venerdì 23 ottobre 2015

FACCI E L'ICONA BERLINGUER

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Enrico Berlinguer è stata sicuramente una persona per bene, un uomo profondamente e fondamentalmente onesto.  Queste doti, unite alla lunga durata della sua leadership del PCI (dodici anni, dal 1972 alla morte, avvenuta nel 1984) , l'indubbia forza del partito comunista di quei tempi, il più grande in occidente, quand'anche relegato fisso all'opposizione ma capace da lì di condizionare, tramite piazze e sindacati, qualsiasi politica di governo, lo hanno reso un'icona non solo dei nostalgici di quei tempi, ma anche di tante persone oneste che, in buona fede, hanno creduto (credono ancora) nella famosa "questione morale".
Con Berlinguer si radicalizza la vulgata dei "migliori", fortemente scossa solo negli ultimi lustri, causa la scoperta che gente di quelle parti viene inquisita sostanzialmente tanto quanto gli altri.
Filippo Facci dedica il suo spazio nell'appunto su Libero per registrare come sull'Unità, di egida renziana, va detto, a distanza di 30 anni si fanno imbarazzanti scoperte, come la fallimentare profezia berlingueriana sull'imminente crisi del capitalismo, fatta proprio alla vigilia di un'espansione storica del "nemico" senza precedenti.
Non fu l'unica scommessa persa dal segretario comunista : il compromesso storico, la scala mobile, per citare quelle su cui non si può discutere, mentre sulle altre citate da Facci, io sono d'accordo col puntuto polemista, ma comprendo che ci possano essere opinioni diverse.
Sicuramente Facci si attirerà molte aspre critiche per aver attaccato un personaggio amato ancora da molti e comunque ricordato con stima da tutti (o quasi, personalmente mi iscrivo tra i "tutti"), però essere per bene non significa essere anche politici abili e lungimiranti.
Lo ripeteva sempre Benedetto Croce, e aveva ragione.






Unità geriatrica
Filippo Facci: Unità geriatrica


Quella del giornalista tradizionale sarà pure una professione terminale, ma che dire degli intellettuali «organici» che fanno ancora dibattiti sui giornali di partito? L'Unità renziana, che dovrebbe essere moderna e dissacrante, giusto nei giorni scorsi ha cominciato a chiedersi se per caso Berlinguer non abbia sbagliato qualcosa. Nell'ottobre 2015. Un articolo di Biagio De Giovanni (85 anni) osservava che Berlinguer predisse il declino del capitalismo alla vigilia «della più grande rivoluzione capitalistica di tutti i tempi». Oh, se ne sono accorti. Entro il 2025 forse si accorgeranno che persero il referendum sulla scala mobile, che forse c'era da schierarsi con gli Usa anzichè coi sovietici i quali puntavano i missili contro di noi, che la trattativa per Moro forse non andò benissimo, che sull'autonomismo e sul riformismo forse aveva ragione il tizio sepolto ad Hammamet (come su tutto il resto) mentre Berlinguer ci avrebbe condotti a un destino polacco. Entro il 2040 forse si accorgeranno che le posizioni di Berlinguer su mercato e imprese e liberalismo erano da suicidio, e che certe infrastrutture e opere pubbliche forse si potevano fare. Attorno al 2070, sull'Unità, il pronipote di Biagio De Giovanni si chiederà infine se il Berlinguer della «questione morale» non abbia forse favorito l'antipolitica e il qualunquismo, in attesa che le pulsioni dell'utopia rivoluzionaria, una volta fallita, si riversassero nel giustizialismo di Mani Pulite.

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