lunedì 8 febbraio 2016

SE ANCHE GRILLO E CASALEGGIO LEGGONO I SONDAGGI

Risultati immagini per grillo contro renzi

Era dai tempi del Craxi arrogante, che col 10% scarso dei voti ( al massimo del fulgore craxiano, arrivarono al 13/14) pretendeva la presidenza del consiglio e dettava l'agenda politica italiana, che non provavo una antipatia personale così forte come quella che ormai sento per l'attuale premier italiano.
Interrogandomi su questo sentimento, ho capito subito che non basta la delusione per la trasformazione all'incontrario , da "principe" a rospo : per un liberale, il Renzi delle prime due leopolde era un personaggio positivamente nuovo. La critica all'antiberlusconismo, come paranoia inutile e anzi dannosa, monopolizzando e paralizzando lo scenario politico in uno sterile pro-contro Cav, lo sdoganamento della parola meritocrazia, sempre sospetta a sinistra (meglio la retorica "uguaglianza" da quelle parti, a prescindere...), la denuncia di pratiche incancrenite e mitizzate come la "concertazione", con compromessi onnicomprensivi sempre al ribasso, il valore delle imprese e il disvalore di una tassazione onnivora e afflittiva.
Sono cose che nel dizionario renziano non sono scomparse, a parole. I fatti mostrano altre priorità. E soprattutto una disinvoltura nella lotta per la conquista e la conservazione del potere che da tempo non vedevo.  Non è un caso che ora renzino batta i pugni sul tavolo europeo. Come può tollerare uno così un condizionamento così stringente come quello della UE ? Peccato che il grande paese che è l'Italia (lo ripete tutti i giorni, la domenica anche due volte) abbia un debito mostruoso, e per non fallire ha bisogno che i creditori non richiedano indietro i loro soldi e/o, per non farlo, non pretendano interessi usurai (che Dio ci conservi santo Draghi, sempre ).
Non sono d'accordo - non ancora - con Ostellino che sposa l'aggettivo di fascistello da diverse parti attribuito a Renzi, però nella sua egolatria Renzi è peggio di Berlusconi. Il narcisismo del secondo lo portava a voler piacere a tutti, e questo faceva sì che, per lo più (certo, quando parlava di magistrati e comunisti, cambiava timbro), i suoi toni tendevano ad essere fintamente concilianti. Il famoso "mi consenta". Ok, apparenza. Però a me suona peggio uno che fa battute alla Mourinho, ("Fassina chi" "Ce ne faremo una ragione" ) che però fa l'allenatore di calcio, non il capo di governo.
No, la cifra prima dell'uomo è l'arroganza, uno dei difetti che più detesto nell'essere umano.
E quindi ogni volta che si accende una contesa, ormai faccio difficoltà a cercare di attenermi al merito e non cedere alla tentazione di scegliere il partito preso, ovviamente, alla luce di quanto sopra, anti renziano.
Insomma, più che la delusione per gli eccessi di trasformismo politico, per la politica di spesa pubblica, per le mance elettorali che proseguono imperterrite,  poté il carattere del personaggio.
E così, udite udite, nel derby dialettico tra Renzi e Grillo, che ogni tanto torna, mi accorgo che inizio a spostarmi verso il secondo.
Almeno Grillo a volte, solo a volte, sa essere autoironico (ricordo il divertente video post elezioni europee) e divertente. Renzi mai, troppo caustico, acido, velenoso nel suo battutismo.
Venendo alla questione del giorno, vale a dire la libertà di voto che Grillo ha indicato ai parlamentari del M5S sulla vexata quaestio della stepchild adoption, noto alcune cose :
- non può certo essere Renzi a rinfacciare a Grillo, e Casaleggio, l'assunzione di rotte politiche in base ad un sondaggio... (e infatti il premier mi pare che su questo taccia..., era troppo anche per lui !)
- mi sorprende che l'istituto di D'Alimonte (fonte Repubblica, ma la sostanza è ripresa anche dal Corsera), molto ascoltato dal pd renziano, confermi, a distanza di tre anni, come l'elettorato del M5Stelle abbia una forte componente di destra. Lo avevano rivelato in tanti, e Ricolfi e Diamanti tra questi, come gli ortotteri votanti erano ben diversi da quelli "vocianti", cioè quelli che vanno in rete. Questi ultimi, i militanti cybernauti, sono qualche migliaio, quando va bene, e sono TUTTI di sinistra, quella peggiore (ce n'è anche una più accettabile) . I primi sono milioni, e, nel 2013, solo un terzo militava a gauche. Gli altri erano o di destra, o ribellisti senza bandiera, o giovani che non si riconoscono nella vecchia diarchia.
Pensavo che nel vedere all'opera i parlamentari - scelti sulla base di insulse parlamentarie, in rete, col clic di poche migliaia di persone - gli elettori di destra fossero rinsaviti, vedendo la posizione dei grillini in materie come l'immigrazione ( lo ius soli, per dire), l'economia (il reddito di cittadinanza, per esempio). Pare di no.
Molti di quelli che oggi voterebbero per i pentastellati sono ancora di destra. Gente però a cui l'apertura al mondo omosessuale, e in particolare il discorso sull'adozione - oggi da parte del partner del genitore naturale, domani ? - piace pochino.
E quindi,   le associazioni gay che riecheggiano la minaccia della piazza del Family Day ("ce ne ricorderemo !" ) , fanno un po' sorridere. I numeri non sono esattamente gli stessi, e la scelta di Casaleggio e Grillo sta lì a confermarlo.
- curioso che la "libertà di voto" sia vista come un "tradimento". Non è che Grillo ha detto "contrordine compagni, si vota contro". Ha lasciato libertà sulla materia. Ma i difensori delle libertà individuali sono strani, e in Parlamento vorrebbero, sul tema, disciplina militare.

