domenica 31 gennaio 2016

FAMILY DAY E CONTRO. IL DERBY CHE NON MI APPASSIONA. E QUEI SAGGI DA RISCRIVERE

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Forse qualche amico lettore avrà notato che prendo poca parte al dibattitto che pure infuoca le ultime giornate, relativo alle unioni civili e soprattutto alla cd. stepchild adoption. Il motivo è lo stesso per il quale, a suo tempo, non partecipai ai referendum sulla fecondazione assistita e materie confinanti.
Ho un interesse personale pressoché nullo su queste questioni. L'argomento Famiglia non mi emoziona, in nessuna veste declinata, e siccome non ho convinzioni, semmai sensazioni, non me la sento di partecipare all'agone dove vedo invece schierati, su fronti opposti, diversi amici di FB.
Oltretutto, tra i miei molti difetti, c'è quello di essere polemico, so per certo che se mi infilassi in uno dei dibattiti imperanti sui social, poi mi farei attrarre dalla rissa . che spesso scoppia - e francamente, per una guerra ideologica che non mi appartiene, evito.
Ricordo solo due cose già scritte molto tempo fa :
- in visita a Eurodisney, mentre ero in fila, avevo davanti a me una coppia femminile con due bambine. Le due donne (mamme ?) erano molto affettuose tra di loro, senza peraltro perdere di vista le piccole, peraltro tranquille. Era un quadro che mi aveva colpito positivamente, e lo scrissi ( http://ultimocamerlengo.blogspot.fr/2012/08/storie-damore-destate-belle-anche.html ) . Un amico di FB mi aveva iscritto, non so perché, in un gruppo frequentato (non lo sapevo, lo capii dopo) da integralisti cattolici. Il mio post finì su quella pagina, e fui verbalmente linciato... Naturalmente risposi ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/08/lamore-omosessuale-fa-ancora-tanta-paura.html ), però premettendo che ero nel posto sbagliato, che non avevo l'intenzione di provocare nessuno e di buon grado mi cancellai dal gruppo. Non c'entravo niente lì, e lungi da me la passione di fare il "troll", come vengono definiti sulla rete i provocatori molesti. Questo per dire che non mi scandalizzai, anzi, nel vedere una "famigliola" declinata solo al femminile, e che allo stesso tempo non avevo - e non ho - nessuna fantasia di mettermi in polemica coi cattolici, di cui comprendo il punto di vista, non l'intolleranza ( che peraltro è bene accampata anche sull'altro fronte)
- la categoria degli psicologi e psichiatri sedicenti esperti dell'infanzia e dei minori, faranno il piacere di riscrivere tutti le centinaia se non migliaia di trattati sulla indispensabilità, per la sana crescita dei bambini, della presenza delle due figure genitoriali, padre e madre, proprio per la loro differenza di genere : maschio e femmina. E i giudici, a ruota, adeguassero i loro pregiudizi.  Ah, i primi, mentre riscrivono, magari aggiungessero due paroline di scusa, per essersi sbagliati, e spiegassero con chiarezza cosa li ha fatti ricredere.
Cambiare idea è lodevole, segno di intelligenza. Dopo una grande assertività però, un atto di umiltà è benvenuto, con l'aggiunta di qualche delucidazione.

Sulla cronaca del Family Day, per i motivi appena accennati, scelgo un post neutrale, anche vagamente sorridente, del solito Ronconi, bravo a sdrammatizzare.
Sul numero di partecipanti, mi viene sa sorridere, ma lo feci anche una settimana fa, quando la conta esagerata era degli "altri".
Allora un milione, sparsi su 100 piazze..., il che, ammesso che il numero fosse vero (quando mai ??!!), non è poi sto' risultatone.
Ieri due milioni ( boom !!??), che il Circo Massimo sarebbe dovuto scoppiare, come ai tempi del desaparecido ex leader della CGIL, Cofferati (allora si parlò di tre milioni, e non era naturalmente vero,  però  effettivamente tutta l'area e i dintorni straripavano di gente), mentre invece sì, c'era tanta gente, ma non erano ridotti a sardine, come  sarebbe dovuto essere con un numero siffatto.
Propaganda, degli uni e degli altri, ma sono peccati veniali.







Il Corriere della Sera - Digital Edition

Politici tra i Lego. Meloni: sarò mamma

Sfilano Galletti, Fioroni e tanto centrodestra Gasparri: il futuro dei bambini è cupo, cloneranno Leonardo e butteranno gli altri

