lunedì 1 agosto 2011

CERCASI CINCINNATO

STATUA DI CINCINNATO
La Repubblica Romana è stata una bella cosa.  Quei 5 secoli dove Roma da piccola città laziale estese il proprio dominio su Italia, Iberia, Gallia Penisola Balcanica, la zona costiera dell'Asia Minore e del Nord Africa, l'Egitto , la Grecia, sono ricchi di storia non solo militare ma anche politica, sociale, artistico letteraria.
La Repubblica Romana, che sorge dalla cacciata dell'ultimo re, Tarquinio il Superbo e dall'abolizione della monarchia, che prevede DUE Consoli (oltretutto in carica per un solo anno !) , il SENATO, Magistrature importanti tra cui il Pontefice Massimo, ebbene questa complessa e però efficiente forma di governo prevedeva, in casi eccezionali, la nomina di un DITTATORE.
In situazioni di pericolo estremo, quando l'articolazione del potere repubblicano era visto come un intralcio pericoloso per la salvaguardia dello Stato, si decideva di affidare poteri straordinari ad un solo uomo , ritenuto adeguato alla gravità della crisi.
La carica durava 6 mesi, nessuno poteva revocarla, ma nemmeno poteva essere prorogata. 
Esempio di Dittatore benemerito della Res Publica fu senz'altro Cincinnato, celebre  per aver sconfitto gli Equi - che i Consoli in carica non avevano battuto mettendo in pericolo la città - il quale dopo aver celebrato il trionfo tornò spontaneamente alle sue terre : erano passati SOLO sedici giorni dalla presa del potere assoluto che avrebbe potuto detenere per altri 5 mesi e mezzo.
Poi ci fu Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore, che cercò di logorare Annibale alle porte di Roma. La tattica funzionava ma i Romani erano convinti che si potesse vincere sul campo (nonostante le batoste prese fino a quel momento) e quando finì il mandato scelsero due consoli più battaglieri che infatti mostrarono la loro capacità guerriera guidando le legioni romane alla più grande disfatta della storia repubblicana : CANNE. 
Tutta questa digressione storica per ricordare come a Roma fosse prevista la "sospensione" del potere ordinario a favore di un potere straordinario.
E' quello che viene invocato con i termini di "governo Istituzionale" di "Transizione" del "Presidente" ogni qual volta tira aria brutta e le forme repubblicane consuete, Parlamento in primis , si mostrano incapaci di traghettare lo Stato in acque più tranquille. 
Ma il nostro sistema non è come quello di allora e questo "governissimo temporaneo" dovrebbe sempre raccogliere la fiducia parlamentare. In tal modo chi lo vota si espone al giudizio degli elettori che ,  scontenti delle misure impopolari che il governo d'emergenza sarebbe costretto ad adottare ( è stato messo li per quello !) , si vendicherebbero COMUNQUE al momento del voto contro coloro (i partiti che hanno dato la fiducia ) che hanno reso possibile l'assunzione di quei provvedimenti.
Insomma, non se ne esce teme Angelo Panibianco che infatti scrive così sul Corriere di oggi :