Alla fine la legge, mia convinzione, passerà, perché l'attuale Parlamento non rappresenta l'opinione pubblica prevalente - il che è a volte è un bene, a me per esempio mi piacerebbe tanto che avvenisse in materia di giustizia, per difenderci dall'inciviltà del giustizialismo forcaiolo - e lo schieramento di TUTTI i grandi giornali aiuterà le coscienze nel voto segreto.
Se poi avranno torto quelli convinti che il ddl Cirinnà è il cavallo di Troia per l'introduzione del matrimonio gay e/o dell'adozione dei bambini anche in assenza di un genitore naturale, con sdoganamento della pratica dell'utero in affitto e così via, meglio.
In caso contrario...che dire ?
Anche noi ce ne ricorderemo ?




Il Corriere della Sera - Digital Edition

Il retroscena M5S, le telefonate per contarsi
Un sondaggio dietro la scelta

La base attacca ancora il leader sul blog, deputati in pressing sui senatori
 
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MILANO Ore d’attesa per smaltire la rabbia. E per capire cosa accadrà. Il Movimento, il giorno dopo l’annuncio sulla libertà di coscienza sul ddl Cirinnà, si guarda allo specchio. Una sosta per rifiatare, per far scemare i malumori (ieri in forte calo) e per fare salire il pressing sui senatori. I deputati, capeggiati da Ivan Della Valle che ha invocato a gran voce l’assemblea congiunta in programma martedì, hanno chiesto lumi sull’atteggiamento in Aula. A Palazzo Madama il senatore Alberto Airola si è lanciato in un vorticoso giro di telefonate per «contarsi» e assicurare compattezza sulla stepchild adoption. Al netto di assenze e voti contrari, il pallottoliere dovrebbe arrivare a una trentina di parlamentari, quanto basta per sotterrare l’ascia di guerra tra gli eletti Cinque Stelle. Che intanto iniziano a smarcarsi anche dall’idea che Grillo abbia imposto un cambio di rotta solo in chiave etico-elettorale.
Molti parlamentari riprendono le parole di Enrico Mentana al Fatto Quotidiano : «Dalla candidatura di Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica, mi sembra la prima vera mossa politica dei 5 Stelle, che così facendo hanno scelto di non fare da stampella al Pd, con l’obiettivo di far esplodere le contraddizioni all’interno del partito di Renzi e della maggioranza di governo». La senatrice Elena Fattori ribadisce: «Ora è un loro problema, dei democratici, del governo». Anche alcuni esponenti del direttorio — messo nel mirino da un drappello di deputati nelle ore successive al post — intervengono. Carla Ruocco si dice «contenta che su un argomento così delicato sia data possibilità di riflettere e di ragionare ancora». Carlo Sibilia invece riprende l’idea lanciata dal pentastellato cattolico Sergio Puglia al Corriere : «Su questi aspetti delicati (vedi anche eutanasia ad esempio) ogni cittadino deve poter esprimere la propria idea. Lo strumento migliore per fare questo è il referendum consultivo».
Ma mentre tra i parlamentari il clima si rasserena, sul blog è ancora battaglia di commenti. Una marea, oltre duemila per il post. Prevalgono le critiche, ma non in misura preponderante come nelle prime ore. «Ci vogliono cinque minuti per lanciare una votazione online. Altrimenti smettiamola di dirci che quella che proponiamo è democrazia diretta», scrive Stefano Lacchin. «Però no. Così proprio no», sbotta Massimo Di Bella. «Caro Beppe adesso il Vaffa è tutto per te», inveisce Massimo D. mentre Ottavio R. sentenzia: «Hai fatto come Ponzio Pilato». «Giusto e assolutamente equilibrato», ribatte Adriano Perrone. Per Salvatore Improta «lasciare libertà di coscienza a chi è chiamato a decidere su una legge è un atto rivoluzionario, da Cinque Stelle». Lo scontro tra fazioni si sposta anche sui social network. Sul ring virtuale sono i gruppi Facebook Lgbt e per la famiglia legati al Movimento. Anche qui si fa la conta sui voti, il clima è talmente acceso che interviene sulla bacheca anche la senatrice Elisa Bulgarelli: «Trovo indecorose le liste di proscrizione», scrive.
Intanto, avanzano indiscrezioni sulle motivazioni che hanno indotto Grillo al cambio di rotta: secondo AdnKronos sarebbe stato un sondaggio sulla composizione dell’elettorato M5S — realizzato dalla Luiss — a smuovere i vertici. Secondo i dati, a votare Cinque Stelle sarebbe soprattutto un elettorato di destra.

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