domenica 4 ottobre 2015

MALTRATTAMENTI VERI E INVENTATI

 Risultati immagini per maltrattamenti in famiglia

 Ieri mi è capitato di leggere un articolo di cronaca che riportava la notizia della condanna di un padre alla pena di un anno e quattro mesi di carcere per il reato di maltrattamenti in famiglia.  Il reprobo aveva osato, secondo quanto riportato dal cronista, rivolgere al figlio adolescente parole come fannullone e fallito, e questo "solo" per il fatto che il giovin fanciullo non studiava, veniva quindi bocciato regolarmente a scuola e dedicava il suo tempo esclusivamente ai video giochi. Io so che è bene diffidare dei giornalisti in genere, e di quelli di cronaca in particolare, poco accurati nel raccogliere e riportare le notizie, e per quanta sia grande la mia disistima per la casta magistratuale - intendo la categoria, ben consapevole come all'interno della stessa resista una folta minoranza ancora capace e degna di stima - non posso immaginare un giudice così demente da condannare un padre per un fatto del genere. Per quanto forte sia l'ottenebramento causato dalla nuova religione del DIO MINORE, non si può essere arrivati a tanto. Per cui confido che il giudice del Tribunale di Rimini, se è vera la condanna, abbia accertato dei veri maltrattamenti che non la strigliata verbale sopra descritta.

Se invece la storia fosse stata riportata correttamente, al magistrato allucinato di cui sopra consiglierei di leggere con attenzione la descrizione della condotta di un altro padre, avvezzo, a quanto pare, a costringere al freddo e a subire scariche elettriche il figlio 13enne per meglio fargli capire il fondamento dell'autorità paterna...

I fatti, riportati in questo secondo caso dalla Stampa, sono sempre da verificare, ma certo è che se fossero fedeli, questi sì sono un esempio di ciò che si può intendere correttamente per "maltrattamenti familiari". 


 

Dodicenne costretto dal padre a rimanere al freddo e torturato con scariche elettriche

Maltrattamenti a Giugliano, in provincia di Napoli. Arrestato un 47enne
 
 
 

04/10/2015
Un ragazzo di 12 anni veniva costretto dal padre a rimanere fuori casa a torso nudo al freddo dell’inverno dove veniva bagnato con secchi di acqua gelata mentre in altre occasioni veniva torturato con scariche elettriche: è la storia di maltrattamenti scoperta dai carabinieri in provincia di Napoli che hanno arrestato un algerino di 47 anni.  

Nell’ambito dell’indagine coordinata dai indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i carabinieri di Varcaturo, stazione dipendente dalla compagnia di Giugliano in Campania, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 47enne algerino, residente in Giugliano, gravemente indiziato di maltrattamenti nei confronti della moglie e di uno dei figli. 

Le indagini sono partite dalla denuncia della donna, che pochi giorni fa, per la prima volta, ha denunciato ai carabinieri di una stazione del Molise (regione ove, a seguito delle vessazioni, si era rifugiata con i figli) i gravi episodi di continui maltrattamenti e sevizie di cui era vittima da anni. 

I carabinieri, dopo aver effettuato urgenti accertamenti, hanno alla Procura della Repubblica di Napoli Nord in quanto i fatti si erano verificati a Giugliano. I maltrattamenti continuavano da circa tre anni. Particolarmente allarmante è apparso il racconto di uno dei figli - che ora ha 15 anni ma che ne aveva 12 - vittima di violenze fisiche e psicologiche. Il ragazzo, tra l’altro ha raccontato che in alcune occasioni veniva costretto, a torso nudo, a rimanere fuori casa al freddo invernale dove veniva bagnato dall’indagato con secchi di acqua fredda, mentre, in altre occasioni veniva torturato con scariche elettriche. Pare che l’uomo non abbia problemi nè di droga nè di alcol ma che quello attuato - riferiscono gli investigatori - fosse un metodo per imporre la propria autorità a moglie e figli. 
La donna e i minori - ci sono anche altri due figli, più piccoli, del quindicenne - si trovano attualmente in una struttura protetta, assistiti dai servizi sociali, mentre l’uomo è stato portato nella casa circondariale di Poggioreale.  

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