sabato 29 agosto 2015

OGNUNO HAI I SUOI TOTEM (SBAGLIATI) : NOI L'ARTICOLO 18, LA FRANCIA LE 35 ORE. IL PS DIVENTA IL PARTITO DEL TEMPO LIBERO.

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Ognuno hai i suoi totem. I sindacati italiani hanno (avevano ? ché renzino gli ha dato forse la botta definitiva...) l'articolo 18, che proveranno, appena il renzismo tramonterà,a ripristinare (speriamo che accada come per la scala mobile...), i francesi hanno le 35 ore.
Anche Bertinotti le voleva da noi, e Prodi quasi quasi, pur di restare incollato a Palazzo Chigi (quanto ha sofferto quel pover'uomo, e per due volte ! sbaraccato anzi tempo sia nel 1998 che nel 2008), gliele concedeva pure. Per fortuna il professore venne silurato dai suoi, e non se ne fece nulla.
In Francia, a dispetto di ogni evidente realtà economica, resistono, in questo caso specifico meritando il dileggio dei paesi emergenti più ancora di noialtri italici.
Corretto e condivisibile il commento di Stefano Montefiori sul Corsera di oggi.




PER LA SINISTRA FRANCESE LE 35 ORE 
SONO ANCORA TABU'

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Toccate tutto, ma non le 35 ore. La norma che riduce l’orario di lavoro settimanale in Francia, introdotta nel 2000 dal premier socialista Lionel Jospin e dalla ministra Martine Aubry in base al principio «lavorare meno, lavorare tutti», rispondeva a una ambiziosa visione del mondo nella quale il tempo libero e la cultura sono valori importanti almeno quanto la ricchezza materiale. Il guaio è che nel corso degli anni il «lavorare tutti» è scomparso, cancellato da una disoccupazione in crescita costante; di quello slogan è rimasto solo il «lavorare meno», che non sembra essere la risposta più adeguata alla crisi dell’economia francese.
Prova a dirlo, ogni tanto, il giovane ministro dell’Economia Emmanuel Macron, ma viene puntualmente rimesso al suo posto dai difensori della recente ortodossia socialista. Stavolta Macron ha sfiorato il tabù al seminario estivo del Medef, la confindustria francese. «La sinistra a un certo punto ha creduto, molto tempo fa, che si potesse fare politica contro le imprese, o almeno senza di loro. Che la Francia potesse andare meglio, lavorando di meno. Erano idee sbagliate», ha detto il ministro, aggiungendo su Le Point che «l’obiettivo della sinistra dovrebbe essere quello di dare un lavoro a tutti, invece che proteggere i cittadini dal lavoro. È questo il nostro Dna».
Ma nel Ps le 35 ore sono diventate l’ultimo totem. Persino sulla solidarietà si può transigere, come dimostrano le reticenze del governo socialista davanti agli sbarchi degli immigrati, ma la difesa delle 35 ore resta incrollabile. Alle parole di Macron il deputato Yann Galut si è indignato parlando di «insulto verso Jaurès, Léon Blum e François Mitterrand», e il premier Valls ha ridimensionato il suo ministro parlando di «frasi che fanno male alla vita pubblica». In Francia ci sono oltre tre milioni e mezzo di disoccupati, ma il Ps talvolta sembra aggrapparsi a una identità post materialista da partito del tempo libero.
Stefano Montefiori

1 commento:

  1. Diciamo che in Italia la sinistra applica questa politica solo al suo bacino elettorale di riferimento, ossia quel "ceto medio impiegatizio urbano, per lo più di carattere PUBBLICO" che De Luca sapientemente seppe individuare nel 2010, commentando la sua sconfitta alle Regionali. Quella stessa che il prof. Ricolfi, qualche anno prima, etichettò invece come "società delle garanzie". La si riconosce bene soprattutto in città come Torino, in cui vivo, in cui sembra che l'unico interesse degli amministratori locali (che da 20 e + anni attingono proprio a quel bacino elettorale) sia di organizzare e pianificare quello che il mio vecchio parroco chiamava, con sapiente umorismo, il "perditempo organizzato": una politica di spensierato cazzeggio, fatta e pensata per una "upper class" che a metà pomeriggio (x no parlare del venerdì) si ritrova libera dagli impegni (si fa per dire...) lavorativi, ma con il corpo e la mente ancora freschi e vogliosi di dedicarsi ad attività socio-ricreative e culturali, ovviamente con stile e classe...

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