Antonio Polito è uno dei giornalisti che preferisco, sia per lo stile che per le cose che scrive.
Se poi qualcuno in questo pezzo scritto dal "nostro" oggi domenica 26 noterà qualche assonanza con quanto scritto dal camerlemgo un paio di giorni fa parlando di Napoli e del Masaniello di turno, mi farà ovviamente piacere
LA FAVOLA NEL SACCHETTO di Antonio Polito
(CORSERA DI OGGI)
Neanche il critico più feroce di Luigi de Magistris può dare a lui la colpa del nuovo abisso in cui è piombata Napoli. Ma il disastro che ha sotto gli occhi dovrebbe aprirglieli anche sulle responsabilità che invece ha. Il neo-sindaco appartiene infatti a quella schiera di politici che diseducano l’elettorato con la favola della semplificazione, la sempiterna idea dei populisti secondo la quale non ci sono problemi difficili ma solo demiurghi capaci di risolverli se le masse li aiutano a far fuori i loro nemici, quelli che «non li lasciano lavorare» . La semplificazione operata da de Magistris è innanzitutto di tipo tecnico. Consiste nella parola d’ordine «rifiuti zero» . Afferma che non c’è bisogno né di buchi dove sotterrare l’immondizia (discariche), né di impianti dove bruciarla trasformandola in energia (termovalorizzatori). È la stessa teoria che portò al disastro il governo Prodi, trascinatovi dall’allora ministro Pecoraro Scanio e dall’allora senatore rifondarolo Tommaso Sodano, che organizzava le proteste contro discariche e termovalorizzatori e che non a caso de Magistris ha scelto come suo vice-sindaco. Secondo questa favola, tutta l’immondizia può essere riciclata. Dunque non c’è bisogno di distruggerla in alcun modo. Il piano perciò presuppone non solo che la raccolta differenziata raggiunga la fantasmagorica cifra del 70%in poche settimane a Napoli. Ma presuppone anche che il restante 30%si volatilizzi. E presuppone che tutta la differenziata possa essere riciclata, il che non è vero. Tanto per dare un’idea: in Germania ed Austria, stati record in Europa, l’immondizia riciclata sfiora il 60%: ma il resto viene bruciata (30%) o sepolta (10%). A un intervistatore che gli chiedeva se non era più facile che il Napoli vinca la Champions piuttosto che il suo piano si realizzi, il sindaco ha risposto: «Questa è una città che ha bisogno di grandi speranze» . Nel frattempo, la disperazione dei napoletani l’ha spinto ad aprire dei «siti di trasferenza» , eufemismo che sta per discariche: però a cielo aperto e, speriamo, temporanee. Eppure neanche il critico più feroce di de Magistris può sottrarsi al coro di quanti affermano che ora «il governo deve fare la sua parte» e di quanti fustigano l’ «egoismo padano» della Lega che vi si oppone. Bisogna però aggiungere che il governo deve fare la sua parte perché l’ente locale, cui spetterebbe, non sa fare la sua. E che esiste una legge della Repubblica Italiana, non della Lega, secondo la quale i rifiuti urbani vanno smaltiti nell’ambito della provincia che li produce; e che fu Vendola, non Zaia, a innescare quella sentenza del Tar che ora si vuole aggirare col decreto, grazie alla quale si bloccò un traffico di rifiuti dalla Campania alla Puglia. Il decreto è oggi necessario e urgente, non c’è dubbio. Però, mentre lo chiede, il sindaco di Napoli avrebbe il dovere di spiegare come intende smaltirsi i suoi rifiuti una volta risolta l’emergenza, e se insiste con le favole è comprensibile che nel resto d’Italia qualcuno si senta preso per i fondelli. C’è poi una seconda semplificazione operata da de Magistris, ed è di ordine morale. Tutta la sua campagna è stata basata sull’idea che Napoli sia piena di guai perché collusioni, interessi illeciti, forze oscure e ovviamente la camorra si erano impadroniti della gestione della cosa pubblica. Anche qui: non sono i problemi a essere duri, ma i puri ad essere pochi. Riportatili al governo, i problemi sono tenuti a sparire, insieme con i cattivi. L’idea che i precedenti governanti di Napoli semplicemente non ce l’abbiano fatta, è esclusa. Dovevano per forza essere corrotti. Ecco perché lui, de Magistris, ce la farà; e la sua sarà una «rivoluzione ambientale» . Ora, se si considera che il sindaco è un ex pm della procura di Napoli, che un suo assessore (Narducci) è un pm della procura di Napoli, che l’ultima maxi-indagine che ambisce a moralizzare l’Italia è gestita da due pm della procura di Napoli (Woodcock e Curcio) e che il suo principale indagato (Papa) è un ex pm della procura di Napoli, si capisce bene come sia tecnicamente «giustizialista» la soluzione alla crisi della Seconda Repubblica che si sta sperimentando nella capitale del Mezzogiorno. Adesso che quella procura, già oberata dalla P4, ha aperto pure un’inchiesta per «epidemia colposa» , c’è solo da sperare che non finisca nel registro degli indagati anche de Magistris.
la domanda sorge spontanea: ma a de magistris, chi glielo ha fatto fare?
