venerdì 22 aprile 2016

TOTTI 2 GLI ALTRI 0. LA DITTA "SPALLOTTA" CHIEDERA' SCUSA ? PARE DI NO. NIENTE HAPPY END

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Stamane, ma la cosa è iniziata ovviamente da ieri sera, con un Carlo Zampa impazzito ad urlare , dopo l'impresa tottiana, "alla facciaccia vostra", cioè di tutti i nemici del Capitano, a Rete Sport, frequenza 104,2 di Roma, lo champagne scorre a fiumi.
Daniele Lo Monaco, Massimiliano Magni, Maurizio Catalani e, in modo più sobrio, Luca Valdiserri, Massimo Cecchini, tutti a rivendicare, con buon diritto, la loro coerente, strenua difesa di Totti, del rispetto dovuto ad una storia ineguagliabile, del dubbio che un campione così, ancorché "anziano", possa ancora ben dire la sua , magari in spezzoni di partita (magari più ampi di 4 minuti, ancorché sembra gli bastino per risolvere le partite) .
Sul Corriere dello Sport, che a sua volta si è schierato nettamente contro la Società e l'allenatore, a fianco di Totti, parlano apertamente di scuse al giocatore, che ovviamente non verranno, perché bisogna essere intelligenti e coraggiosi per ammettere di aver avuto torto.
Certo che nemmeno in un film d'autore si poteva immaginare un finale di partita, e forse di una storia durata 25 anni, come quello di ieri, e non sarei stupito se veramente qualche regista prima o poi non la facesse sul serio una pellicola del genere.
A 4 minuti dalla fine la Roma è all'inferno, perdendo in casa per 2-1 contro il Torino, dopo i pareggi con il Bologna (battuto 6-0 dal Napoli...) e l'Atalanta , dove pure il genio del Pupone hanno quantomeno evitato la sconfitta.
Spalletti lo butta dentro, magari per coinvolgere anche lui nel naufragio. E invece questo che ti fa ? Il primo pallone giocato dopo il suo ingresso lo mette dentro, con una giocata non facile, che altri, senza fare nomi, al posto suo, avrebbero spedito in curva.
Non solo, ma un paio di minuti dopo l'arbitro decide che è il caso di risarcire la Roma per due rigori non assegnati, per falli di mano evidenti, e se ne inventa uno. Sul dischetto che scotta - siamo al 90 - va naturalmente lui, Francesco, ed il gol della vittoria.
L'attimo dopo, il capitano è sommerso dagli abbracci di TUTTA la squadra, panchina al completo compresa, la curva sud si riversa sulle barriere, che vorrebbe superare per unirsi all'abbraccio, e le inquadrature sugli spalti mostrano tifosi impazziti, ebbri di gioia, commossi, molti, fino alle lacrime.
Fossi Totti, annuncerei oggi il mio ritiro.
Non potrebbe mai finire meglio di così...
Non lo farà, sperando, legittimamente, che ora per la ditta Spallotta - crasi evidente dei due nomi - sia difficile non esaudire il suo desiderio di un altro anno di contratto.
Ma pare che la speranza debba rimanere inesaudita. Totti, con i gol e gli assist delle ultime tre partite, avrà fatto l'ultimo regalo alla sua Roma, dandole una mano decisiva a centrare almeno i preliminari di Champions. Poi, se vorrà continuare a calciare un pallone, dovrà andare altrove.
Niente happy end.


Il Corriere della Sera - Digital Edition



La Roma pazza di gioia, grazie Totti Due gol che valgono 77 milioni di euro

La sua doppietta doma il Toro e assicura la Champions: «Che grande emozione»

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ROMA E ora chiedetegli scusa e rifategli il contratto. Non dovrebbe essere difficile, visto che è pronto a giocare anche gratis e che, segnando due gol negli ultimi cinque minuti, il primo quando era entrato in campo da soli 22 secondi, Francesco Totti potrebbe avere regalato alla Roma 77 milioni di euro. Quelli che il club del presidente d’oltreoceano ha incassato quest’anno partecipando alla Champions League.

Il condizionale serve per due motivi: l’aritmetica non dà ancora la Roma terza, anche se l’Inter ha perso con il Genoa e ora è a -7, e ci sarà il preliminare da giocare a Ferragosto. Ma se la Roma sarà lì, quel giorno, lo dovrà a Francesco Totti. E a chi battuto il calcio d’inizio. E a chi portato il pallone allo stadio. E a chi ha fatto un tackle nel campionato ‘70-71...

Spalletti ha sbagliato: Totti è la Roma. Il miracolo non sono i due gol. Ne ha fatti tanti: 303 in tutte le competizioni, 247 in campionato. Il miracolo è che dopo il rigore del 3-2, barriere o non barriere, la curva Sud si è riempita di tifosi pazzi di gioia, come non lo erano da tempo. Sono tornati lì, per un attimo, perché lì sotto è andato ad esultare il Capitano.
«È stata una bella emozione», ha detto dopo la gara. Dopo il gol, come fece un tempo Batistuta con Irina, ha gridato ti amo a Ilary in favor di telecamera.

È stato il finale incredibile della prima partita di serie A giocata senza arbitro. Ci fosse stata la moviola in campo, al posto dell’inadeguato Calvarese e dei suoi assistenti, sarebbe finita in modo diverso. Giusto il rigore su Belotti (fallo di Manolas), clamorosi quelli negati alla Roma nel finale di primo tempo (parata di Gaston Silva) e a inizio ripresa (altro mani di Gazzi), riparatorio quello dell’ultimo minuto, perché Maksimovic (su cross di Perotti) tiene il braccio vicino al corpo. Una Caporetto.

La Roma è stata rianimata dai suoi uomini migliori - Totti e Pjanic - entrati dalla panchina. Il Torino era in vantaggio 2-1 e i giallorossi, fin lì, avevano pochissime idee di calcio. Ma i campioni servono a fare quello che gli altri non sanno fare. Un minuto, un’ora, una partita intera. Totti non ha mai chiesto il posto fisso e resta ancora in attesa che da Boston si degnino di dire cosa deve fare. Ha ragione lui: è ancora un giocatore. Spalletti ha parlato così: «Voglio vederlo felice, non voglio essere quello che ha tolto qualcosa a Francesco. Quando ne ho bisogno lo uso, ma dall’inizio della gara la valutazione è diversa». I dati dell’amichevole contro la Primavera, per una volta, sono finiti in archivio.

Il Torino, che veniva da tre vittorie consecutive, dopo aver battuto in trasferta l’Inter stava per sconfiggere anche la Roma. Glielo ha impedito un ragazzo di 39 anni che si è buttato su un pallone come se fosse l’ultimo della sua vita. Tre minuti dopo ne è arrivato un altro e Nino non ha avuto paura del calcio di rigore. Chissà se Pallotta («Sono orgoglioso di Totti») ha cambiato idea.
Farlo è da persone intelligenti.

Luca Valdiserri

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