martedì 28 aprile 2015

AL TAVOLO WHIRLPOOL "SOLO" 130 PERSONE...BASTERANNO ??



Quando era sindaco di Firenze, e scriveva libri come "Fuori", Matteo Renzi ironizzava, e a ragione, sulla mania italica di aprire "tavoli" sui problemi, quasi sempre perfettamente inconcludenti, al massimo con il raggiungimento di compromessi al ribasso buoni solo a tamponare le situazioni, facendole incancrenire. 
Chissà cosa pensa l'attuale premier della folla che si è radunata al ministero dello sviluppo economico per occuparsi della vertenza WIRLPOOL - INDESIT : 130 persone !!!!
Tra rappresentanti dell'impresa, dei sindacati (le sigle ormai sono decine) e del governo...
Come non condividere l'ironia del bravo, e sconsolato, Dario di Vico sul Corriere della Sera ?? 



QUEI CENTOTRENTA POSTI
AL «TAVOLO» WHIRLPOOL  
TROPPE VOCI PER RISOLVERE (DAVVERO) I PROBLEMI
 

L’esame della vertenza Whirlpool-Indesit è iniziato ieri a Roma al ministero dello Sviluppo economico (Mise) in pompa magna. Decisamente magna, visto che nella sala degli Arazzi, con il ministro Federica Guidi e i rappresentanti dell’azienda e dei lavoratori, c’erano in tutto 130 persone. Come si è arrivati a questo numero? Per ogni organizzazione sindacale hanno voluto essere presenti rappresentanti di categoria, istanze territoriali degli stabilimenti coinvolti e uomini delle confederazioni. C’era anche l’Ugl e quindi il numero dei sindacalisti è aumentato ancora. Visto il clima preelettorale — almeno per la Campania — le istituzioni locali coinvolte non avrebbero per nessun motivo «bucato» l’appuntamento e così al ministero c’era anche una robusta delegazione politica di territorio. Se poi aggiungiamo anche una rappresentanza di Confindustria e Federmanager quota 130 è subito raggiunta.
   Tanta folla ieri tutto sommato non ha intralciato più di tanto i movimenti della vertenza: c’erano poche cose da concordare e lo si è fatto. È stato deciso che si continuerà a discutere in sede Mise ed è stato anche confezionato un calendario che prevede già tre date a partire dal 29 aprile. Ma domani assisteremo a una replica? I 130 di ieri si auto-convocheranno di nuovo nelle stanze del ministero? Il consiglio che viene da dare è di puro buon senso: se si vuole davvero entrare nel merito del piano industriale Whirlpool e valutarne l’impatto sugli stabilimenti e sui dipendenti converrà restringere drasticamente le delegazioni.
   Si potrebbe adottare il metodo toyotista della produzione snella e tagliare gli sprechi di sedie. A soffrirne, siamo sicuri, non saranno né la democrazia né la trasparenza perché la vertenza è seguita passo passo dai lavoratori e la mobilitazione a sostegno è ampia. Ci saranno solo un po’ di funzionari, politici e sindacali, che dovranno rinunciare alla trasferta romana e alla foto di gruppo. Ce la possono fare.

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