mercoledì 17 maggio 2017

CONFERMATI DUE MILIONI AL MESE ALLA LARIO. "QUELLO E' PER LA SEPARAZIONE" SPIEGANO I GIUDICI. UNO SCHIAFFO AL SENSO COMUNE E ALLA POVERTA'

Risultati immagini per divorzio lario berlusconi vignette

La gente legge i giornali, guarda la televisione e pensa : sti giudici so matti ! non avevano detto il contrario qualche giorno fa ?
Come potrebbe commentare diversamente la notizia che la Cassazione, dopo aver pubblicato , con tanto di comunicato stampa preventivo !, la storica inversione di rotta di una interpretazione trentennale - per la quale l'assegno di divorzio non doveva essere più parametrato al mantenimento del tenore di vita ma solo allo stato di bisogno del coniuge debole, impossibilitato a provvedere dignitosamente a sé - , poi conferma due milioni di euro al MESE a Veronica Lario, ex signora Berlusconi ??
In realtà la spiegazione tecnica c'è, e i giudici la danno : qui si parla di "separazione" e non ancora di divorzio. Quando si è separati, si è ancora coniugati, e quindi ci sta, secondo gli ermellini, che si conservi il tenore di vita goduto fino a quel momento, mentre con il divorzio il vincolo coniugale si recide e con esso quel principio.
I sofisti gli facevano un baffo (la parola sarebbe un'altra, ma censuriamoci) ai nostri soloni di Piazza Cavour.
Il risultato di simil sentenza sarà, prevedo, nei casi delle signore -ma ormai talvolta anche signori - che godono di congrui assegni di mantenimento, di non accedere al divorzio congiunto (oltretutto adesso richiedibile dopo anche solo sei mesi dalla separazione, se consensuale, od un anno ),  ma cercare di protrarre il giudizio durante il quale l'assegno continuerà a correre, perché solo "separati".
Ma a parte questo aspetto generale, in realtà la vicenda Lario Berlusconi, così come accade in tutte le separazioni/divorzi milionari, offende veramente il buon senso comune.
Come definire soggetto "debole" un milionario ? Solo per l'assunto che l'altro è una specie di Creso ?
Come non offendere il senso morale di uguaglianza, tutelando una persona perché era abituata a vivere in un castello, con servitori e guardie del corpo, mentre ora si dovrà "accontentare" delle rendite di decine di immobili sparsi per le più belle e costose città del mondo ?
Più corretto allora sarebbe una causa risarcitoria in cui la Lario chiede che 30 anni di corna e tradimenti pubblici meritino un ristoro per l'umiliazione subita. Ci sarebbe magari da domandarle perché avrebbe resistito così tanto ma lasciamo perdere.
Quello che da anni, da quando questa querelle è iniziata, quindi quasi sette, sostengo è che una persona che sta bene di suo NON deve avere nessun assegno. Quello che poi ha stabilito la Cassazione in sede divorzile, e che dovrebbe valere fin dalla separazione.
Che poi, questi tecnicismi..., Lario e Berlusconi sono anche divorziati ormai, quindi ? Quell'assegno immagino che valga per il periodo della separazione..., oppure ?
Alle amiche donne che si lamentano pensando che il nuovo orientamento sia ingiusto oltreché penalizzante ribadisco quanto già scritto a commento della sentenza (il post è  http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2017/05/scompare-il-mantenimento-del-tenore-di.html  ) :  non viene meno la tutela del coniuge VERAMENTE debole, cioè non in grado di mantenersi, perché non ha una casa, o un lavoro decente. Viene meno la "pensione" (che del resto va sparendo pure a livello INPS).
Poi certo, ci possono essere ancora non frequenti casi - che negli anni 70 erano la regola - in cui la donna si sia sacrificata in casa, curando i figli, consentendo che l'uomo facesse carriera, e questo per decenni. In quel caso, come suggeriva l'avv. Cesare Rimini, tra l'altro prendendo spunto dall'art. 270 del codice civile francese, si potrebbe attribuire a quella donna (o uomo, se fosse), un riconoscimento economico per il contributo dato alla famiglia e anche alla crescista professionale dell'altro, alleggerito al quanto dei fardelli familiari. Non so quante famiglie del genere esistano ancora di questo tipo, quanto meno nelle grandi città, però laddove ci siano casi come questi, troverei giusta una legge di questo tenore.
Ma altrimenti condivido il recentissimo dietro front della Cassazione, che predicavo da 20 anni.
E il caso Lario resta uno scandalo inutile, a riprova di quanto certi palazzi siano lontani dalle persone.



Berlusconi, la Cassazione respinge il ricorso: «A Veronica Lario 2 milioni al mese, lui è tra i più ricchi al mondo»

I giudici: il leader di Forza Italia «è uno degli uomini più ricchi del mondo» ed è «rilevante» la disparità dei suoi redditi rispetto a quelli della ex consorte

  
La prima sezione civile della Corte di Cassazione ha oggi respinto il ricorso di Silvio Berlusconi sull’assegno di mantenimento relativo al periodo di separazione a favore dell’ex moglie, Veronica Lario. Confermata dunque la sentenza con cui la Corte d’appello di Milano, nel 2014, aveva fissato a 2 milioni di euro (riducendolo di un milione) l’assegno stesso. La decisione della Suprema Corte, dopo l’udienza pubblica svolta nello scorso novembre è stata resa nota oggi con il deposito delle motivazioni.
La «rivoluzione» sul divorzio? Non si applica
In quelle motivazioni si spiega che il fondatore di Forza Italia «è uno degli uomini più ricchi del mondo» ed è «rilevante» la disparità dei suoi redditi rispetto a quelli dell’ex moglie. Con la separazione — scrivono i giudici, facendo riferimento alla sentenza che, alcuni giorni fa, aveva modificato i criteri per la determinazione per gli assegni di mantenimento dopo il divorzio — «il rapporto coniugale non viene meno, determinandosi soltanto una sospensione dei doveri di natura personale, quali la convivenza, la fedeltà e la collaborazione», e dunque, «non vengono meno» gli aspetti «di natura patrimoniale»: l’obbligo di «assistenza materiale trova di regola attuazione nel riconoscimento di un assegno di mantenimento in favore del coniuge che versa in una posizione economica deteriore e non è in grado, con i propri redditi, di mantenere un tenore di vita analogo a quello offerto dalle potenzialità economiche dei coniugi». La Cassazione ricorda dunque che i giudici d’appello, nella loro valutazione, hanno tenuto conto che «dalle dichiarazioni dei redditi presentate negli anni dal 2006 al 2010» emergeva il «reddito medio annuo» pari a «53 milioni di euro» di Silvio Berlusconi. Lario e Berlusconi, dopo un periodo di separazione, hanno poi perfezionato il divorzio.

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