giovedì 14 gennaio 2016

CONFESSA L'ASSASSINO DI ASHLEY. STAVOLTA NON E' IL FIDANZATO



Non è durato tanto il mistero dell'assassinio della giovane donna americana, la 35enne Ashley, innamorata di Firenze e anche di una vita un po' rischiosa, se è vero, come pare, che il suo assassino sia un uomo incontrato ( per la prima volta ?) in un locale, portato a casa, e dal quale è rimasta uccisa a seguito di un litigio finito tragicamente. Quanto al giovanotto, più giovane, 25 anni, sarebbe un pusher, però evidentemente mai condannato visto che è incensurato. Stavolta più che le intercettazioni e/o i tabulati sono state determinanti le immagini, con le telecamere di negozi, uffici e palazzi che ormai tappezzano le città e che sono di grande aiuto quantomeno nei casi dei criminali occasionali, comunque non professionisti.
Ho letto che alcuni organi della stampa USA, allertati dalla nazionalità della vittima,  paventavano che si potessero ripetere gli orrori investigativi giudiziari che hanno caratterizzato e segnato l'omicidio Meredith, per il quale alla fine Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati definitivamente scagionati (ma dopo essersi fatti QUATTRO anni di galera ), e quindi con il brutto dubbio che non tutti (Guede è stato riconosciuto colpevole ) i responsabili di quella morte siano stati trovati e condannati alla giusta pena.
Stavolta non è andata così (a scanso di clamorose ritrattazioni del reo confesso).
Altra importante novità, non è stato il fidanzato. Strano.



    

Preso l’assassino dell’americana uccisa a Firenze: è uno spacciatore, ha confessato l’omicidio

In manette un 25enne. Arrivato in città da pochi mesi, non aveva permesso di soggiorno. Faceva il buttafuori-pr in alcuni locali di Firenze. Incastrato da telecamere, Dna e telefonino: «Abbiamo litigato, ma non volevo ucciderla». La ricostruzione della Procura: rapporto sessuale consenziente, ma nessun gioco erotico


 

marco menduni

inviato a firenze

È un pusher il presunto assassino di Ashley Olsen, la trentacinquenne americana uccisa nella sua casa a Firenze. Si chiama Cheik Diaw, senegalese irregolare di 25 anni. Fermato nella notte, ha confessato. La vittima è stata picchiata a sangue e strangolata. Oltre ai lividi sul collo, aveva due fratture alla testa sufficienti di per sé a causarne la morte. L’accusa è omicidio aggravato dalla crudeltà, per aver agito nei confronti di un soggetto debole, che non era completamente in grado di difendersi. 

L’ESAME DEL DNA  

L’assassino è stato incastrato da una telecamera: è quella di un fornaio a pochi metri dal portone della palazzina dove viveva la vittima. Nelle immagini si vedono vittima e carnefice dirigersi verso casa di lei, anche se l’obiettivo non inquadra il portone, alle 7,32 di venerdì mattina. Agli inquirenti è servita però una prova scientifica: una traccia di Dna recuperata su un mozzicone di sigaretta gettato nel wc dell’appartamentino soppalcato dell’americana. «Ci sono gravissimi indizi di colpevolezza», conferma il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo.  

 
LA CONFESSIONE  

Il ragazzo, incensurato, è stato fermato nella notte nella sua abitazione in viale Andrea del Castagno. Accusato di omicidio volontario aggravato, ha ammesso le proprie responsabilità. Si è difeso sostenendo di aver incontrato Ashley in un locale e di essere andato a casa di lei, ma di non aver avuto intenzione di ucciderla. I due - ha raccontato il senegalese - avrebbero avuto un rapporto sessuale, ma poi hanno litigato. Lui l’ha spinta e lei ha battuto la testa. I segni di strangolamento sarebbero legati al fatto che avrebbe cercato di rialzarla. «Hanno avuto un rapporto sessuale consenziente. Ma non c’è traccia di gioco erotico. È possibile che i due protagonisti non fossero lucidi», ha spiegato il Procuratore.  

CHI È L’ASSASSINO  

Un po’ buttafuori e un po’ pusher: le forze dell’ordine già conoscevano l’assassino. Diaw è un volto noto della movida fiorentina. Ma, soprattutto, lo conosceva Ashley. L’hanno confermato anche le amiche della vittima: «Non erano amici, ma si frequentavano, l’abbiamo vista più di una volta fermarsi a parlare, vicino a casa, con quello lì». Incensurato, nato nel 1988, Cheik Diaw era arrivato in Italia da pochi mesi per raggiungere il fratello che vive a Firenze da qualche anno. Dopo aver ucciso Ashley Olsen è scappato dalla casa della 35enne portando via il suo telefonino e poi inserendoci la propria scheda sim. L’ennesimo grave indizio di colpevolezza, che permette al Procuratore di dire: «L’assassino è lui».

Nessun commento:

Posta un commento