venerdì 22 gennaio 2016

BOETTCHER PARLA PER LA PRIMA VOLTA IN AULA E SI DICHIARA INNOCENTE. MEGLIO SE RIMANEVA ZITTO

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Bè mò non esageriamo.....Innocente "de che" ??? Si sa, leggendo un po' il blog, che non sono precisamente uno di quegli esaltati dei processi in tv, dei tweet infuocati reclamanti una giustizia esemplare, "buttate via la chiave" è un motto che non mi fa ridere.
Però essere garantisti, lo ripeto sempre, non significa essere innocentisti. Vuol dire chiedere comunque il rispetto delle regole, affinché quello che viene svolto sia un processo giusto, con pene adeguate, in caso di riconoscimento della colpevolezza, e assoluzioni quando quest'ultima non sia stata dimostrata oltre il ragionevole dubbio.
Nel caso di Boettcher, il compagno di Martina Levato, francamente ho difficoltà a vedere il dubbio dove sia, a livello di responsabilità dei crimini commessi. Dopodiché sarà il processo ad accertare i gradi di colpevolezza, chi ha plagiato chi, se plagio vi fu.
Ma dichiararsi "innocente", tout court...ammappa che stomaco !


Alexander Boettcher: “Mi dichiaro innocente, sono lontano anni luce da quei reati”

Martina Levato, condannata a 14 anni per le aggressioni con l’acido: «Se non avessi incontrato Alex non sarebbe successo niente»





paolo colonnello
milano

«Se io non avessi incontrato Alexander Boettcher non sarebbe successo niente».  
L’avvocato di Martina Levato, Alessandra Guarini, racconta che il “pentimento” di Martina Levato, “l’acidificatrice”, è cominciato due settimane fa, nell’aula del processo abbreviato che l’ha condannata a 14 anni di reclusione. Sostiene il legale che la sua cliente ora “inizia a rendersi conto”, ad avere “dubbi” sul ruolo di Boettcher, il compagno per cui si era fatta tatuare in faccia le iniziali, diventato padre di suo figlio mentre si trovava già in carcere. Un “pentimento” che somiglia tanto a una presa di distanza, nell’ambito di un procedimento che li vede indissolubilmente uniti in sentenza con il reato di associazione per delinquere. 
 
«Voglio che Alex capisca il male che mi ha fatto» E infatti, questa mattina al processo che vede come unico imputato il broker di origine tedesca, la legale si è presentata in aula su richiesta di Martina per seguire l’udienza. Segno di una “diffidenza” rispetto alle strategie processuali di Boettcher. «Lei si aspetta che anche lui colga l’occasione per mettere a posto quelle parti disfunzionali che li hanno portati a fare quello che hanno fatto. Lei mi ha detto e ha detto ai giudici che era “esasperata dall’inferno che lui creava quotidianamente”». 
Secondo il legale, Martina nel suo rapporto con Alexander si sarebbe comportata un po’ come una bimba a mano cui era stata tolta la sicura. «Lei - spiega l’avvocato Guarini - ora vuole garanzie che lui si renda conto di averla spinta, portata a ideare e eseguire quei crimini che lei ha commesso...». Martina, in definitiva, vuole capire se Boettcher si rende conto di averla portata all’esasperazione.  
 
La versione di Alexander  
«Mi dichiaro innocente, penso di avere responsabilità nel rapporto di coppia, ma sono distante anni luce dai reati che sono stati commessi e dai quali mi dissocio». Lo ha detto questa mattina Alexander Boettcher rispondendo per la prima volta in aula alle domande del pm da quando è stato arrestato nel dicembre 2014. Boettcher all’inizio dell’interrogatorio nel processo per le aggressione con l’acido ha anche negato che nel blitz contro Pietro Barbini avesse un martello in mano. 
 
 
I periti di parte civile  
Hanno anche parlato i periti medici di parte civile nominati da Stefano Savi, il primo ragazzo sfigurato dall’acido. Secondo lo psicologo, Savi rischierà la depressione in conseguenza dell’aggressione, rischia la cecità e dunque sarà compromesso anche il suo futuro lavoro così come le relazioni sociali. Infine, le cure per Savi sono tutte pagate dalla famiglia: dalle sedute dallo psicologo alle maschere di silicone che deve mettere per aiutare la guarigione delle cicatrici, ognuna delle quali costa 800 euro.

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