39 avvisi di garanzia. È l’inchiesta «Mondo
di mezzo», che nel legare gli affari di politici, malavitosi e manager
ipotizza l’associazione a delinquere di stampo mafioso, a cui sono da
aggiungere altri reati come la corruzione, l’estorsione e il
riciclaggio. Sono stati circa 500 i carabinieri del Comando provinciale
di Roma impiegati nelle perquisizioni, più i militari del gruppo
cacciatori di Calabria, elicotteri e unità cinofile. Le Fiamme gialle,
al comando del colonnello Cosimo Di Gesù, hanno controllato 350
posizioni tra persone fisiche e società e hanno bloccato 205 milioni
frutto del reimpiego di capitali illeciti, senza calcolare i conti
correnti e il contenuto delle cassette di sicurezza. In due abitazioni
dell’ex Nar Massimo Carminati, finito in carcere, sono stati
sequestrati 50 quadri di enorme valore: fra gli autori Andy Warhol e
Jackson Pollock. L’imprevista scoperta potrebbe aprire un nuovo filone
d’inchiesta poiché, spiega il comandante del Ros, il colonnello Mario
Parente, «possono essere riconducibili a un traffico di opere d’arte».
I quadri dell’ex Nar
Nella lista dei 37 arrestati (leggi i nomi)
compaiono il direttore generale dell’Ama Giovanni Fiscon, gli ex
amministratori delegati dell’ Ama Franco Panzironi (coinvolto anche
nello lo scandalo Parentopoli) e di Eur spa Riccardo Mancini (già
rinviato a giudizio per le tangenti sui filobus), l’ex capo della
polizia provinciale Luca Odevaine, che è stato anche a vicecapo di
gabinetto del sindaco Veltroni.Tra gli indagati ci sono l’assessore alla
Casa Daniele Ozzimo, il presidente dell’assemblea capitolina Mirko
Coratti (entrambi dimissionari), il responsabile della direzione
Trasparenza del Campidoglio Italo Walter Politano (che domani sarà
rimosso dal suo incarico), i consiglieri regionali Eugenio Patanè e Luca
Gramazio, l’ex sindaco Gianni Alemanno («foraggiata», secondo gli
inquirenti, anche la sua fondazione Nuovaitalia) e i suoi fedelissimi
Antonio Lucarelli e Stefano Andrini. E poi tre avvocati, fra cui
Pierpaolo Dell’Anno, alcuni appartenenti alle forze dell’ordine
accusati di favoreggiamento e il faccendiere Gennaro Mokbel, già
condannato in primo grado per la truffa a Fastweb e Telecom Sparkle .
«Con questa operazione abbiamo risposto alla domanda se la mafia è a
Roma. La risposta è che Roma la mafia c’è e dimostra originalità e
originarietà», sottolinea il procuratore Giuseppe Pignatone.
Appalti dirottati anche per i centri d’accoglienza
Lo scorso sabato 30 novembre, all’assemblea dei democratici, Pignatone aveva ammonito: «Corrotti e mafia, patto che fa paura»
riferendosi al mondo politico romano. Quel giorno nessuno aveva
compreso che gli inquirenti stavano tirando le fila di un’inchiesta
durata oltre due anni, che disegna una holding criminale capace di
aggiudicarsi gli appalti per i rifiuti, le piste ciclabili, i punti
verdi qualità, la raccolta delle foglie, la realizzazione dei villaggi
nei campi nomadi, l’assegnazione dei flussi di immigrati. Al vertice
dell’organizzazione, secondo la Direzione distrettuale antimafia, c’era
Carminati, che con le sue società avrebbe incamerato commesse per
decine di milioni. «In cambio - spiega il capo della Dda, Michele
Prestipino - sono state pagate per anni tangenti fino a 15 mila euro al
mese. Ma anche centinaia di migliaia di euro in un solo colpo».
Odevaine, per esempio, avrebbe avuto uno «stipendio» mensile di
cinquemila euro.
