Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
mercoledì 29 gennaio 2014
"L'INDIA E' INAFFIDABILE" CHE SCOPERTA MINISTRO BONINO !
Gli articoli meno letti in assoluto sul Blog sono quelli dedicati ai Marò, Latorre e Girone. Pazienza, io continuerò a seguire la loro vicenda e a scriverne, perché quella che stanno subendo è un'ingiustizia evidente e grande. Purtroppo, è cosa nota, in Italia se non ci sono gli americani di mezzo non ci si scalda e via Veneto è l'unica via conosciuta per sit in e manifestazioni consistenti.
Oggi anche la diplomaticissima e prudente Bonino sbotta e dichiara che l'India si sta rivelando inaffidabile. Lei non ha preso questa cosa dall'inizio, però è ministro degli esteri da nove mesi...insomma ci ha messo un po' per capire ( e io sono un estimatore di Emma).
Vorrei chiedere all'ex ambasciatore Sergio Romano, che a suo tempo suggeriva il procedere a fari spenti, se nella sua strategia ipotetica ci fosse anche una tempistica...e comunque se condivide il parere dei Ministri del governo Letta, che non stanno andando meglio dei loro predecessori montiani.
Vedete - e immagino di parlare a certi italofobici, convinti che ad essere in torto siamo sempre noialtri italiani - sicuramente in questa vicenda di errori ne sono stati commessi molti. Questo non cambia che i nostri marò sono in attesa di un giudizio da DUE anni, sono prigionieri, ancorché non costretti in carcere, e addirittura da quelle parti ipotizzano di processarli come terroristi ! Ammesso che siano colpevoli di aver ucciso i due indiani - e io non ho prove per pensarlo - , lo avrebbero fatto, nella peggiore delle ipotesi, andando oltre le regole a loro impartite per svolgere la loro missione, proteggere una nave italiana da possibili attacchi da parte di pirati. Cosa c'entra mai il terrorismo ? Eppure gli indiani, che hanno già fatto ampiamente vedere come i loro organi istituzionali, giuridici compresi, non siano insensibili alle sollecitazioni politiche, sembrano voler alla fine processare i nostri applicando una legge che disciplina normativamente i casi di terrorismo. Questo dopo averci messo due anni, e nemmeno è detto chi si sia arrivati alla parola fine, per stabilire quale corte dovesse occuparsi del processo - spostato dal Kerala a Nuova Delhi - e quali capi d'accusa imputare ai due marò.
Amici indiani, noi italiani abbiamo i nostri bravi problemi di giustizia, ma voi state messi decisamente peggio se questo è il vostro standard.
Il problema, al solito, è dato dalla sensazione che se anche riuscissimo ad ottenere l'appoggio di qualche paese e/o comunità internazionale (USA e Russia, tra i primi, UE e NU tra le seconde ), l'India si mostrerebbe sorda, chiusa come mostra di essere nel suo orgoglio nazionale e per di più oggi affaccendata nelle sue elezioni nazionali.
Questa cosa, brutta finora, non fa intravedere una fine; lieta poi meno che mai.
Ecco l'articolo odierno sul Corriere, con la frustrazione dei nostri esponenti politici inviati in India.
"Caso marò, Bonino accusa: «L’India inaffidabile»"
Hanno insistito invano. Nessuna delegazione, nessun singolo parlamentare indiano ha ricevuto i rappresentanti delle commissioni Esteri e Difesa, di tutti i gruppi, arrivati in India per perorare la causa dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Troppo occupati con i festeggiamenti della repubblica e la campagna elettorale, hanno fatto trapelare. E in una nota e alla stampa indiana la delegazione ha espresso il proprio dispiacere per un comportamento non proprio in linea con la cortesia istituzionale. «Capiamo tutto. I parlamentari non in sede. I fuochi artificiali. Ma un modo si poteva trovare» considera, amaro, Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato a bordo dell’airbus di ritorno.
Un paio di ore prima che il ministro degli Esteri, Emma Bonino, definisca «inaffidabile» l’atteggiamento dell’India sulla vicenda. Dichiarando a Radio 2.0: «Sul dossier dei marò e sull’inaffidabilità del regime indiano io credo che serva un’unità italiana».
Un’unità che in questa missione lampo a New Delhi è stata trovata. Infatti non si ferma, anzi si intensifica l’offensiva diplomatica in favore dei due marò, in servizio anti-pirateria nella zona in cui vennero uccisi due indiani su un peschereccio che rischiano l’incriminazione di terrorismo e l’impiccagione «da innocenti una situazione ingiusta», come afferma la compagna di Latorre, Paola. Una innocenza subito testimoniata dall’equipaggio («rivedete l’intervista a Noviello» invoca Latorre, il militare che testimoniò come dalla Enrica Lexie si sparò solo in acqua». «Una innocenza che non bisogna stancarsi di ribadire» raccomanda il ministro della Difesa, Mario Mauro.
Un’offensiva che sarà a tenaglia. Da Bruxelles, al vertice europeo, il premier Enrico Letta, porrà la questione ai partner. A Roma dalla task force parlamentare verrà convocato l’ambasciatore indiano e chiesto ufficialmente un incontro con gli omologhi di New Delhi. Saranno ascoltati i ministri Mauro e Bonino. Nicola Latorre, presidente pd della commissione esteri cercherà una sponda diplomatica nuova, chiedendo al nuovo ambasciatore russo l’intervento di moral suasion di Vladimir Putin. Anche al Quirinale è giunto l’appello dei 28 parlamentari che chiedono al presidente, Giorgio Napolitano, di poter essere ricevuti. Con l’intenzione di ottenere un supporto nella battaglia internazionale che si intende continuare a ritmo elevato almeno fino al prossimo appuntamento giudiziario. Vale a dire l’udienza del 3 febbraio nella quale il governo dovrebbe formulare per i marò l’accusa, attesa ormai da due anni: omicidio o terrorismo. Ammesso che, come in molti temono, non scelga la via più semplice del rinvio.
«Gli indiani hanno capito che la pazienza dell’Italia è arrivata al limite», ha detto l’inviato speciale del governo Staffan de Mistura che ha atteso i parlamentari al ritorno dall’India e che ha definito la missione, alla quale non ha partecipato, «utilissima». I marò sperano lo sia davvero. E anche i loro bambini: «Mia figlia più piccola mi dice spesso che le manco e mi chiede quanto torno», dice Latorre. «Io rispondo quando avrò finito questo lavoro importante». Il sogno segreto: tornare per Pasqua.
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