di Fabrizio Roncone
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ROMA Dall’altoparlante avvertono la folla del Circo Massimo che il piccolo Marco aspetta i genitori sotto al palco. È il settimo bambino smarrito in venti minuti.
Ci sono bambini ovunque.
Nella zona riservata agli esponenti politici hanno steso sul prato due teli e una decina di creaturine sono lì che giocano allegre con le costruzioni Lego.
Passa il senatore Carlo Giovanardi, chiede permesso e, senza accorgersene, con un mezzo calcetto abbatte un castello. Il bambino inizia a piangere, un fotografo s’inchina cercando di rimettergli diritta almeno la torre, ma intanto s’è scatenato un po’ di parapiglia perché è arrivata Giorgia Meloni.
Il grande capo di Fratelli d’Italia fornisce la prima (lieta) notizia del pomeriggio.
«Beh, sì, insomma: sono qui come esponente politico, come donna e, se le cose andranno bene e Dio vorrà, anche come mamma...».
Auguri grandi... Però questo significa che...
«Coraggio, continui».
Significa che il bambino nascerà all’interno di una pericolosa «coppia di fatto».
«Okay, d’accordo, non sono sposata: e apprezzo l’ironia... Ma le ricordo che alle coppie conviventi sono già riconosciuti tutti i diritti, esclusa la reversibilità della pensione e il diritto all’adozione... No, scusi: perché mi guarda così? Vuol per caso farmi già pensare al problema della reversibilità?».
Renato Brunetta, capogruppo di FI a Montecitorio: «Qui oggi... Mhmm... siamo un milione... Mhmm... basta fare i calcoli con i metri quadrati... Mhmm... Ma voi le sapete fare le moltiplicazioni, vero?».
Foto ricordo di don Sebastiano, parroco torinese, con Maurizio Gasparri (altri di FI: Giovanni Toti con il gonfalone della Regione Liguria ed Elisabetta Gardini; però certi dicono di aver visto anche Antonio Tajani e Daniela Santanchè).
Tutti i parlamentari sono venuti in ordine sparso, non ci sono bandiere di partito, molto centrodestra, Maurizio Gasparri è con la moglie Amina e la figlia diciottenne Gaia, che però è per conto suo, dietro alle transenne.
Gasparri è in palla.
«Qui siamo pochini, ma FI è compatta: il 90 per cento di noi voterà contro il ddl Cirinnà».
Voi siete contro...
«Contro la stepchild adoption e le adozioni, vogliamo il rafforzamento del divieto di affittare l’utero... E poi, guardi: siamo qui anche perché il futuro di bambini e famiglia è cupo. Quelli prima o poi cercheranno di clonare Leonardo da Vinci e gli altri bambini li butteranno giù dalla Rupe Tarpea...».
Gasparri aveva un umore eccellente, ma il cronista di una tivù privata ha deciso di innervosirlo, provocandolo. Gli chiede se è sicuro che Hiera sia etero. «E che ne so?», risponde Gasparri accarezzando Hiera, la sua cagnolina.
L’unico del Pd, come annunciato, è Giuseppe Fioroni. Quelli della Lega invece sono parecchi. Ecco Barbara Saltamartini (scicchissima nel suo impermeabile grigio) e poi Massimiliano Fedriga, Giancarlo Giorgetti, il capogruppo al Senato Gianmarco Centinaio, Roberto Maroni sotto al gonfalone della Regione Lombardia.
Matteo Salvini spedisce un tweet.
«Il poltronaro ipocrita Alfano alle persone del Family Day: “Sono con voi”. E intanto sostiene il governo delle adozioni».
Effettivamente il ministro dell’Interno, che è anche lider maximo di Ncd, poco fa ha spedito un cinguettio piuttosto emblematico (era con l’organizzatore della manifestazione, il professor Massimo Gandolfini, e con Enrico Costa, il neo-ministro ncd agli Affari regionali con delega alla Famiglia).
Appoggio pieno.
«Direi sfacciato» (questo è Gasparri, che intanto è tornato).
Sfacciato: perché?
«Beh, prima Alfano incassa da Renzi una bella manciata di incarichi a Palazzo Chigi, e poi spedisce i suoi qui, compreso il ministro Galletti... Capisco che quei due voti che prende Ncd, li prende probabilmente in questa piazza, però...».
E allora sentiamo Roberto Formigoni (maglioncino viola come gli stivali di gomma con punta pitonata).
«Perché siamo qui? Ma perché il ddl Cirinnà introduce, nei fatti, quell’orrore che è il matrimonio tra gay».
Come lo definirebbe, lei, un gay?
«Il gay è una persona, esattamente come un etero».
Sì, però provate a mettere due gay da soli su un’isola deserta: come fanno a fare un figlio?
Questa è la battuta del pomeriggio: Giovanardi copyright (sull’argomento omosex spesso ruvido, anche se poi una volta, a Porta a porta , raccontò commosso che sua figlia s’era fidanzata con un ragazzo di colore, rasta, forse gay, e già sposato con un altro uomo).
Tiggì in coda da Gaetano Quagliariello di Idea (un passato da radicale: e uno sguardo, a tratti, perplesso) e Renato Schifani di Ap. Lorenzo Cesa e Altero Matteoli, ignorati. Parecchi sindaci. L’ultracattolica Paola Binetti non si scompone se le viene sottolineato che è sulle stesse posizioni di Simone Di Stefano, vicepresidente del movimento di estrema destra Casa Pound (Gandolfini li aveva pregati di non venire, ma loro hanno risposto: «Me ne frego!»).
Poi si inizia.
Il primo a salire sul palco è Mario Adinolfi (due figli, due mogli — l’ultima sposata in un hotel di Las Vegas — politico, giornalista, giocatore di poker e blogger).
Parla tre minuti. E chiude con la frase che diventerà il mantra minaccioso di questo Family Day: «Renzi, attento, ci ri-cor-de-re-mo!».
(Con Renzi erano insieme ai tempi dei giovani Popolari, ma poi sembra che Renzi lo abbia fregato ad un congresso: tanto livore, nascerebbe lì).

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