lunedì 5 dicembre 2016

IL MIO NO DIVERSO DAGLI ALTRI

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Chi mi gratifica con la sua lettura, sa che il Camerlengo votava NO, ma sa anche che i motivi di questa scelta erano del tutto diversi rispetto a quelli che è facile immaginare siano stati i principali artefici di una vittoria così eclatante.
Ha vinto, credo, la "santa alleanza" tra i difensori della "Costituzione più bella del mondo", e quindi la sinistra radicale dei salotti, tipo Micromega, i sindacalisti della CGIL, i sopravvissuti dei vari popoli (Fax, viola, girotondini), e il popolo ampio dei nemici del premier. Non credo che i primi siano tantissimi - o forse la mia è una speranza - però sommati ai grillini, compattissimi per la bocciatura, e gli altri avversari di Renzi, ecco il clamoroso 60% che licenzia il toscano da Palazzo Chigi, tenuto anche conto del 70% di partecipanti al voto.
Il mio NO era diverso.  Era la disapprovazione critica del TESTO della riforma costituzionale, confusa, scritta male e con una inaccettabile saldatura con una pessima legge elettorale, l'Italicum.
Io non disapprovavo, non disapprovo, l'idea di un sistema monocamerale, ma VERO. Se invece un Senato deve sopravvivere, e con poteri effettivi su diverse cose importanti quali l'elezione del Capo dello Stato, dei giudici costituzionali, l'approvazione dei trattati internazionali, delle leggi costituzionali, ebbé allora deve rimanere ELETTIVO, e non quel guazzabuglio dei consiglieri regionali e dei sindaci, con rinvio ad ulteriori leggi per stabilire i criteri di scelta.
Sospetta la riforma dell'elezione del Capo dello Stato, specie con la Camera maggioritaria grazie ad un premio slegato dalla rappresentanza e il Senato di cui sopra, mentre Davide Giacalone ha spiegato benissimo come anche la giustissima correzione del Titolo V, quello che si occupa dei poteri tra Stato e Regioni, scritta com'era non risolveva e anzi  complicava.
Insomma l'idea di un esecutivo più efficiente, di un legislatore più agile, di un riequilibrio dei rapporti tra centro e territori, non la trovavo e non la trovo sbagliata. 
Quindi nessuna costituzione intoccabile, nessun terrore per un governo più forte, ma bocciatura del MODO, rectius del testo finale partorito, con la pregiudiziale determinante nei confronti della legge elettorale la cui correzione è stata promessa ma lasciata al futuro...
Questi, e solo questi, i motivi del mio NO.
Non apprezzo il Renzi uomo, che trovo troppo presuntuoso e arrogante, ma non vedo al momento successori migliori di lui.  Non nella sinistra, dove comunque non sono affari miei (ma certo, la prospettiva di gente come Rossi, Emiliano, o anche Franceschini e Martina, alla segreteria, non mi fa affatto sorridere), ma nemmeno nella destra. Senza contare la vera alternativa, costituita dai grillini.
Il M5Stelle, da solo, non potrebbe mai diventare maggioranza. Non superano mai la soglia, pur lusinghiera, del 30% delle intenzioni di voto, e finora non si sono mai mostrati disponibili ad alleanze con chicchessia. Certo, l'Italicum gli poteva regalare la vittoria solitaria, ma la follia renziana concepita dal prof. d'Alimonte, è stata punita e, con un po' di fortuna, di questa sciagurata legge non sentiremo parlare più, senza averla, vivaddio, mai sperimentata.
In queste condizioni quindi non ho certo votato NO per dare "la spallata" a Renzi, come tanti che conosco invece hanno inteso fare.
Renzino, allo stato, sarebbe stato ancora il male minore.
Adesso sono veramente curioso di vedere cosa farà.
Il PD dovrà fare un nuovo congresso, e sarà interessante vedere gli alleati, accorsi sul carro del vincitore, cosa faranno ora che il monarca ha perso di brutto.
Gente come Franceschini, che tradì ignobilmente Letta (un amico...) o i giovani turchi, con un Orfini inaffidabile ed un Orlando con ambizioni di subentro, non sono esattamente una garanzia, anzi.
La sinistra piddina, dal canto suo, che brinda, non è che abbia dei numeri esaltanti. Secondo i famosi flussi, quasi il 90% del PD avrebbe votato SI', quindi rispondendo compatto all'appello del segretario.
Renzi potrebbe partire da lì, ma credo sarebbe illusorio scommettere che quel 88% rappresenti veramente il sentire degli elettori democratici, fedeli all'attuale segretario.
Così come è stupido - eppure in tv ho sentito dei renziani fare questi discorsi - impossessarsi dell'intero voto a favore della riforma come se fosse interamente ascrivibile al premier.
Tantissima gente, in buona fede, ha votato sì per favorire un cambiamento, ritenendo che anche questo, con riconosciute criticità, fosse meglio che restare fermi.
Insomma, un voto dove si sono mischiate tante cose, e se quella principale, alla fine, è stata Renzi Sì, Renzio No, la colpa è proprio dello sconfitto.

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8 commenti:

  1. MAURO ANETRINI

    Il tuo no era il mio no. Il che mi conforta

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  2. PAOLO CONTI

    Come al solito Avvocato sei sempre coerente e brillante.....di tante analisi pre e post voto la tua risulta essere, a mio avviso, la migliore

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  3. MARIA LUISA TULLI

    No invece io penso che quel 41% sia tutto di Renzi, visto quanto ha personalizzato questa riforma e questo voto. Piaccia o meno, l'uomo veramente forte è lui.

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    1. GUIDO VERDIANELLI

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    2. GIUDO VERDIANELLI

      Io ho votato sì e non sono renziano: -1

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    3. MARIA LUISA

      Guido anche io ho votato si ma non sono proprio renziana. Intendevo dire che lui aveva personalizzato molto questo referendum, sicché una grandissima parte di quei voti sono proprio per lui.

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    4. Stefano dici che è derelitto? Secondo me ci sono due alternative: o si vuol godere l'italia che affonda bevendo un mojito (il suo bellissimo discorso ieri sembrava scritto apposta per farsi rimpiangere) oppure ha in serbo qualche altra cartuccia. Vedremo

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    5. Ieri sera era un uomo distrutto. E ci sta, dopo tutto quello che aveva scommesso su questo referendum. Accadde anche dopo aver perso le primarie contro Bersani. L'uomo accusa il colpo, anche se perde con una certa dignità ( ricordo la battuta di allora : "ho fatto qualcosa di sinistra : ho perso..."). Dopodiché anche io sono curioso di vedere cosa farà...magari riscopre il renzismo della prima Leopolda, e fa un partito suo. E magari, proprio magari, lo voto pure...

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