Dopo quasi 4 anni dalla defenestrazione, via spread, di Berlusconi da Palazzo Chigi e il suo azzoppamento giudiziario, via giudiziaria, c'è ancora chi, a sentire il nome del Cav o delle sue aziende (Mediaset, Mondadori, ma anche altre) mette mano alla pistola.
E che volete, 20 anni passati così mica si cancellano in poco tempo ! Ci vorrebbero anni di seria terapia e con uno bravo (e ce ne sono pochi in giro) per guarire da una psicosi così seria. Tra l'altro, questo accade mica in Svezia, dove potrei anche prendere sul serio, considerato lo spessore etico-civico della maggior parte della popolazione, la fremente indignazione provata di fronte all'anarchia comportamentale del brianzolo.
Ma in Italia ???!! Suvvia, un po' meno ipocrisia per favore !
Il problema è che questo riflesso pavloviano, per cui, quando sente il nome Silvio, il cane abbaia, si ripercuote sulle cose del paese. E così per 20 anni i magistrati hanno potuto farne di ogni, impedendo qualsiasi seria riforma del pianeta giustizia, denunciando ogni volta l'attentato berlusconiano, e se nell'epoca globale, dove le nostre aziende sono stritolate dalla concorrenza di imprese straniere X volte più grandi, basta che la Mondadori pensi di rilevare la semi defunta Rizzoli per far gridare al monopolio culturale.
Del resto, questo è e resterà sempre il Paese dove Principati, Ducati e anche Repubbliche preferivano invocare e sottomettersi al controllo di Stati stranieri pur di sconfiggere i rivali della penisola.
Filippo Facci, in proposito, fa qualche opportuna considerazione.
Filippo Facci: l'antiberlusconismo anni '60
Alcuni episodi fanno sospettare che resista un anti-berlusconismo che va oltre la resistenza di Berlusconi, e che forse è la maschera di qualcosa di più antico. L'anti-berlusconismo puro resta nella Legge Severino: i casini del Pd campano e pugliese evidenziano quanto fosse sacrosanto rivolgersi alla Corte Costituzionale prima di applicarla, ma c'era da far decadere Berlusconi e stop. Poi c'è l'ipotesi che Mondadori possa acquisire Rizzoli (in crisi) secondo una logica che mira a concorrere con editori internazionali ben più pasciuti: al cui confronto "Mondazzoli" resterebbe comunque un nano. Tuttavia si preferisce fare "appelli" e illudersi che l'editoria sia ancora quella dell'Italietta anni 60. Ultimo episodio: Raiway. E' vero, in Europa i produttori di contenuti non sono incestuosamente proprietari anche delle reti di trasmissione (torri, tralicci) e tantomeno lo è la citatissima Bbc; ma il discorso dovrebbe valere anche per la Rai. Invece mezzo Paese ora plaude a una Rai (cioè a uno Stato) che rimanga proprietaria del 51 per cento delle strutture che finge di voler privatizzare; e una politica vetero-democristiana s'impiccia di tralicci anziché limitarsi a fissare le regole del mercato. Ecco dunque uno Stato dirigista che resta arbitro e giocatore (in questo il giovane Renzi non è giovane per niente) e si mette a concorrere coi privati anziché agevolarli, si tratti di Mediaset o di chiunque altro. Il risultato è la Rai che abbiamo avuto e che avremo, nello Stato che abbiamo avuto e che avremo.
IL PARLAMENTO OGGI
RispondiEliminaDa Cittadino neutrale lo paragono al Mercato delle Vacche.
Da ragazzino andavo a scuola alla Dante Alighieri di Firenze
Ricordo che in piazza della Signoria tutti i venerdi Sensali e Contadini si incontravano per discutere eventuali compra vendite.
I Contratti? li sigillavano sputandosi sulla mano prima di stringersela.
Ciò che ci differenza dal Passato?
La Mancanza di serietà è il non rispetto della parola data.
Il Popolo per tutti gli abusi subiti dovrebbe chiedere Giustizia Dando vita ad un Tribunale del Popolo che giudichi veramente chi approfitta di cariche Istituzionali per fare i loro Interessi. La punizione dovrebbe essere di esempio non depenalizzata Come avviene nei Tribunali che permettono a gli avvocati di menare il can per l’aia sino alla prescrizione del reato.VITTORIO.A