domenica 10 maggio 2015

IL RITORNO DEI CARRI ARMATI NELLA PIAZZA ROSSA NON COLMANO IL GAP CON I COLOSSI ECONOMICI DEL MONDO

 

Lo sfoggio di potenza militare e di orgoglio nazionalistico sfoggiato da Putin nella Piazza Rossa in occasione dei 70 anni dalla vittoria nella seconda guerra mondiale (comprensibilmentE denominata in Russia "patriottica", e per la quale ebber venti milioni di morti....), mi ha fatto tornare indietro nel tempo, quando queste manifestazioni erano la regola, svolgendosi ogni anno per celebrare l'annivversario della Rivoluzione. Poi l'URSS sappiamo com'è - per fortuna - finita, e quindi era un pochino che non si vedeva tanto sfoggio.
Danilo Taino, curatore di numeri e statistiche, va a guardare però un po' dentro le cifre e rivela come, per quanto Putin mostri i muscoli e insegua il ritorno russo a ruolo di grande potenza mondiale, l'economia continua a dettare le sue regole spietate.
E quindi, pur con tutta la sua "buona" volontà, il nuovo Zar non riesce a destinare più di un'ottantina di miliardi (calcolati in dollari) alle sue forze armate. 
Un sacco di soldi, certo, corrispondenti al 4,5% del PIL russo, ma ecco appunto che la forza economica ci mette lo zampino, e gli USA, investendo di meno, rispetto al prodotto interno (il 3,9), regalano al Pentagono la cifra abnorme di 610 miliardi di dollari !!
E la Cina, che dedica la metà del suo PIL rispetto alle altre due (il 2,06 segnala Taino), investe ben 216 miliardi, più del doppio rispetto a Putin.
Sono solo numeri, che però mi hanno un po' sorpreso.
Non mi aspettavo un gap così grande.
Ci rimarranno male certi miei amici filo moscoviti. 


Usa, Cina e Russia La verità sulle armi
di Danilo Taino (Statistics editor)

 

Ci eravamo disabituati a parlare di armi e di arsenali militari, dopo la fine della Guerra fredda. L’abnorme parata militare di ieri sulla Piazza Rossa di Mosca ci riporta indietro, a farlo. Di fronte alla meraviglia (si fa per dire) del nuovo carro armato russo Armata T-14 e dei 140 aerei ed elicotteri da guerra, viene il dubbio che il Cremlino di Vladimir Putin abbia preso la strada di un riarmo sofisticato, forse massiccio. I numeri non dicono tutto, però raccontano cose interessanti. Secondo Sipri — lo Stockholm International Peace Research Institute, una delle fonti sulla sicurezza più autorevoli — nel 2014 la spesa militare mondiale è stata di 1.776 miliardi di dollari, il 2,3% del Prodotto mondiale. Di questi, 84,5 sono quelli che fanno capo a Mosca: il 4,5% del Pil russo.
Significa che sì, il Paese è il terzo del pianeta per spesa militare, dopo gli Stati Uniti e la Cina. Ma a una grande distanza: l’anno scorso, Washington ha destinato alla Difesa 610 miliardi di dollari, il 3,9% del Pil; Pechino 216 miliardi , il 2,06% (i dati cinesi vanno presi con precauzione, la loro trasparenza è minore anche di quella già non cristallina dei budget militari occidentali). Per dire: la spesa russa è di poco superiore agli 80,8 miliardi investiti nell’esercito dall’Arabia saudita (l’Italia è dodicesima al mondo, 30,9 miliardi di dollari). Il Cremlino, insomma, è ancora un grande protagonista sulla scena militare: tra l’altro, è il secondo esportatore mondiale di armi, il 27% di tutte quelle vendute nel mondo, contro il 31% degli Stati Uniti. Ma questi numeri indicano soprattutto che il gap che si è creato con l’America dopo il crollo dell’Unione Sovietica non si chiude ma continua ad allargarsi e che la nuova potenza emergente, la Cina, è ormai un attore più rilevante.
    Sul piano delle armi nucleari, la Russia rimane in un certo senso testa a testa con gli Stati Uniti. Possiede circa 4.300 testate attive, 1.600 delle quali montate su missili balistici di lungo raggio di era sovietica, i quali nei prossimi dieci anni verranno tutti sostituiti da cinque tipi di SS27, assieme a una modernizzazione generale del settore. L’America, d’altra parte, ha 2.100 testate schierate e altre 2.660 di riserva e nel prossimo decennio spenderà 350 miliardi per l’ammodernamento del settore.

 Come spesso capita, lo sfoggio dei muscoli (la parata di ieri) fa più impressione della loro vera consistenza.

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