mercoledì 22 febbraio 2017

ALLA VIGILIA DI UN MATCH CHIAVE PER LA STAGIONE, LA JUVE SI FA MALE DA SOLA : BONUCCI IN TRIBUNA PER PUNIZIONE

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Un amico di fede juventina mi ha mandato l'altro giorno un post contenente l'elogio di Allegri allenatore della Juventus. Lo ringrazio, perché il contributo è divertente e pure utile. Pensavo di postarlo, aggiungendoci le mie osservazioni, poi è arrivato il caso-caos Bonucci che prevale e sicuramente costituisce un'altra puntata di questa complicata annata tra squadra e mister, nonostante i risultati, ancora positivi (primi in classifica, qualificati agli ottavi di Champions e in semifinale di Coppa Italia) con però la sconfitta di Doha, digerita molto male, specie dal titolare della panchina.
Perché vedete, cari estimatori del Max livornese, l'uomo è  spiritoso e arguto, come spesso la gente di razza toscana, ma è anche fumantino, permaloso e molto poco garbato quando l'acqua non gli va per l'orto. Forse voi ve lo siete scordato, ai tempi del primo scudetto di Conte, che ci vide battagliare proprio con il Milan guidato da Allegri, campione uscente. Bè lì lo spirito era zero, le polemiche all'ordine del giorno, e il livello di sportività assai basso.
Insomma, quando vince Allegri sa essere divertente, veramente, ma diventa acidissimo e rosicone come la stragrande maggioranza dei personaggi del calcio quando perde.
Ciò posto, veniamo al caso Bonucci, che segue peraltro vari malumori già ostentati in precedenza da altri - tanto da far dire al Mister che Leo è sfortunato, perché l'ultimo di una serie, e quindi capro espiatorio eletto per dare un segnale forte ad uno spogliatoio inquieto - : la vicenda è nota...Bonucci si rivolge animatamente ad Allegri che tarda a cambiare Marchisio, in evidente difficoltà, l'allenatore non apprezza la palesata contestazione e si rivolge in modo assai colorito al suo giocatore.
Ha sbagliato il primo, ha sbagliato il secondo, che infatti si "auto multa", ma che evidentemente giudica - un giudice forse di parte ? - più grave il comportamento del giocatore e lo esclude in modo piuttosto clamoroso da una partita chiave della stagione, l'andata di stasera contro il Porto (ah, l'allenatore dei lusitani ringrazia ) .
A me non piacciono i giocatori prime donne, che pensano di essere al di sopra delle regole. Se non sbaglio, Bonucci fa parte del collegio senatoriale che avrebbe rimproverato Dybala per non aver accettato il saluto del Mister al cambio, mentre lui ha fatto molto peggio.
Una sanzione ci sta,  dunque, ma ritengo che questa sia eccessiva, a scoppio ritardato, presa dal soggetto non deputato - doveva essere la società, magari su sollecitazione di Allegri - e molto pericoloso per gli equilibri interni, che già non mi sembrano solidissimi.
Se vinciamo, le cose forse rientreranno (forse, perché Bonucci non ha un carattere facile) , se perdiamo, la stagione è a rischio, per il contraccolpo e le mille polemiche che arriveranno.
Personalmente, pur non certo disperato perché sicuramente Allegri andrà via il prossimo anno, reputo un errore il fatto che tutti lo sappiano già a questo punto della stagione, con giocatori che a loro volta staranno pensando ad altri lidi : lo sappiamo di Kedira, di Liechteinstener, di Mandukic, temiamo per Dybala e a questo punto anche per Bonucci, molto corteggiato in premier, specie da Conte.
Brutte sensazioni.
Molto brutte.


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Juventus-Bonucci, storia che può avere strascichi pericolosi

Non può essere Allegri, parte in causa, a erogare punizioni: toccava alla società dare linee di comportamento al di sopra delle parti


(Ansa) (Ansa)

  
La prima impressione è che a uscire in modo fragile dalla storiaccia Allegri-Bonucci sia la società. Non può essere giudice Allegri che è ampiamente parte in causa. Non può dare punizioni diverse agli altri e a se stesso. Essendo stato molto plateale l’incidente e riguardando due suoi tesserati, toccava alla Juventus dare linee di comportamento al di sopra delle parti.

Si è lasciato invece che la vicenda restasse tra giocatore e tecnico, cioè fra tutto il mondo Juve ma fuori dalla Juve. È anche un po’ volgare la donazione di Allegri a copertura delle sue offese pubbliche, come vincesse sempre la prepotenza del denaro. Ma capisco anche che con la frittata limpida sul piatto uscirne bene era molto difficile.   

Mi sembra abbia prevalso un cattivo senso del reale, la divisione per tre di un danno serio e molto seccante. La Juve si è presa la parte della debolezza, ma ha «ufficialmente» condiviso con l’allenatore la punizione. Che sia l’opposto è evidente, questo tipo di punizioni sono da statuto a carico delle società. Tocca all’allenatore semmai condividere. E Allegri non poteva fare altro visto il torto palese. Bonucci era il vaso di coccio sul tavolo.
Sarà semmai importante capire cosa rimarrà dello screzio. È stato molto violento. E tra figure che nello spogliatoio si equivalgono. Il resto è una brutta storia di cui si parlerà ancora domani solo in base al risultato della partita col Porto. Raramente conta altro nel calcio. Ma una riflessione la Juve e Allegri devono farla. Era già successo a Firenze, stessa offesa contro il quarto uomo. Allegri disse che c’era stato un equivoco, non è nel suo stile il turpiloquio. Va bene comunque, nessuno è un santo. E nessuno vuole nemmeno un campo di calcio bianco come un giglio, è giusto abbia il suo tasso di durezza, le sue liberazioni. Ma senza prendersi in giro. La Juve lo sa. Dalla prossima volta deve anche dirlo.

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