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Da «io stavo cor libbanese» al «Pijamose Roma, Gianni»: Alemanno bersagliato dai social
«In Comune abbiamo amici»
Carminati,
sostengono gli inquirenti, «manteneva i rapporti con gli esponenti
delle altre organizzazioni criminali, con pezzi della politica e del
mondo istituzionale, finanziario e con appartenenti alle forze
dell’ordine e ai servizi segreti». Il procuratore ricorda una
conversazione tra Carminati e il suo braccio destro, Salvatore Buzzi:
«Dobbiamo vendere il prodotto amico mio. Bisogna vendersi come le
puttane adesso. Mettiti la minigonna e vai a battere con questi amico
mio». Dopo le ultime elezioni comunali «qualcosa è cambiato», precisa
Pignatone, tuttavia in un’intercettazione «Carminati con i suoi
collaboratori dicono: “Siamo tranquilli abbiamo amici”».
«Relazioni tra giunta Alemanno e gruppo criminale»
Nell’ordinanza
firmata dal giudice Flavia Costantini si legge: «Allo stato
dell’indagine può essere affermato con certezza che vi erano dinamiche
relazionali precise, che si intensificavano progressivamente, tra
Alemanno e il suo entourage politico e amministrativo da un lato e il
gruppo criminale che ruotava intorno a Buzzi e Carminati dall’altro.
Dinamiche relazionali che avevano a oggetto specifici aspetti di
gestione della cosa pubblica e che certamente non possono inquadrarsi
nella fisiologia di rapporti tra amministrazione comunale e stakeholders».
I pm: «Panzironi e Mancini pubblici ufficiali a libro paga»
Quanto
a Mancini e Panzironi, stando all’accusa, rappresentano «i pubblici
ufficiali a libro paga che forniscono all’organizzazione uno stabile
contributo per l’aggiudicazione degli appalti». I due manager si
sarebbero dati da fare anche per «lo sblocco dei pagamenti in favore
delle imprese riconducibili all’associazione» e tra il 2008 e il 2013
come «garanti» dei rapporti dell’organizzazione con il Campidoglio. Il
manager Fabrizio Franco Testa, invece, per i magistrati è «una testa di
ponte» del gruppo «nel settore politico e istituzionale, coordinando le
attività corruttive dell’associazione e occupandosi della nomina di
persone gradite al sodalizio in posti chiave della pubblica
amministrazione».
Alemanno: «Io estraneo, ne uscirò a testa alta»
L’ex
sindaco di Roma, nel dichiararsi fiducioso nel lavoro della
magistratura, precisa in una nota: «Chi mi conosce sa bene che
organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre
combattute a viso aperto e senza indulgenza. Dimostrerò la mia totale
estraneità». E annuncia: «Dimostrerò la mia totale estraneità ad ogni
addebito e da questa incredibile vicenda ne uscirò a testa alta». Per il
presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, «quello che sta
emergendo è un quadro inquietante».
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«Mafia capitale», i principali volti noti coinvolti nell’inchiesta
In procura Di Stefano: tangenti dai costruttori
Dopo
lo scandalo di Marco Di Stefano (deputato Pd a lungo in Regione Lazio,
dove fu anche assessore al Patrimonio) travolto a fine ottobre
dall’inchiesta per le tangenti da due milioni di euro nel caso degli
affitti pilotati alla Pisana, una nuova «puntata» giudiziaria sembra
travolgere le istituzioni della Capitale. Proprio mentre scattavano le
perquisizioni, martedì Di Stefano è arrivato a Piazzale Clodio per
essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta su una presunta tangente
da 1,8 milioni di euro che avrebbe ricevuto, quando era assessore alla
Regione Lazio nella giunta Marazzo, dai costruttori Antonio e Daniele
Pulcini. Di Stefano è indagato per corruzione e falso: per l’accusa la
tangente servì per favorire la locazione di due immobili dei Pulcini
alla società «Lazio service». Di Stefano sarà sentito anche come
testimone sulla scomparsa del suo braccio destro Alfredo Guagnelli.
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