giovedì 21 novembre 2013

"VA BENE, LO UCCIDO IO BERLUSCONI, MA POI ? "


Avevo letto un articolo sul Corsera sul libro in uscita di Francesco Piccolo, "Il desiderio di essere come TUTTI", e mi aveva incuriosito. Il racconto autobiografico di un ragazzo che diventa comunista a 14 anni nel vedere Germania Ovest contro Germania Est e si scopre a tifare per i più debili (nonostante che il padre gli abbia lungamente spiegato che quelli "buoni", oltre che più bravi, sono quelli dell'Ovest) e che rimane tale (voterà rifondazione comunista nel 1996) fino  a quando Bertinotti non gli dimostra, in concreto, a quali disastri può portare il voler essere "DURI e PURI " : "Ci volevate piegare, non ci avete piegato, la coerenza di oggi lavora per l'alternativa di domani" dice il segretario di RC nel discorso alla Camera che preannuncia l'affossamento del primo governo Prodi.
Quel giorno Piccolo si pente amaramente del voto dato a Rifondazione e abiura per sempre l'"Etica dei Principi" per adottare quella di "Responsabilità".
Rimanevo peraltro un po' indeciso, perché si trattava di "un'altra storia" e per quanto io mi vanti - perché non vedo la stessa cosa dall'altra parte, ricordo un giudice che si vantava (...) di seguire solo Repubblica e Micromega - di leggere tante cose di autori, articoli, saggi di sinistra, una narrazione di 250 pagine di questo tipo delle perplessità le suscitava. Ho rotto gli indugi grazie alla bellissima recensione di Luca Sofri (altro uomo a gauche...) sul suo Post, che ho qui ampiamente riportato.
Ho dunque comprato il libro e ormai l'ho finito. 
Bello, e se seguissi l'istinto ne comprerei un centinaio di copie per regalarlo ai miei amici dell'altra sponda, a iniziare da mia sorella (vabbè, lei potrebbe leggere la mia, ma non lo farà), approfittando del prossimo natale. Poi però penso che verrebbe presa male, come una provocazione, un "vedi, ho ragione io e tu torto". 
Cosa che penso, ovviamente, ma c'è bisogno di camuffarlo con un regalo sotto l'albero ?
Sono tanti i passaggi di questo libretto che ho evidenziato e che vorrei riportare, oltre quelli, assolutamente fondamentali, già segnalati da Sofri ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/11/il-libro-di-francesco-piccolo-letto-da.html ).
Quello che più mi colpisce, e apprezzo, in Piccolo, è il suo ripudio dell'antiberlusconismo pure da lui abbracciato convintamente e per lustri (è stato uno degli sceneggiatori del Caimano di Moretti, credo che questo basti). Non perché oggi lui pensi di aver sbagliato a pensare male di Berlusconi, assolutamente. Ma perché lo è stato -sbagliato - farne un'ossessione e un'alibi. 
Arrivando a forme di paranoia che non hanno riscontro a mia memoria personale.
In questi 20 anni, Piccolo ha partecipato a centinaia di feste, a migliaia di cene (è uno scrittore, i salotti e gli eventi dei radical chic sono spalancati per lui) e in tutte queste occasioni ha sempre pronunciato e sentito pronunciare il nome di Berlusconi. 
"A casa, l'ho pronunciato così tante volte che all'asilo di mio figlio - quando un bambino ha detto che era arrivato tardi perché i taxi non c'erano a causa di un uomo cattivo che si chiama Berlusconi ( e sul fatto che un bambino di tre anni pensi queste cose, ci sarebbe molto molto da dire) - la maestra ha chiesto agli altri bambini se conoscevano Berlusconi e tutti hanno risposto di no; tranne mio figlio, che invece ha deto, sì, è un amico di papà."
A latere, mi viene da pensare all'iniziale sgomento della maestra (uno scrittore, un intellettuale amico di Berlusconi ????) e provo curiosità per l'altro bimbo, figlio di un antiberlusconiano, uso essere accompagnato a scuola in taxi...
Piccolo continua :
" Ho sentito Ermanno Olmi, in un incontro pubblico , cominciare un ragionamento con questa frase : va bene, lo uccido io Berlusconi, ma poi ? - voleva dire, con tutta evidenza, che bisognava essere meno certi che con la fine di Berlusconi si sarebbe risolto ogni problema del Paese..."
Ancora :
"Ho visto in libreria dieci nuovi instant book contro Berlusconi ogni mese, poi recensiti con entusiasmo dai giornali contrari a Berlusconi : su dieci, nove erano molto brutti  o inutili, ma la qualità non aveva più importanza per nessuno . Ho visto molti amici coltivare una specie di razza ariana  di sinistra che hanno già un pensiero contro Silvio Berlusconi dall'età di quattro anni ..."
Questa è geniale :
" L'unica medaglia al valore civile da sfoggiare, in questi anni, è stata quante volte avevi deriso Berlusconi, quante volte avevi  riso; quanti articoli avevi scritto contro...
BERLUSCONI SU DI NOI FACEVA L'EFFETTO DI UN DITTATORE ALL'INCONTRARIO: ENTRAVI NELL' ELENCO DEI SOSPETTATI SE NON PARLAVI MALE DI LUI".
 

Francamente non conosco nessuno, ma veramente nessuno, delle persone colpite dal virus berlusconiano (peggio di un'epidemia, a cui non è stato trovato antidoto) che non possano specchiarsi in questi ritratti. E magari ne sono anche fieri.

Vorrei chiudere qui, parlando magari in un altro post (in questo ci siamo concentrati sul Cavaliere e gli Anti) delle contraddizioni, delle incoerenze, a volte delle vere ipocrisie in cui Piccolo vede cadere se stesso e la sua gente. 
Però questa chicca la voglio riportare, in giorni dove il sussulto di (ipocrisia) morale ha toccato vertici inconsueti (eppure il livello in genere è  abbastanza alto).
Leggiamo :
"In questi 20 anni, io e Chesaramai (così Piccolo chiama la moglie, ndC), insieme ai nostri due figli, abbiamo vissuto  in una casa un po' piccola, e abbiamo dovuto fare due soppalchi per riuscire a dormire e vivere in modo sensato. Quei soppalchi non erano accatastati , e questo ci metteva a disagio (ma non abbastanza da non farli). Poi è arrivato il periodo delle elezioni, e Berlusconi ha messo nel suo programma la possibilità di un condono... Io e Chesaramai abbiamo elencato con foga, come le altre volte, i motivi per cui non bisognava votare Berlusconi, e abbiamo votato PD con coscienza e speranza. Però intanto che speravamo vincesse la sinistra, non ci sarebbe dispiaciuto del tutto se avesse perso la sinistra, a causa di quei soppalchi. Non ce lo siamo mai detti, ma sapevamo l'uno dell'altra non che ci avrebbe fatto addirittura piacere, anzi, per carità, ci saremmo indignati e incazzati anche stavolta ma fino ad un certo punto, perché un piccolo vantaggio ce ne sarebbe venuto".
Il desiderio espresso nel titolo, il desiderio di essere come TUTTI, caro Piccolo, è stato assolutamente CENTRATO.

 


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