lunedì 26 gennaio 2015

POLEMICA RENZI - TOGHE. PER I MAGISTRATI SI STAVA MEGLIO QUANDI SI STAVA PEGGIO.

 

Sicuramente per l'associazione dei magistrati era più semplice avere a che fare con Berlusconi. Qualsiasi idea di riforma della giustizia poteva essere paralizzata invocando il conflitto di interessi e il sospetto-certezza che si trattasse di norma ad personam. Metà dello schieramento politico e della popolazione li appoggiava, e il gioco era fatto. Berlusconi poi era retorico e melodrammatico nei suoi toni contro i giudici nemici, accendeva l'animo dei suoi ma lasciava perplesso l'elettorato moderato. 
Con Renzino le cose per le toghe sono assai peggiorate. Al momento scheletri nell'armadio non glieli hanno trovati (si, c'è il papà in guai societari, ma insomma, non grandi cose), conflitti di interessi nemmeno (qualche favore da amici facoltosi, come farsi pagare l'affitto...suvvia poca roba), e poi l' uomo è il leader della sinistra, anche se di questo i rossi duri e puri non si danno pace, alleata storica degli ultimi 20 anni e passa ! Infine è sarcastico e polemico, da buon toscano, e le sue repliche sono assai più urticanti di quelle brianzole.
Insomma, bei tempi quelli del Cavaliere....
Nel leggere i soliti stucchevoli comunicati del sindacato dei giudici, salta agli occhi questa loro tracimante ambizione di essere anche i fattori delle leggi che poi sono chiamati ad applicare. Quasi un'ossessione oramai.

Renzi gela i magistrati: «Critiche ridicole»
Il premier: basta con lo strapotere delle correnti. 
Le toghe: il problema non siamo noi
ma le promesse mancate 
 
 
ROMA   Loro lo accusano di averli trattati come degli scansafatiche, senza rispetto istituzionale, addossando alla categoria i guai della giustizia.
Lui ieri ha preso carta e penna e replicato agli attacchi ricevuti il giorno prima, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario: le contestazioni sono bollate dal premier come «ridicole», così come la questione delle ferie ridotte dal governo, «non vogliamo far “crepare di lavoro” nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice, passo dopo passo ci arriveremo».
Matteo Renzi risponde a tutte le critiche ricevute, in modo esplicito, difendendo le recenti misure approvate dall’esecutivo, come il taglio delle ferie di 15 giorni: «Alcuni magistrati — scrive di prima mattina il presidente del Consiglio su Facebook — sfruttano iniziative istituzionali per polemizzare con il governo, mi dispiace molto, perché penso che la grande maggioranza dei giudici italiani siano persone per bene, che dedicano la vita a un grande ideale e lo fanno con passione. Ma trovo ridicolo — e lo dico, senza giri di parole — che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia, il premier ci vuol “far CREPARE (scritto in maiuscolo, ndr ) di lavoro”».
Nella risposta del premier ai magistrati, che minacciano ricorsi alla magistratura amministrativa contro il recente provvedimento di Palazzo Chigi, c’è anche un’analisi dello stato dell’ordinamento giudiziario: «Bisogna valorizzare i giudici bravi, dicendo basta allo strapotere delle correnti che oggi sono più forti in magistratura che non nei partiti», scrive Renzi, aggiungendo che «l’Italia è la patria del Diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore», anche per «la memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia che ci impone di essere seri e rigorosi».
Nel replicare ai magistrati il capo del governo dice di sfidare anche un luogo comune: «A chi mi dice: ma sei matto a dire questa cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati. E i nostri giudici — aggiunge — devono sapere che il governo (nel rispetto dell’indipendenza della magistratura) è pronto a dare una mano. Noi ci siamo».
Alle parole del premier ha risposto l’Associazione nazionale magistrati, dopo poche ore, dicendo che «il problema non sono i magistrati, ma le promesse mancate, la timidezza in materia di prescrizione e corruzione, la proposta, alla vigilia di Natale, di depenalizzare l’evasione fiscale fino al 3%. Le critiche che vengono dai magistrati — si legge ancora nel comunicato dell’Anm, il “sindacato” delle toghe — sono dettate dalla delusione: noi riponevamo e vorremmo riporre fiducia nella volontà di fare le buone riforme, ma chiediamo coerenza tra parole e fatti. Renzi vuole un sistema più veloce e più semplice? Blocchi la prescrizione almeno dopo la sentenza di primo grado, introduca sconti di pena ai corrotti che collaborano con la giustizia, estenda alla corruzione gli strumenti della lotta alla mafia». Ma non solo, è anche di «cattivo gusto» la citazione dei magistrati uccisi.
«Le critiche delle ultime ore sono ingenerose», interviene in serata il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, «dispiace che l’Anm non colga il passaggio attuale per recuperare obiettività. Le nostre riforme non sono contro la magistratura, ma contro la paralisi che dura da troppi anni» .

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