sabato 26 settembre 2015

ADRIANO SOFRI CONTRO I PACIFISTI ALLA PAOLO MIELI ( E SERGIO ROMANO...)

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Adriano Sofri confida che il Papa trovi il coraggio di esortare con parole chiare l'uso della forza per la difesa dei deboli e degli indifesi, aiutando militarmente chi cerca di opporsi con le armi all'oppressione della loro gente, Nel farlo, biasima, con misura, sicuramente rispetto, chi continua a predicare un pacifismo senza senso di fronte alle violenze che si consumano nel vicino oriente. Ce l'ha con Paolo Mieli.
Io condivio in toto le sue parole e le estenderei convinto ad un collega di Mieli, Sergio Romano. Uno di quelli che, in un'altra vita, si illusero di fermare Hitler con i negoziati, confidando che prima o poi si accontentasse...
Buona Lettura



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Che il papa Francesco sia l'uomo del giorno non può che far bene al mondo: e questo è un fatto. Lui sa che se alla fine -proprio alla fine- gli aerei americani non avessero bombardato l'avanzata dell'Isis da Mosul verso il Kurdistan, il genocidio di yazidi e cristiani non sarebbe stato fermato. Lo sa, glielo ripetono senza reticenze i suoi vescovi e i suoi preti. Sa anche che cosa succede dove l'omissione di soccorso internazionale è mancata per un tempo infinito. Lo sa: i suoi gli mandano rapporti più veritieri e meno edulcorati di quelli che i generali mandano a Obama. Il papa non dice che è stato giusto che gli aerei americani (e poi francesi, inglesi, canadesi, australiani) bombardassero le postazioni dell'Isis, e tanto meno dice che quei bombardamenti non bastano affatto a salvare i minacciati e a far tornare i cacciati alle loro case. Usa delle perifrasi, sulla comunità internazionale e il dovere di arrestare la violenza eccetera. In molti pensano che non si possa chiedere a un papa di rivendicare o auspicare apertamente il ricorso a una forza armata, sia pure legale e proporzionata alla violenza da fermare. Io non riesco a convincermene: credo che il papa sia tormentato dal pensiero che le sue perifrasi servano a chi per viltà o per interesse sceglie l'omissione di soccorso e l'inerzia di fronte ai crimini contro l'umanità, magari facendola passare per amore della pace. Poi, dopo aver visto la puntata di Piazzapulita, mi chiedo, ammesso che non si possa pretendere da un papa l'invocazione dell'uso della forza per interrompere e punire una violenza genocida, che cosa induca a deprecare l'uso della forza un cittadino a piede libero come Paolo Mieli?
P.S. Ho appena sentito il discorso all'Onu, e il papa le ha praticamente dette, le cose che non ci si può aspettare che dica un papa. Ora aspettiamo Paolo Mieli.

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