sabato 12 marzo 2016

PERCHE' FOFFO E PRATO CI FANNO PAURA

Risultati immagini per L'OMICIDIO DI LUCA VARANI

L'orrore suscitato dall'omicidio di Luca Varani si accompagna alla paura di molti genitori "normali" che, saggiamente, non liquidano la cosa come il gesto folle di due balordi, individui che nulla hanno a che fare con i propri figli.  Foffo e Prato vengono da famiglie per bene, nelle quali in tanti possono identificarsi e quindi essere visitati da pensieri "tinti" : dove hanno sbagliato ? e io sono sicuro che sto facendo tutto  il necessario perché mio figlio resti lontano da droga, alcol, ambienti sbagliati ?
Anche Luca Varani, la povera vittima, per esempio non frequentava la gente giusta. Non è stato sequestrato, in quella casa c'è andato di sua volontà e, se è vero quello che dicono i due, perché lo avevano pagato... La fidanzata lo difende a spada tratta, vuole giustizia, e sicuramente gli assassini di Luca meritano una pena severa, la più dura. Però la vittima le sue colpe le ha, ancorché sia indubbio che le abbia pagate in modo mostruoso e quindi in alcun modo comparabile.  Intendo solo dire che anche Luca potrebbe far parte di quei ragazzi "normali" passibili di condotte sbagliate che possono anche finire in modo tragico.
Breve dialogo con un amico, padre di un bel ragazzo, presto sedicenne, piuttosto svogliato e pericolosamente annoiato.
"Ti fa paura la storia di quei due ?"
"No, me sto proprio cacando sotto".
Non fine, ma efficace.

Il Corriere della Sera - Digital Edition

 Prato e l’orrore: «Luca non moriva, riusciva a riprendersi ogni volta...»

Nuove affermazioni-choc del pr arrestato con Foffo per l’omicidio di Luca Varani
 


«Luca non moriva, si riprendeva ogni volta». Una ricostruzione lucida, nonostante gli effetti della cocaina che aveva assunto fino a quel momento, quella di Marc Prato nel descrivere l’agonia del ragazzo massacrato nell’appartamento di Manuel Foffo al Collatino. Ancora affermazioni choc del pr di eventi gay che davanti al gip Riccardo Amoroso ha anche ricordato come «Manuel era molto infastidito dal fatto che Luca non moriva», spiegando che i colpi inferti al ventenne de La Storta «venivano dati per uccidere».
Non solo due ore di torture quindi, anche se l’autopsia ha stabilito che Varani è morto per dissanguamento dopo essere stato raggiunto da 25 coltellate, con ferite da punta e taglio, e da almeno cinque martellate, soprattutto alle mani, per impedire a Luca una qualsiasi reazione. Scene da film horror vissute nell’abitazione di Foffo in via Igino Giordani alle quali si aggiunge la determinazione di Prato nel cercare lui stesso di «porre fine alle sofferenze» di Varani tentando di strozzarlo con un cavo invece di cercare di salvarlo. Ma «Luca non moriva mai», ha ricordato ancora il trentenne, rinchiuso a Regina Coeli accusato di concorso in omicidio volontario.
Di più: all’inizio Varani, nonostante gli fosse stato somministrato un drink allungato con l’Alcover, usato da Foffo per contrastare la dipendenza da alcol e droga («Da l’effetto di 70 cocktail», ha spiegato Prato), ha anche reagito all’aggressione quando Manuel ha ordinato a Marc di strozzare il ragazzo. «Ho provato, ma Luca si è ripreso, mi ha scansato e sono caduto», ha ammesso ancora il pr. Quindi Varani ha tentato di salvarsi ma non c’è riuscito, secondo la versione di Prato, per l’intervento di Foffo, che lo ha preso a martellate per vincerne ogni resistenza. Immagini che sono in netto contrasto con la ricostruzione fornita invece dal padrone di casa che ha accusato l’amico dell’omicidio di Varani. Il gip ha sottolineato «l’imprevedibilità delle loro reazioni emotive, essendo entrambi gli indagati soggetti inaffidabili per i loro comportamenti irrazionali evidentemente influenzati dall’abuso di alcolici e stupefacenti».
E proprio su questo punto i carabinieri del Reparto operativo e della compagnia piazza Dante stanno indagando per chiudere il cerchio sui due arrestati. «Il caso non è ancora chiuso», assicura chi sta ricostruendo episodi di vita recente di Foffo e Prato per capire se si tratti di menti criminali oppure di persone coinvolte in un singolo episodio criminale. Questo il motivo delle decine di interrogatori - compresi i familiari di Manuel - svolti dai militari dell’Arma, mentre la fidanzata di Luca Varani, Marta Gaia Sebastiani, in un post su Facebook è tornata a chiedere «l’ergastolo, e chiedo giustizia per Luca e per tutte le vittime che hanno subito cose atroci. La droga e l’alcol sono aggravanti. Non mi darò pace fino a quando non avrò giustizia e loro quello che meritano. Sono pronta anche a scendere in piazza».
Fulvio Fiano
Rinaldo Frignani

Nessun commento:

Posta un commento