domenica 27 settembre 2015

ALLEGRI AMMETTE : LO SCUDETTO E' GIA' PERSO

 

Sono uno di quelli che non fu contento dell'arrivo di Allegri sulla panchina della Juventus. Un po' ricordavo le stucchevoli, perché infinite, polemiche, il primo anno dei tre scudetti di Conte, con il Max allora presidiante la panchina rossonera. In un campionato di 38 partite, e con un distacco finale di 4 punti, la non concessione del gol di Muntari (non visto, ma dentro) fu un tormentone infinito, come sempre del resto avviene quando l'errore arbitrale premia la Juventus (come se il Milan fosse una squadretta, digiuna di favori per sviste e complesso di sudditanza). Galliani, sanguigno e fumantino, fu il peggiore, ma Allegri gli andò a ruota.
A parte questo, superabile, di Allegri tecnico non mi piace solo il carattere ma proprio il gioco, assai sparagnino, molto affidato all'accorta gestione del pallone, la tecnica finalizzata più che all'estro delle giocate, allo spettacolo (anzi) all'evitare errori e perdita del pallone, il gol affidato alla prodezza degli attaccanti. Infatti al Milan arrivò primo e secondo quando aveva Ibra..., partito lui, fu esonerato a metà stagione. Se continua così fa il bis, nonostante la stagione scintillante appena trascorsa.
Naturalmente, le vittorie dell'anno passato hanno fatto sì che tutti - quasi...- i critici e gli osteggiatori di Allegri cambiassero idea.
Oggi li immagino rispolverare gli scetticismi, e peggio, della prima ora.
Io, che continuai a scrivere anche col vento in poppa,  che preferivo altri allenatori sia per profilo caratteriale che per stile di gioco, oggi sono infastidito nel vedere gli incessanti dietro front dei tifosi.
Togliete a qualsiasi squadra l'equivalente tecnico di Tevez, Pirlo e Vidal tutto in una botta e poi vediamo.
Avere 10 giocatori nuovi, oltretutto arrivati a rate, gli ultimi due (Hernanes e Lamina) nelle ultimissime ore utili di mercato, dà opportunità ma anche grossi problemi di amalgama, assemblamento, individuazione degli schemi più adatti ai nuovi arrivati.
Quindi, le difficoltà che vediamo ci stanno. Magari non era immaginabile con questa gravità, ma qui c'entrano anche gli infortuni (tutti muscolari, come mai Mister ??) e un po' di sfortuna. La Juve ha meritato di perdere contro Roma e Napoli, e questo certifica, al di là della miserrima classifica, che il quinto scudetto di fila non verrà. Però contro Udinese, Chievo e Frosinone poteva tranquillamente vincere, con appena il 30% della buona sorte che l'ha accompagnata la scorsa stagione, 
Ecco, in questo momento di avversità, dove per troppi l'eroe di appena tre mesi fa è tornato il pirla sgradito dell'estate 2014, io apprezzo una certa verticalità di Allegri. Il Mister che va in sala stampa per la crocifissione mostra una buona dignità. Certo, autocritica nessuna (per esempio, ammettere di non avere ancora le idee chiare, su formazione e modulo ??), il solito aggrapparsi ai singoli episodi (le palle perse, i calci d'angolo...tutto vero ma è l'insieme che fa la musica), per non parlare dei risultati che troppo condizionano i giudizi...Quest'ultima cosa è giusta, ma  detta dall'uomo che sostiene che chi vuole divertirsi deve andare al circo....
Però, il ricordo orgoglioso dei successi di giugno - mica ere fa !! - , la richiesta di tempo per resettare una squadra rivoluzionata, li trovo corretti, anche perché nel calcio, come nella vita, la gratitudine dovrebbe pesare.



Juve, altra sconfitta a Napoli e addio scudetto: “Certe annate vanno così...”

Allegri: «Lotteremo per l’alta classifica e poi abbiamo Champions e Coppa Italia»
 
 
 
LAPRESSE
Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus

INVIATO A NAPOLI

La Juve dice già addio allo scudetto, a sentire Massimiliano Allegri, dopo il ko per 2-1 a Napoli, terza sconfitta in sei partite: «Lotteremo per l’alta classifica, e recupereremo giocatori. Abbiamo Champions e Coppa Italia e possiamo invertire la tendenza - dice l’allenatore bianconero - però ci sono annate che vanno in un certo modo, sennò vincerebbero sempre gli stessi. Un calcio d’angolo cambia i giudizi». Anche se, a dire il vero, c’è ben altro: le palle perse di ieri sera, la mira che non c’è da inizio campionato, le tracce di gioco invisibili. 

- LE PAGELLE BIANCONERE: HERNANES SENZA IDEE, POGBA NON VA  


«SIAMO IN DIFFICOLTA’»  
Allegri fa la radiografia del momento juventino: «Siamo in difficoltà, inutile nasconderlo. Ora ci sono due gare difficili, poi la sosta. Non dovremmo avere cinque punti, ma il calcio è bestiale. Un calcio d’angolo cambia risultato e a Napoli prendi gol su due palle perse». Tutti errori: «Vanno migliorate certe cose: rientreranno alcuni giocatori e avrò più scelta. Anche a per la partita di Napoli, come altre volte, i ragazzi non vanno rimproverati». De gustibus. Nell’analisi, al solito, è tutto chiaro: «Sul primo gol abbiamo sbagliato su un rilancio da 50 metri, come nel secondo. Ma la squadra non ha fatto una cattiva partita, il risultato condiziona molto». Del resto, per il risultato si gioca. «Con il Napoli abbiamo subito a campo aperto, che è la loro forza. All’inizio non ci hanno messo in difficoltà, poi si sono piazzati ed era dura. E ne hanno approfittato». 



POCHI PUNTI  
Che cosa manca alla Juve è fin troppo chiaro: «Basta vedere la classifica per vedere cosa manca: mancano i punti, che non mancano attraverso prestazioni, ma per disattenzioni», aggiunge ancora Allegri. Che ora più che mai sè sotto tiro, anche se lui non ne fa un dramma. Anzi: «Faccio l’allenatore sono sempre nel mirino, e in tanti aspettavano questo momento: inizio a divertirmi anche io». A sentire i tifosi, dev’essere l’unico.

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