mercoledì 29 luglio 2015

LAICI COI CATTOLICI, "COMPRENSIVI" (VILI ? ) COI MUSULMANI

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Su questo episodio non mi sono soffermato, perché alla fine diventano troppe le cose che uno dovrebbe commentare, e francamente...
Però sulla questione del tappeto di preghiera rimosso dal Comune per un blitz di alcuni leghisti, mi è capitato di leggere l'intervento del mio amico Mauro Anetrini, e devo dire che sono assolutamente d'accordo col suo pensiero, partendo dalla domanda regina : che caspita ci faceva questo tappeto all'interno del Comune ??
Noi aboliamo dalle scuole i crocefissi, i presepi, pronti a rinnegare la nostra storia cristiana, per il politically correct, e poi, sempre per mostrarci "a la page", riconosciamo agli altri il diritto che neghiamo a noialtri, bene o male "padroni di casa".
Mauro fa un discorso più laico - ed è al principio di laicità dello Stato che si sono appellati i due leghisti per spiegare la loro iniziativa - che è quello per il quale nei luoghi pubblici non devono entrare simboli religiosi. 
Perché il tappeto musulmano sì e una cappelletta cattolica no ?
Nessuno dei due, è la posizione di Mauro.
E mi pare si possa essere d'accordo con lui senza troppa fatica. 



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Il mio amico - e sono fiero di esserlo - Augusto Montaruli critica aspramente l'iniziativa di due consiglieri comunali leghisti di asportare il tappeto destinato alla preghiera dei musulmani collocato in una saletta di Palazzo Civico.
I due - conosco anche loro e uno, Roberto Carbonero, e' un amico sincero - sostengono di avere agito in nome della laicita' dello Stato. In Comune non c'e' una cappella e, sostengono, non deve esserci nemmeno una moschea, o qualcosa che la ricordi.
Ognuno pensa ed agisce come ritiene e se ne assume le conseguenze: tutte, compresa l'esposizione alle contumelie dei dissenzienti.
Qualcuno si chiedera' se non ci sia un modo migliore per impiegare il proprio tempo. Possibile, ma anche di queste cose si deve parlare.
Da vecchio liberale, io mi chiedo chi sia il fenomeno che ha pensato di allestire, in Comune, uma sala di preghiera per i musulmani e non, invece, per gli induisti.
Per quale motivo l'ha fatto? Perche' qualcuno, in Comune, ha avvertito la necessita' di destinare una stanza ai fedeli di Allah e soltanto a loro?
Per come la vedo io, chi ha preso quella decisione lo ha fatto in ossequio al peggiore istinto farisaico: ha voluto compiacere qualcuno per dimostrare di non avere pregiudizi e di essere a favore della integrazione di questa numerosa comunita'.
I due leghisti hanno reagito, in nome dei loro ideali.
Tutto qui. Se hanno torto loro (e di certo non e' bella cosa appellarsi alla laicita' dello Stato strumentalmente), chi ha steso quel tappeto in terra ha torto due volte. Cercano voti loro, cercano voti gli altri.
In poche righe, abbiamo spiegato perche' proprio non ce la facciamo ad essere liberali, in questo Paese, nonostante i buoni propositi.
Al Pride (che non fa un buon servizio alla causa dei diritti degli omosessuali), si contrappongono le sentinelle in piedi (che fingono di leggere chissa' quale libro per negare diritti sacrosanti a chi non e' diverso da noi).
Poi, ci siamo noi, i liberali: quelli che sorridono davanti questi fenomeni da baraccone.
E che si incazzano perche' non riusciamo a non essere confessionali.

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