giovedì 14 gennaio 2016

CAMPIONATO EQUILIBRATO...IN CAMPO FORSE. FUORI GLI SQUILIBRATI SI SPRECANO

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Il simpatico addetto al bar del Tor Carbone, il circolo sportivo dove vado a giocare a tennis, ha espresso, da fervente laziale, tutto il suo più sincero rammarico per il licenziamento - che tale poi non è, il contratto è vivo e vegeto e Mister Garcia continuerà a prendere i suoi soldi, fino a quando, come spesso accade in questi casi, le due parti si metteranno d'accordo per una sostanziosa buonuscita che favorirà la risoluzione consensuale - del fascinoso ex allenatore francese della Roma.
"Per noi antiromanisti Rudi era una garanzia ormai, nello stato confusionale in cui era, e con lui, tutti gli altri ".
Obiettivamente, ha ragione lui. Emotivamente, io che amo allenatori come Liedholm, Erikson e Ancelotti, e quindi non posso avere simpatia per i mascelloni alla Mancini, Capello, Conte e, in misura minore, appunto Garcia ( ricordate " ho capito che la Roma vincerà quest'anno lo scudetto" ? per finire a stento seconda, a 17 punti dalla prima...), non sono dispiaciuto del suo fallimento.
Oltretutto l'uomo, molto orgoglioso a parole, lo è stato molto meno nei fatti, accettando quest'estate un forte disconoscimento tecnico ( via i suoi collaboratori del settore preparazione, con l'arrivo di professionisti scelti da Pallotta ) che altri allenatori, loro sì di attributi dotati, mai avrebbero tollerato. E anche l'infinita telenovela finale, con più di un commento velenoso da parte della presidenza e il brutto epilogo di un ultimo allenamento condotto quando già Spalletti era in viaggio per la successione, hanno evidenziato come l'hombre fosse assai poco vertical, concentratissimo solo a non far nulla che gli costasse quantomeno il mantenimento del lussuoso ingaggio (2,5 milioni di euro l'anno fino al 2018).
Comprensibile, per carità, ma, ripeto, altri, in analoghe circostanze, hanno mostrato di avere veramente carattere, sempre e non solo in sala stampa.
Ciò posto, la brutta figura di questi giorni del club giallorosso ( gli schizzi di sangue inopinatamente evocati da Sabatini, che non sarebbero stati quelli di Garcia, li rammentate ? ) non è l'unico episodio paradossale di un campionato che ogni momento ne offre diversi.
Cristiano Gatti, sul Corsera di oggi, ne ricorda almeno altri due, oltre inevitabilmente al tormentone di Trigoria.
Ma il mondo del calcio e dei tifosi è questo, e forse diverte anche per questo.
In fondo, preso nel giusto verso, fa ridere.



Il Corriere della Sera - Digital Edition

 Il paradosso Quanti squilibri nel campionato più equilibrato degli ultimi anni

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Il pregio del nostro campionato? Risposta all’unanimità, senza sofismi e peli nell’uovo: è equilibrato. Sì, la sua bellezza sta tutta nell’equilibrio. In classifica. In campo.
Ma se lo vediamo fuori, presenta i chiari sintomi dello squilibrato. Ultimi giorni, psicodramma continuo.
Caso Garcia: agli esoneri siamo abituatissimi, cosa sarà mai un esonero.
Per questo alziamo l’asticella del grottesco: lui dirige normalmente gli allenamenti, intanto il successore Spalletti è a Miami per firmare il contratto con il presidente americano Pallotta. Tutto segretissimo, naturalmente. A parte l’uscita della fidanzata di Garcia che candida come un giglio svela l’esonero in anticipo, ma solo agli intimissimi. Pochi e fidati, i milioni del web.
Nel frattempo, perché non si dica che Zamparini ormai è bolso, il presidente del Palermo ristabilisce il suo primato: sabato benedice l’ammutinamento dei giocatori contro Ballardini, domenica ascolta compiaciuto il capitano Sorrentino dire «abbiamo vinto da soli, l’allenatore non ha detto una parola», quindi assesta la zampata dello Zampa: via Ballardini. Cercherò la rescissione consensuale, spiega. Effettivamente «consensuale» appare l’aggettivo più adatto. Non è tutto: con due allenatori già a libro paga (Iachini e lo stesso Ballardini), Zamparini risponde al colpo di Pallotta, ingaggiandone altri due: Schelotto e Viviani. Fanno quattro. E siamo solo alla fine dell’andata. Per dire che ci sono ancora grossi margini.
Ma nel frattempo del frattempo, una fetta di surreale anche al Torino: Quagliarella deve andarsene perché dopo aver segnato un rigore al Napoli si è permesso un gesto di tenerezza nei confronti dei napoletani, suoi compaesani. Per i tifosi granata, crimine imperdonabile: siamo in guerra, non penserà che qui si stia giocando. E così, i veri poteri forti del campionato, gli ultrà, lanciano una fatwa: per Quagliarella il soggiorno granata è concluso. Disperso nell’assurdo. Sembra tutto così folle, nel campionato equilibrato.
Ma dicono che anche questi effetti speciali servano a tenere alto l’interesse. Avanti i nani e la donna barbuta.

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