RispondiEliminaIntanto meglio Sindaco che Giudice, questo poco ma sicuro !!!!!
RispondiEliminaRiguardo alle affermazioni di Polito penso che questo "tentativo di colpo di stato della Magistratura" sia stata la fortuna di tutti gli uomini di partito della prima e seconda repubblica (che poi fondamentalmente sono gli stessi o i loro discendenti minori se guardiamo a quelli della seconda). Si ritenetevi fortunati perché vi hanno salvati dalle pallottole dei mafiosi scontenti e non hanno messo in campo, per scelta ideologica, alcuna arma se non il rispetto della legge. Ricordatevi che, salvo alcuni delitti veramente politico-rivoluzionarii che hanno portato all'annientamento delle organizzazioni terroristiche nostrane, la Mafia e le varie diramazioni locali del Bel Paese hanno eliminato fisicamente coloro che non rispettavano gli accordi sotterranei e lo stato ha deciso di prendere solo alcuni pastori mandriani contadinotti che occorre molta fantasia per riconoscerli nei grandi capi mafiosi. Il bravo Saviano, nel libro GOMORRA nel capitolo riguardante il tanto decantato "processo Spartacus" ha chiesto di sapere se qualcuno si era preoccupato di verificare chi avrebbe curato gli affari criminali miliardari che l'organizzazione debellata non avrebbe potuto più curare. Non mi sembra di aver letto alcuna risposta in merito.
RispondiEliminaNon sono sicuro di aver capito proprio tutto l'intervento che precede. Esprimo qualche dubbio :
RispondiElimina1) che gli esponenti di DC e PSI in particolare siano stati contenti dell'intervento di "pulizia" quasi etnica proposta contro di loro dal movimento di "Mani Pulite" , non credo
2) che i giudici di mani pulite si siano sempre mossi ispirati dall'applicazione della legge senza fini ideologici, è smentito dalle successive carriere politiche di diversi di loro. Diciamo che la loro vocazione era diversa, meno amministrativa (della giustizia) , più politica.
3) I capi mafia non devono per forza essere "sopravvalutati" attribuendo loro chissà che abilità speciale. Spesso basta ferocia, sprezzo della vita (specie altrui) e di qualsiasi legge che non sia la loro. Non sono belle "doti" ma non sono nemmeno comuni.
complimenti per l'articolo davvero emozionante. la rovina di napoli e chi di chi rovina napoli non vuole liberarsene ma preferisce conviverci piuttosto che combattere. puoi dirmi che sogno nel credere in una lotta popolare tale da sconfiggere finalmente il male che ci governa, ma non puoi dirmi che sbaglio a crederci e a provarci. e sono particolarmente indignato da chi descrive la situazione camorra-rifiuti come se fosse una cosa a lui estranea, che se la deve vedere il sindaco. è per questo che napoli non cambierà mai!
RispondiEliminasaprai benissimo che gomorra dice anche come i rifiuti li gestisce la camorra. e i napoletani? la loro forza dov'è? e poi dal tuo commento meglio sindaco che giudice si evince chiaramente che sei a priori contro il neosindaco, quindi non dovresti scrivere articoli, i giornalisti dovrebbero essere imparziali. vai a leggere le vicende giudiziare di de magistris, consideri più corrotto lui o mastella? dai ragazzi è il momento di svegliarsi
RispondiEliminaIn realtà, e fu lo stesso Saviano ad affermarlo qualche mese mese, l'interesse della camorra per i riifuti si concentra sugli speciali e non sugli RSU e sul trasporto. E fu proprio Saviano, che personalmente stimo moltissimo (come stimo Polito), ad affermare che la camorra diventa un comodo alibi per i politici. Ora è innegabile che smaltire i rifiuti fuori regione, richeidendo costi aggiuntivi per il trasporto, aumenta il rischio di coinvolgimento della camorra.
RispondiEliminaIl punto non è se sognare o meno, ma se il sogno ha la possibilità di realizzarsi. Parlare di "rifiuti zero" è un bel concetto ma tecnicamente e scientificamente irrealizzabile sia per la difficoltà di recuperare/riutilizzare/riciclare tutti i rifiuti, sia perchè le stesse attività di recupero/riciclo comportano, in quanto attività industriali, emissioni di rifiuti e di sostanze inquinanti nell'ambiente. Questa è la realtà di cui i sognatori devono tener conto se non vogliono passare per visionari.