martedì 24 aprile 2018

ALLEGRI, IL TRAPATTONI DEL XXI SECOLO

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Brucia, tanto, perché essere rimontati brucia.
Senza mai brillare, la Juventus di Allegri era riuscita a restare nella scia di un Napoli pimpante, che aveva superato l'Inter partita bene, ed era rimasto in testa per molte giornate, col consenso generale per la superiore qualità del gioco espresso. 
La Signora però stava lì, confidando in un rallentamento che è arrivato, realizzando il sorpasso e accumulando anche un leggero ma discreto vantaggio di 6 punti che tali potevano rimanere se non ci fosse stato l'infausto pareggio a Crotone (che peraltro seguiva l'altrettanto sorprendente passo falso di Ferrara). 
A + 4 nello scontro diretto, Allegri ha confermato la sua idiosincrasia per gli scontri diretti decisivi, dove il mito della "gestione" fa sì che la squadra non azzanni mai la partita.
Giocavamo allo Stadium, avevamo la possibilità di chiudere il discorso campionato (che col pareggio, e noi con due trasferte difficilissime a Milano e Roma, sarebbe rimasto a rischio), e invece abbiamo giocato con l'idea del pari. 
Allegri ha commentato dicendo che è stata una brutta partita, ma omette di dire che il Napoli almeno ha cercato di vincerla, la Juve no.
Se non ci fossero i tanti, troppi precedenti di una squadra attendista, preoccupata più di coprirsi, in attesa che davanti i singoli inventino la giocata vincente, si potrebbe pensare che non è la Juve che ha rinunciato quanto il Napoli che l'ha costretta a difendersi. Ma abbiamo mai provato ad aggredirli noi nella loro tre quarti o abbiamo sempre aspettato nella nostra ?
Anche i gol presi nelle mischie su palla inattiva, diventati frequenti, magari all'ultimo minuto, qualcosa dovrebbero dire.
Non credo assolutamente nel miracolo delle due vittorie contro Inter e Roma, e a + 1 nemmeno il pareggio basta più.
Il campionato è andato, e lo vincerà, meritatamente, il Napoli, Insigne e Sarri non sono simpatici ? Non conta, sono stati bravi, e quando si parla di meriti la simpatia non c'entra. 
Da tempo su questo blog sono entrato in cordiale polemica con gli amici di fede bianconera per la mia costante critica al gioco di Allegri. Preferivo l'aggressività di Conte, ancorché in Champions don Antonio non fece bene ( non aveva nemmeno la rosa man mano costruita dalla società, ma questa è colpa sua che non ha avuto pazienza e fiducia). 
Negli anni il mister attuale ha guadagnato anche dei punti nella mia valutazione, ma come comunicatore, non come tecnico.
L'uomo è quello : tra Pirlo e Boateng preferì il secondo (e ci regalarono Andrea, che si tolse la soddisfazione di 4 scudetti di seguito) , e tra Dybala e Mandzukic e chiaro anche qui chi prediliga. 
Del resto, se lo slogan è "chi vuole divertirsi vada la circo", il resto è pura coerenza. 
Non è un cattivo allenatore, credo sia un più che discreto manager, ma la sua idea di calcio è troppo speculativa, almeno per me.
Andrà via ? Dovrebbe, perché se l'unica cosa che conta è vincere, se non vinci ti dimetti. 
Se così sarà, bisognerà comunque dirgli grazie per gli scudetti, le tre coppe Italia (non credo alla quarta : la squadra la vedo cotta, e poi nelle finali, si sa...) e anche i buoni percorsi in Champions.
Spero che venga qualcuno con un'idea di calcio un pizzico più coraggiosa, mi piacerebbe Klopp, del Liverpool, o Pochettino. In Italia non saprei proprio. Quest'anno ha fatto bene Inzaghi, mentre ha un po' deluso Spalletti, che pure è uno che mi piacerebbe vedere a Torino. 
Dopo sei scudetti, record assoluto che ben difficilmente potrà essere superato, non c'è da fare drammi, e anzi ringraziare i campioni che smetteranno o andranno a svernare altrove. 
Ripeto, brucia essere rimontati.
Alla Juve è capitato di farne e di subirne, di rimonte. 
Così come di prendere gol alla fine delle partite, arroccati in area .
Chi ha qualche anno, come chi scrive, ricorda certo il Trap...
Quanti assalti a Fort Apacge ho vissuto con lui in panchina...
Ecco, Allegri è un moderno erede.
Trap ha vinto tanto, ed era un mister oltremodo simpatico. Ma la Juve di Lipi era più divertente.
Mutatis mutandis, la storia si ripete. 

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