giovedì 25 febbraio 2016

STEPCHILD ADOPTION STRALCIATA. LA VITTORIA PERDENTE DI RENZI.

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Ho una carissima amica, a cui sono sinceramente affezionato, che in questo periodo è arrabbiata con me per via della questione della stepchild adoption. Posizione troppo "terzista" quella del Camerlengo per una associata alla famiglia Arcobaleno.
Alla fine, a quanto sembra, la soluzione auspicata, e da me condivisa, di qui la "colpa"..., da osservatori come Giacalone (http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2016/02/adottare-gia-si-puo-se-le-regole.html ) e  Cianca (http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2016/02/il-problema-adozioni-non-riguarda-solo.html ), è stata adottata dal governo, dopo che la defezione grillina aveva fatto sorgere il forte timore che l'ennesima giostra delle maggioranze variabili ( i vecchi mandarini DC appaiono dilettanti rispetto alla "disinvoltura" renziana in materia) non avrebbe funzionato e la legge non sarebbe passata, causa mal di pancia dei democratici cattolici.
Quindi via libera allo stralcio delle adozioni (oltreché al  francamente risibile riferimento all'obbligo della "fedeltà" ) , lasciando la materia alla discrezionalità dei giudici che già oggi, applicando la riserva delle "adozioni in particolari condizioni", hanno a volte consentito che l'adottante fosse il compagno omosessuale.
La promessa - che comprensibilmente i gay temono verrà mantenuta chissà quando - è che il legislatore tornerà sulla questione affrontando più in generale la riforma delle adozioni.
Cosa assolutamente sacrosanta - anche perché non si comprende come da perseguitati (cosa inaccettabile) gli omosessuali debbano passare a favoriti rispetto agli eterosessuali - e sono d'accordo con Pierluigi Battista che incalza Renzi e il governo affinché la questione venga messa subito in agenda.
Ottima occasione, tra l'altro, per provare a demolire gli squallidi mercimoni che campano sul dramma dei bambini orfani e/o abbandonati.
Intanto l'Italia si dota di una disciplina delle Unioni Civili che mancava, cosa di cui pure la mia amica molto - a ragione - si lamentava.  Il bicchiere dovrebbe essere più che metà pieno a questo punto, con una legge che disciplina e tutela il suo nuovo amore (oddio, c'è 'sta storia che per lasciarsi bisogna seguire un iter burocratico..., tre mesi di attesa..., una scocciatura per chi non è insolito a finire repentinamente storie iniziate con il massimo dello slancio e dell'entusiasmo. Molti i "per sempre" dietro le spalle...) , con un giudice che potrebbe consentire - ma non obbligatoriamente, è questo che scoccia ? - l'adozione da parte della compagna della splendida neonata e con la possibilità concreta che la riforma, pure sacrosanta ( tuteliamoli sempre e tutti i bambini no ? ), delle adozioni non potrà non riguardare anche le coppie omosessuali.
Conoscendo il caratterino temo però che non sarà così : troppo impaziente e pancista...
Vabbè spero che mi continuerà a voler bene lo stesso.
Io gliene voglio. E poi c'è Anna che da tempo ha fatto un cappellino con le sue mani per la piccola...Bisognerebbe vedersi per dare il piccolo dono...
Sorriso

Sulla conclusione della estenuante querelle, il compromesso con Alfano, gli errori fatti e i possibili prossimi venturi da parte sia di Renzi che del suo alleato, sono d'accordo con Massimo Franco, che parla di vittoria dimezzata.
Io avrei usato il termine "opaca", tanto più che, ancora una volta, dove aver parlato di "materia del Parlamento", di "libera coscienza", alla fine, more solito, il governo entra a gamba tesa e risolve ponendo la fiducia.




PER IL PREMIER SI PROFILA UNA VITTORIA DIMEZZATA
 

 
di MASSIMO FRANCO

Strano paradosso, quello a cui sta andando incontro Matteo Renzi. Sarà approvata una legge sulle unioni civili che in effetti rappresenta una svolta storica per l’Italia; e di cui porta il merito. Eppure il presidente del Consiglio rischia di fare la figura del perdente. Per il modo maldestro in cui il Pd l’ha gestita in Parlamento; per gli accordi dati per certi e poi saltati col Movimento 5 Stelle; per l’insistenza nel volere le adozioni alle coppie omosessuali; per le forzature tentate e non riuscite; e alla fine per il repentino allineamento sulle posizioni del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, Palazzo Chigi ha perso vincendo. È riuscito a dare una legge inseguita per anni, eppure si è avuta l’impressione che l’abbia subita. Così, quando oggi con ogni probabilità avrà il sì del Senato, il premier si ritroverà con la solita pattuglia della minoranza del Pd pronta, stavolta, a rimproverargli di non avere voluto andare avanti sulla strada imboccata inizialmente: un percorso che in realtà lo avrebbe portato a sbattere politicamente.
Con le associazioni omosessuali ugualmente insoddisfatte per un compromesso che appare inadeguato soprattutto a causa dei diritti inseriti nel testo iniziale della legge a firma Monica Cirinnà; e con i cattolici più conservatori, che volevano un «no» su tutto, fermi su una logica da resa dei conti con i parlamentari del «sì».
Eppure, alla fine era l’unico modo col quale il governo e Renzi in particolare potevano uscire dall’angolo nel quale si erano infilati. L’ipotesi delle «maggioranze variabili» in questo caso è stata smentita dall’Aula; e ogni tentativo di piegare in qualche modo a sinistra si è rivelato inutile.
Mettendo la fiducia, oggi il vertice del Pd indurrà probabilmente il M5S e Sel a votare no. E dunque potrà cercare di intestarsi la vittoria.
Ma passa comunque una legge che non è stata discussa né in commissione né in Aula. Il maxiemendamento presentato ieri sera al Senato era, di fatto, un oggetto misterioso approvato in extremis: anche se si sapeva che avrebbe escluso il capitolo controverso delle adozioni dei bambini. Era il punto di contrasto su cui si era rotta l’intesa con le truppe di Beppe Grillo; e dal quale Alfano non aveva voluto recedere. Ora la traduzione delle norme passerà alla magistratura. E i critici già intravedono elementi di interpretazione forieri di altre polemiche e di confusione.
D’altronde, sulle unioni civili ha pesato e peserà l’ipoteca delle prossime elezioni amministrative di giugno. Ognuno pensa di trarne vantaggio. Renzi per riprendere spinta a sinistra. Alfano nella speranza di allargare le sue magre percentuali. Il M5S per non perdere il contatto con un elettorato variegato e strappare qualche sindaco in una città importante. Ma forse, il risultato maggiore è, per la maggioranza, di avere impedito uno scontro che poteva rivelarsi destabilizzante.

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