venerdì 3 novembre 2017

"OGGI E' UN GIORNO NEFASTO : LA CITTA' SI E' COMPORTATO CONTRO LA LEGGE"

Mappa Guerra del Peloponneso 431 AC It.svg

Atene, 430 A.C.  (ancora si può scrivere A.C., e scriviamolo va !) .
La città è in guerra con Sparta - per fare una cosa nuova - , ha subito un duro assedio, è stata devastata dalla peste. Insomma gli ateniesi, che dopo le guerre persiane avevano visto crescere il loro potere sul mare e di conseguenza la loro già gonfia autostima, erano furiosi di subire, da parte dei rozzi spartani, così tante disgrazie.
Così, quando gli capitarono tra le mani degli inviati di Sparta a forze ostili o anche neutrali ad Atene, per convincerle ad allearsi con la Lega del Peloponneso creata per sconfiggere la città di Pericle, non erano precisamente ben disposti a comportarsi da quei maestri di civiltà superiore che propagavano di essere. 
Va bene, ironia a parte, non vi è dubbio che la Grecia Classica ( 499 a. C. - 323 a.C.) abbia rappresentato uno dei periodi più straordinari dell'umanità. 
In un secolo e mezzo circa, veramente i greci sembrarono toccati dagli dei e posero buona parte delle fondamenta della civiltà occidentale.  Ippocrate nella medicina, Fidia nella scultura, Eschilo Euripide e Sofocle nella tragedia, Tucidide nella storia, Socrate, Platone, Aristotele nella filosofia...
Scorrendo questi nomi, si rammenta subito come il cuore della Grecia Classica fu Atene. 
Ed è qui che ci s'inventò anche la Democrazia.
Queste cose sono talmente vere che servirono a suscitare la clemenza di Cesare.  Dopo la vittoria su Pompeo, Cesare si accingeva a punire la città di Atene, che si era schierata con il rivale. I notabili della città chiesero grazia al condottiero vincitore e Cesare la concesse ricordando però loro che non per sempre i greci avrebbero potuto godere del debito che il resto degli uomini avevano nei loro confronti.  Anzi , più precisamente, dei loro antenati (chissà se la Merkel ha letto Cesare ?) .
Quindi la grandezza di Atene fu autentica, al di là delle enfatizzazioni, del tempo e successive.

Tra i valori fondanti della grande città, c'era il rispetto delle leggi, e Socrate fu il campione più fulgido, accettando la morte ( la fuga era bella e pronta, e non sarebbe stato difficile, ché probabilmente anche i governanti avrebbero volentieri fatto a meno di un simile martire), ingiusta ma sancita per legge, pur di non venire meno a quello che per lui era un principio non trattabile. 
Ebbene, quel giorno del novembre del 430 A.C. ad Atena la Legge non trovò posto. 
Nell'Assemblea gremita, Cleone, che si dava un gran da fare per impedire qualsiasi pace tra Atene e Sparta, aizzava la folla piena di rabbia contro gli ambasciatori spartani.
Dopo aver descritto le colpe dei negoziatori di Sparta (aver contattato i Persiani e il re di Tracia, perché, come sopra accennato, si unissero nella guerra contro la lega attica guidata da Atene) Cleone si rivolge al popolo e chiede "che cosa dobbiamo fare di questi uomini ateniesi ?" 
Poche voci si alzarono per dire "processateli", tutti gli altri urlarono imbelviti : Uccideteli ! 
Immaginabile come andò a finire. I prigionieri vennero trascinati, tra pugni e calci, alle mura e scaraventati nel vuoto.
"Eurimaco si girò verso Socrate. Avevano parlato spesso di giustizia e l'amico gli aveva fatto comprendere l'importanza che aveva  per una società anteporre a tutto il rispetto delle leggi. Se quegli uomini dovevano morire, toccava ad un tribunale deciderlo, non ad una massa aizzata da un agitatore.
...
Oggi è un giorno nefasto, disse Socrate, la città si è comportata in modo contrario alle leggi e agli dei. Preghiamo che non ci siano conseguenze." ( da "L'assassinio di Socrate" di Marcos Chicot ). 
Risultati immagini per l'assassinio di socrate libro
Ci furono. Atene perse la guerra contro Sparta. 


1 commento:

  1. Chiedo lumi perché hai più cultura e idee più chiare delle mie.
    Ogni popolo ha diritto ad autodeterminare il suo stato.
    Se già fa parte di uno Stato che osserva una “Costituzione” come fa ad autodeterminarsi?
    La rivoluzione no perché è troppo cruenta, il referendum no perché non è contemplato dalla Costituzione, resta solo il gratta e vinci, come dice la filo catalana scrittrice Michela Murgia!
    E se lo Stato applicando le sue leggi mette in galera i dissidenti al posto di buttarli giù dalle mura, secondo te perderà contro i rudi “sparta-catalani”? UNCLE

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