Non è durato tanto il mistero dell'assassinio della giovane donna americana, la 35enne Ashley, innamorata di Firenze e anche di una vita un po' rischiosa, se è vero, come pare, che il suo assassino sia un uomo incontrato ( per la prima volta ?) in un locale, portato a casa, e dal quale è rimasta uccisa a seguito di un litigio finito tragicamente. Quanto al giovanotto, più giovane, 25 anni, sarebbe un pusher, però evidentemente mai condannato visto che è incensurato. Stavolta più che le intercettazioni e/o i tabulati sono state determinanti le immagini, con le telecamere di negozi, uffici e palazzi che ormai tappezzano le città e che sono di grande aiuto quantomeno nei casi dei criminali occasionali, comunque non professionisti.
Ho letto che alcuni organi della stampa USA, allertati dalla nazionalità della vittima, paventavano che si potessero ripetere gli orrori investigativi giudiziari che hanno caratterizzato e segnato l'omicidio Meredith, per il quale alla fine Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati definitivamente scagionati (ma dopo essersi fatti QUATTRO anni di galera ), e quindi con il brutto dubbio che non tutti (Guede è stato riconosciuto colpevole ) i responsabili di quella morte siano stati trovati e condannati alla giusta pena.
Stavolta non è andata così (a scanso di clamorose ritrattazioni del reo confesso).
Altra importante novità, non è stato il fidanzato. Strano.
Preso l’assassino dell’americana uccisa a Firenze: è uno spacciatore, ha confessato l’omicidio
In manette un 25enne. Arrivato in città da pochi mesi, non aveva permesso di soggiorno. Faceva il buttafuori-pr in alcuni locali di Firenze. Incastrato da telecamere, Dna e telefonino: «Abbiamo litigato, ma non volevo ucciderla». La ricostruzione della Procura: rapporto sessuale consenziente, ma nessun gioco erotico
marco menduni
inviato a firenze
È
un pusher il presunto assassino di Ashley Olsen, la trentacinquenne americana
uccisa nella sua casa a Firenze. Si chiama Cheik Diaw, senegalese irregolare di
25 anni. Fermato nella notte, ha confessato. La vittima è stata picchiata a
sangue e strangolata. Oltre ai lividi sul collo, aveva due fratture alla testa
sufficienti di per sé a causarne la morte. L’accusa è omicidio aggravato dalla
crudeltà, per aver agito nei confronti di un soggetto debole, che non era
completamente in grado di difendersi.
L’ESAME DEL DNA
L’assassino
è stato incastrato da una telecamera: è quella di un fornaio a pochi metri dal
portone della palazzina dove viveva la vittima. Nelle immagini si vedono
vittima e carnefice dirigersi verso casa di lei, anche se l’obiettivo non
inquadra il portone, alle 7,32 di venerdì mattina. Agli inquirenti è servita
però una prova scientifica: una traccia di Dna recuperata su un mozzicone di
sigaretta gettato nel wc dell’appartamentino soppalcato dell’americana. «Ci
sono gravissimi indizi di colpevolezza», conferma il procuratore di Firenze
Giuseppe Creazzo.
Il ragazzo, incensurato, è stato fermato nella notte nella
sua abitazione in viale Andrea del Castagno. Accusato di omicidio volontario
aggravato, ha ammesso le proprie responsabilità. Si è difeso sostenendo di aver
incontrato Ashley in un locale e di essere andato a casa di lei, ma di non aver
avuto intenzione di ucciderla. I due - ha raccontato il senegalese - avrebbero
avuto un rapporto sessuale, ma poi hanno litigato. Lui l’ha spinta e lei ha
battuto la testa. I segni di strangolamento sarebbero legati al fatto che
avrebbe cercato di rialzarla. «Hanno avuto un rapporto sessuale consenziente.
Ma non c’è traccia di gioco erotico. È possibile che i due protagonisti non
fossero lucidi», ha spiegato il Procuratore.
CHI È L’ASSASSINO
Un po’ buttafuori e un po’ pusher: le forze dell’ordine già
conoscevano l’assassino. Diaw è un volto noto della movida fiorentina. Ma,
soprattutto, lo conosceva Ashley. L’hanno confermato anche le amiche della
vittima: «Non erano amici, ma si frequentavano, l’abbiamo vista più di una
volta fermarsi a parlare, vicino a casa, con quello lì». Incensurato, nato nel
1988, Cheik Diaw era arrivato in Italia da pochi mesi per raggiungere il
fratello che vive a Firenze da qualche anno. Dopo aver ucciso Ashley Olsen è scappato
dalla casa della 35enne portando via il suo telefonino e poi inserendoci la
propria scheda sim. L’ennesimo grave indizio di colpevolezza, che permette al
Procuratore di dire: «L’assassino è lui».
Nessun commento:
Posta un commento