martedì 8 marzo 2016

SE QUESTI SONO UOMINI

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Lascia increduli la confessione di Manuel Foffo, uno dei due assassini di Luca Varani, ucciso per "provare come ci si sente a dominare un altro".
Ascoltando le prime notizie alla radio, leggendo i titoli in rete, non ci credevo, non ci volevo credere. Ritenevo impossibile poter uccidere per vedere l'effetto che fa...
Eppure così Foffo la racconta.  Punta da subito all'infermità mentale ? Improbabile. Eppure non sarebbe meglio che QUESTA fosse la spiegazione ? Due folli, e così sgombriamo la mente dal pessimo pensiero che l'uomo possa essere capace, nella sua normalità, di orrori del genere.
Ma è un'illusione pia. L'uomo può, avoglia se può. E quando vogliamo un esempio facile facile, basta andare con la memoria alla persecuzione degli ebrei nella Germania nazista e paesi alleati e/o controllati.
Ma è solo l'esempio più scontato.



I killer del coca party tra droga, sesso e follia: “Dopo averlo ucciso ci siamo addormentati vicino al cadavere”

Roma, la confessione di uno degli assassini: «Volevamo provare cosa si sente a dominare un altro»
 
Marco Prato, 29 anni, era noto nei locali alla moda della capitale
 
 
08/03/2016
roma

Lo sballo, il sesso in vendita, la vergogna di dichiararsi gay, l’omicidio «per l’intenzione di fare del male a qualcuno». Possiamo scomodare la tesi di Hannah Arendt sulla «banalità del male», ma faticheremo comunque a inoltrarci nell’abisso di chi ha spento la vita di Luca Varani, appena 23 anni, per il brivido di uccidere. La confessione di uno dei due assassini fa paura. Altro che Arancia meccanica.  
 
“TRASFORMATI IN ANIMALI”  
«Non so come mi sia potuto trasformare in un animale del genere» ammette Manuel Foffo, 30 anni, assistito dall’avvocato Michele Andreano, di fronte al pm Francesco Scavo. Insieme a Marco Prato, 29 anni, è in carcere con l’accusa di omicidio premeditato aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Prato, che ha tentato il suicidio in un albergo vicino piazza Bologna, a due passi dalla casa dei genitori, per ora non parla: «Non so niente, ho cercato di uccidermi».  
 
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LE TORTURE  
Manuel Foffo, che si è costituito ai carabinieri dopo essersi sfogato con il padre, è invece un fiume in piena. Eccolo sulle torture: «Ho trovato io i due coltelli e il martello. La corda non so da dove è spuntata fuori. Abbiamo colpito tante volte. Non provavo piacere ma non riuscivo a fermarmi. Marco ha inferto la coltellata al cuore. Luca era ancora vivo prima di quella coltellata». Luca è stato martoriato e ucciso venerdì scorso dopo essere stato attirato, via sms sul telefonino, con la promessa di 120 euro per prestazioni sessuali. Una decina di coltellate al collo e al petto, diversi colpi di martello dappertutto e una corda stretta al collo. È stato assalito quasi subito dopo l’arrivo nell’appartamento di Foffo ma la morte è stata lenta e prolungata: «Luca ha sofferto molto prima».  
 
IL SESSO E LA DROGA  
Manuel ha incontrato Marco Prato solo tre volte, lo definisce «gay», mentre di sé dice: «Io sono eterosessuale». Poi però ammette di «aver avuto un rapporto orale con lui, quando ci siamo conosciuti, la notte di capodanno. La cosa mi ha dato fastidio e avevo deciso di non vederlo più. Mi ha dato anche fastidio che Marco aveva mandato un sms a mio fratello e ad alcuni miei amici con una cosa inventata. Nello specifico aveva detto che avevamo conosciuto un transessuale che ci aveva dato della cocaina. Ma poi Marco mi ha cercato e così abbiamo deciso di drogarci e poi di uccidere qualcuno». 
 
1500 EURO DI COCA  
I due amici trascorrono due giorni di sballo («entrambi sapevamo che facevamo uso di cocaina»), mercoledì e giovedì, chiusi in casa del primo al Collatino, periferia est della città. «Senza mangiare e senza dormire. Ci siamo sballati con cocaina e alcol. Più volte abbiamo chiamato lo spacciatore che ci portava la sostanza. Non so essere preciso sulla quantità in grammi, ma abbiamo speso 1.500 euro. Faccio uso di cocaina da quando avevo 18 anni, ma in modo sporadico. Tranne quando sono stato a Ibiza per la stagione estiva dove ho fatto uso continuativo di cocaina». 
 
“ABBIAMO DORMITO CON IL CADAVERE”  
Venerdì mattina, completamente drogati e insonni, Manuel e Marco escono di casa in auto «per cercare qualcuno da ammazzare. Ma non trovandolo, Marco «ha inviato un messaggio whatsapp a Luca. Mi ha detto che si prostituiva. Nego però che tra noi ci siano stati rapporti sessuali». Gli accordi vengono presi con cinque messaggi. Luca Varani arriva nell’appartamento al decimo piano (in quello sottostante abita la madre di Manuel) convinto di dover consumare un rapporto a pagamento. I due gli offrono alcol con dentro l’Alcover, una sostanza nota come il metadone degli alcolisti che Manuel possiede «perché me lo ha prescritto il medico, visto che ho sofferto di etilismo». Il farmaco in dosi massicce provoca incoscienza. «Marco gli ha versato l’Alcover nel bicchiere, Luca è andato in bagno, si è spogliato per fare la doccia ma si è sentito male. Marco lo ha aggredito e ricordo che gli ha detto che sia lui che io avevamo scelto che doveva morire». Lo torturano fino alla morte poi però «lo abbiamo messo sul letto per pulire il pavimento. Mentre uccidevo non sono stato capace di fermarmi anche se a tratti ho provato vergogna per quello che facevo». Poi si addormentano e al risveglio ripuliscono la scena del delitto. I vestiti della vittima sono stati gettati «in un cassonetto sotto casa».  
 
IL TENTATO SUICIDIO  
E poi c’è il giallo del tentato suicidio di Marco Prato. È stato Manuel a indirizzare i carabinieri del Reparto operativo verso l’albergo di piazza Bologna. Resta da chiarire se è stato davvero lui a comprare tre flaconi di barbiturici con cui Marco voleva farla finita. «Anche se è successo che Marco mi ha invitato alla violenza contro Luca, io mi sento comunque responsabile di questo fatto» conclude Manuel nel verbale di 5 pagine. Entrambi gli arrestati sono in attesa dell’interrogatorio di garanzia di fronte al gip Riccardo Amoroso. 
 
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1 commento:

  1. Io gli farei fare la stessa fine...

    Siamo veramente alla frutta...

    Gente così non merita di vivere...

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