venerdì 2 giugno 2017

PROPORZIONALE MALE MINORE ? IN QUESTA ITALIA FORSE SI



Con Caterina Simon, una ormai storica amica lettrice del blog, siamo normalmente in sintonia, e le poche volte che non lo siamo, veramente raro, comprendiamo abbastanza bene il punto di vista dell'altro, ancorché risulti differente il rapporto costi benefici dato sulla singola problematica. Per esempio ci fu, in passato, un'elezione, credo le Europee del 2014, dove il timore dell'ondata grillina indusse Caterina, liberale autentica, a votare per il PD renziano, in un'ottica montanelliana del male minore. Io, ritenendo che le Europee alla fine restassero marginali,  oltretutto si vota col proporzionale (com' è ovvio che sia) non le vissi come una sorta di "Annibale alle porte", e votai il gruppo liberale. Però, in elezioni politiche, in un sistema maggioritario uninominale puro, o con il ballottaggio, avrei ragionato e ragionerei come Caterina.
Ma proprio per questo motivo, l'idea non felice di dovermi turare il naso, di dover scegliere per forza un male minore, non guardo oggi con favore al sistema maggioritario, soprattutto in considerazione della tripolarizzazione (in realtà parlerei di frammentazione ampia, visto che il centro destra non è affatto un polo omogeneo) della società italiana, e la scarsa rappresentatività che da almeno un lustro, ma anche di più, caratterizza i vari partiti.  Il  25% di voti preso nel 2013 dal PD Bersaniano, uguale a quello Grillino, valse al primo, grazie al premio del Porcellum, poi bocciato per incostituzionalità, il controllo assoluto della Camera dei Deputati, e nemmeno corrispondeva ad un vero quarto dell'elettorato, stante una astensione parci a circa il 30%.
Solo il diverso meccanismo applicato al Senato, dove l'assegnazione dei seggi avveniva su base regionale anziché nazionale (così volle Ciampi), non garantì lo stesso regalo alla Camera Alta, e Bersani perse l'occasione della vita (non si  è più ripreso, di fatto, e si può capire).
E così, nonostante il porcellum, incostituzionale, e il premio di maggioranza, la sera del 2013 non si seppe chi avesse vinto le elezioni, l'Italia non aveva un governo.
Disastro ? A mio avviso lo sarebbe stato se, con solo il quinto dei voti degli italiani il PD si fosse ritrovato padrone del Parlamento e quindi del governo.
Ed è questo che personalmente vorrei evitare con la prossima legge elettorale.
E' per questo che mi sono stracciato le vesti all'idea dell'Italicum, e ho brindato quando la Corte Costituzionale ha confermato le mie tesi : non è costituzionale un sistema che stabilisca un vincitore a prescindere da un grado decente di rappresentanza. C'è bisogna di una soglia minima di voti ottenuti perché si possa assegnare un premio di maggioranza e questo tenendo conto anche dell'effettiva partecipazione al voto.  L' Italicum prevedeva questa soglia al primo turno - 40% - ma nessuna al ballottaggio se ci si fosse dovuti arrivare, e di qui la bocciatura.
Ci sono autorevoli e stimati politologi che hanno accolto male la pronuncia della Consulta, e tra questi uno che io ammiro e seguo molto, Angelo Panebianco. Però ritengo che in questo caso il professore si sbagli, e aggiungo che un pizzico in più di umiltà, pur nell'assoluto diritto di continuare a sostenere un diverso parere, anche lui la dovrebbe mostrare, trattandosi di una materia giuridico costituzionale dove il dubbio, quantomeno quello, che i membri della Corte possano essere più ferrati dovresti conservarlo.
Tornando però a Caterina, la legge elettorale si è rivelato il primo argomento dove non solo le posizioni sono lontane, ma hanno assunto anche un taglio vagamente polemico, ed è un inedito.
Tanto che alla fine di una serie di scambi di idee, sempre educati ci mancherebbe, ma, come detto, con una insolita "aura" polemica, io ho ritenuto giusto esortare Caterina a lasciar perdere, tanto ormai le posizioni sono chiaramente delineate, sappiamo perfettamente il reciproco, diverso pensiero, a ognuno proseguirà la sua battaglia con i mezzi a disposizione.
Il mio è il blog.
Ritengo peraltro giusto, come del resto faccio sempre, riportare integralmente l'ultimo intervento di Caterina, che benissimo spiega le ragioni che la inducono a preferire un sistema maggioritario con ballottaggio.
Ecco il suo pensiero :
Beh, concedimi di essere favorevole al maggioritario con una motivazione un po' meno cretina di quella di avere un vincitore "alla sera". Giusto per fare chiarezza sono favorevole ad un sistema maggioritario a doppio turno, possibilmente con elezione diretta del premier. Sono assolutamente contraria a premi di maggioranza abnormi. Detto questo non capisco il salto logico per cui col maggioritario il vincitore dovrebbe avere il consenso solo di un quarto dell'elettorato. Infatti è vero che non esistono sistemi elettorali "buoni" o "cattivi"ma è vero che, in base al sistema elettorale adottato, i partiti e gli elettori si organizzano i modo diverso. Per esempio, se il sistema è a doppio turno, gli elettori sanno già in anticipo che nel caso il loro preferito non dovessero passare al primo turno devono essere pronti a un "piano B", ossia a scegliere un candidato il più vicino possibile alle loro idee su cui convogliare il voto. Non condivido perciò la tua obiezione per cui il voto al secondo turno sarebbe prevalentemente un "voto contro", è semmai un voto che, pragmaticamente, sceglie l'alternativa migliore (o la meno peggio). Il secondo punto in cui sono in disaccordo con te è il vincolare il risultato delle elezioni all'affluenza. Ritengo che chi si chiama fuori dai giochi non abbia diritto ad avere voce in capitolo, inoltre un simile meccanismo si presterebbe a giochi tattici tipicamente italici, come si è già visto in sede di referendum (in cui i difensori del NO, grazie al quorum, hanno a disposizione due armi, quella del voto contro e quella dell'astensione). Tu dirai: non avranno voce in capitolo ma poi protestano, e infatti qui arriva puntuale il discorso sul proporzionale e sulla necessità di avere maggioranze parlamentari stabili e coese in grado di reggere l'urto dell'opinione pubblica contraria. Guarda, sono consapevole che al momento nessuno dei partiti presenti è all'altezza di esprimere un governo con simili requisiti, ma una legge elettorale dev'essere fatta per durare, per quando si configurerà una forza politica che avrà la capacità e la forza di prendere in mano le sorti di questo disgraziato Paese, e per allora dovrà avere un sistema elettorale che gli consenta di fare ciò che va fatto."

