mercoledì 24 febbraio 2016

ADRIANO SOFRI : I PACIFISTI COMPLICI ATTIVI DEI GENOCIDI

Risultati immagini per genocidio degli yazidi

Sugli episodi di Bologna, dove un pugno di giovanotti nostalgici dei bei tempi che furono (il '68, ma ancora di più l'anarcoide e confusionario '77) hanno impedito al Professore Angelo Panebianco di tenere lezione perché colpevole di mandare messaggi guerrafondai, si esprime anche Adriano Sofri.
E sono parole, le sue, da conservare nella pietra.  



La contestazione mancata
di ADRIANO SOFRI

Risultati immagini per genocidio di srebrenica

Non so abbastanza dell'episodio bolognese di "contestazione" di Panebianco e della sua occasione, mi informerò. Probabilmente i giovani che l'hanno "contestato" sono bravissimi. La tragicommedia sta qui, in una temperie culturale grazie alla quale persone bravissime si impegnano con generosità a sostenere posizioni orrende. Non ricorderò di nuovo le mobilitazioni per impedire che gli aerei della Nato decollassero dall'Italia per metter fine all'assedio di Sarajevo o al mattatoio di Srebrenica, però ricorderò di nuovo lo slogan "No alle bombe" inalberato con piena e compiaciuta convinzione dai pacifisti italiani nel momento in cui finalmente gli aerei americani si levavano in volo per arginare l'avanzata dell'Isis sul monte Sinjar e impedire il completamento di sterminio e schiavizzazione di yazidi e cristiani.
Bravissime persone -un tantino vanitose, certo.
Quella roba là la chiamano avversione alla guerra: è una complicità attiva con un genocidio.
Alle persone bravissime che pensano di amare la pace e pensano che gli altri amino la guerra bisogna chiedere che cosa farebbero, che cosa hanno fatto, quando il loro prossimo veniva sterminato all'ingrosso.
Io sono un uomo all'antica, continuo a non scandalizzarmi per l'interruzione di una lezione universitaria. Di più: ho aspettato per cinque anni che dei ragazzi bravissimi interrompessero una lezione o qualsiasi altra solennità con uno striscione che ricordasse che in Siria persone stavano venendo trucidate lungo cinque anni, fino ad ammontare forse a 270 mila, forse a 450 mila, interessante dilemma accademico.

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