Risultati immagini per europa proporzionale e maggioritario

Non desidero replicare puntualmente alla considerazioni di Caterina, e quindi spiegare perché continuo a pensare che, nel nostro contesto, sia ottimistico parlare di "alternativa migliore" anziché di "voto contro". Preferisco ribadire, per quei lettori che non si fossero imbattuti ancora nel "camerlengo pensiero", quello che sostengo da tempo e cioè :
1) Sono favorevole ad un maggioritario corretto, che non escluda dal Parlamento forze che ottengano importanti risultati elettorali (ad esempio in GB i liberali spesso sono restati fuori del Parlamento nonostante prendessero il 10% dei voti) , e che , in caso di ballottaggio, come in Francia, pretenda una soglia di partecipazione al voto, senza la quale i seggi vengono distribuiti proporzionalmente (come indicato dalla Consulta)
2) Conosco i limiti del proporzionale, e per questo preferirei la soluzione 1), ma non capisco la sua demonizzazione. In Europa i sistemi maggioritari sono solo in GB e Francia, in tutti gli altri si va dal proporzionale puro a quello con accorgimenti correttivi vari, ai fini della governabilità (bene giustamente perseguito, ma NON artificiosamente assicurato solo dal meccanismo elettorale).
3) Non mi piace la dittatura della maggioranza, figuriamoci l'idea di quella della minoranza. E se grazie ad un alchimia elettorale un partito con un quarto dei voti (nel 2013, e probabilmente sarebbe lo stesso nel 2018, o 2017 se anticipiamo) si prende la maggioranza parlamentare, quindi il governo, e quindi ipoteca le nomine dei giudici costituzionali, dei membri del CSM e del Presidente della Repubblica, come non parlare di dittatura della minoranza ? 
4) IN realtà, come credo di aver letto da Ricolfi o da Giacalone, il problema centrale e fondamentale resta quello della serietà di una Nazione. I sistemi possono aiutare ma è fondamentale la serietà di un popolo e della sua classe dirigente. In questa legislatura ci sono stati, se non ho letto male, circa 400 cambi di casacca su 900 parlamentari. 400 !! Grazie ad essi, il PD ha governato, eletto il presidente della Repubblica, varata una riforma costituzionale, poi bocciata al referendum (mannaggia sta cosa che tocca ogni tanto chiedere il consenso a noialtri sudditi !!).
Noi purtroppo non siamo seri, e non essendolo noi, gli elettori, come pensare che lo saranno gli eletti, che sono la nostra espressione ?
Importare sistemi elettorali di altri paesi, Germania, Francia o GB che siano, senza averne il senso civico e di appartenenza  (non che anche da loro non ci siano problemi in tal senso, ma infinitamente inferiori ai nostri ) è illusorio. Se poi l'importazione è pure casareccia, vale a dire con rivisitazioni di comodo (come accadrebbe col Germanicum...), la frittata è assicurata. Ma tant'è.
E allora, in questo contesto, mi fa meno paura il male del proporzionale rispetto a quello di un maggioritario che mi consegni nelle mani di un partito che si prende tutto con  un quarto - pure scarso magari - del consenso degli italiani chiamati al voto.

Nessun commento:

Posta un commento