"Il copyright non è italiano ma è diventata ormai una specialità italiana. È la formula del «governo dei tecnici», sempre invocata nei momenti di difficoltà della democrazia parlamentare. Non è il semplice governo di minoranza, fondato sulla benevola astensione delle principali forze parlamentari, cui sovente fanno ricorso le democrazie. È qualcosa di più e di diverso. È il governo dei «competenti». Implica sfiducia nella democrazia rappresentativa. Il sottinteso è che i politici, i rappresentanti eletti, siano incompetenti, gente che sa fare solo disastri. Nell'ideale del governo dei tecnici si esprimono i sentimenti anti-politici delle élite. Se «mandiamoli tutti in galera» è lo slogan che meglio riassume i sentimenti anti-politici del popolo, «facciamo un governo dei tecnici» è il programma anti-politico delle élite.
La formula, che già Benedetto Croce, ai suoi tempi, aveva criticato con asprezza, torna oggi di attualità. Non poteva essere diversamente, stante le nostre tradizioni e il grave stato di salute della maggioranza berlusconiana. Possiamo identificare due categorie di sostenitori del governo dei tecnici. La prima è composta da quelli che vorrebbero sbarazzarsi di Berlusconi e sono alla ricerca di una qualunque risorsa che serva allo scopo. È stravagante che spesso gli stessi che oggi accarezzano l'idea di un governo dei tecnici si presentino, in altre fasi, come i paladini della democrazia parlamentare nella forma prescritta dalla Costituzione: è infatti difficile immaginare qualcosa di meno compatibile con la democrazia parlamentare del governo dei tecnici. Ma la loro posizione è comprensibile: lo scopo è politico (abbattere Berlusconi), i mezzi si equivalgono.
La seconda categoria è più interessante. È composta da coloro che pensano che oggi in Italia bisognerebbe fare certe cose e che i politici, proprio perché vincolati agli elettori da un rapporto di rappresentanza, non siano in grado di farle. Spesso si tratta di persone sinceramente preoccupate per il destino del Paese. Ritengono che l'Italia sia in una situazione di emergenza e che la democrazia rappresentativa non sia in grado di farvi fronte con i normali strumenti. Il governo dei tecnici è per costoro quella «breve vacanza» dalla, e della, politica, che può servire per rimettere le cose a posto. I «tecnici» hanno infatti questo vantaggio rispetto ai politici: non devono rendere conto agli elettori, non hanno il problema di essere rieletti, possono prendere decisioni in totale libertà. Il punto debole del ragionamento è che senza un accordo politico fra forze parlamentari, un tale governo non può essere insediato né, una volta insediato, può decidere alcunché. Si torna così alla casella di partenza: non importa il pedigree tecnico di chi governa, a metterci la faccia, a rischiare i voti, sono sempre le forze parlamentari.
Si tratti, che so?, di patrimoniale, o di qualunque altra misura impopolare si voglia immaginare, non c'è verso di evitare che siano i politici a rischiarci sopra le carriere.
Nelle situazioni di emergenza, ci dice l'esperienza storica, le democrazie ricorrono talvolta a soluzioni di emergenza. Questo sarebbe il nostro caso solo se l'Italia precipitasse in una crisi di tipo greco. Ma solo i più pessimisti tra gli esperti prevedono un esito simile. È possibile, e forse anche probabile, che questo governo non riesca a completare la legislatura. Ma in tal caso, c'è da scommettere, sarà ancora una normale soluzione politica quella che si troverà in Parlamento o nelle urne".
Probabilmente ha ragione l'illustre editorialista , però Roma era meglio.....

7 commenti:

  1. DA GIULIANA

    In questo frangente la soluzione sarebbe molto meno governo, non un dittatore con poteri assoluti...a meno che tu creda fermamente nell'omeopatia applicata alla politica (scientificamente folle, ma fideisticamente difficile da sradicare...)
    La sola cosa che avevano i romani migliore dei nostri governi è la possibilità per gli schiavi di affrancarsi, cosa che i nostri despoti oggi non permettono, anche se ci coccolano con la schiavitù part-time

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  2. Premesso che sulla idea altrettanto fideistica (al momento così appare) di "meno governo" io sono d'accordo...qui cara Giuliana è che mentre nella storia fenomeni come quelli provocatoriamente evocati da me (il "dittatore" a tempo, per cresi straordinarie) ci sono stati e non solo a Roma ma anche nella nostra amata Atene (mi riferisco a Pericle ovviamente) di questo mondo che si autoregola invece io non ho memoria. E leggendo le cronache di questi giorni, è vero che negli USA la minoranza del TEA PArty ha ottenuto una sostanziale vittoria sul fronte delle tasse, ma è altrettanto vero che le legioni degli "orfani" di Stato - quelli che al contrario di noi due lo vogliono altro che "magro" ! - stanno affilando le armi. Conclusione : la democrazia ha i suoi pregi ma anche grandissimi limiti e non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione. Questo gli antichi lo sapevano e quindi ogni tanto "sospendevano" le regole ordinarie e si affidavano al comando di un uomo che si riteneva avesse le qualità necessarie. Ovvio che qualche volta andava bene (io ovviamente ho citato i casi favorevoli :) , Cincinnato, Quinto Fabio Massimo, ma se ne potrebbe citare un altro opposto, che fu Silla) , altre no. Sono questi tempi "straordinari" ? Se si, allora una democrazia parlamentare come la nostra è del tutto inadeguata.

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  3. DA GIULIANA

    Meno governo = meno leggi e meno tasse dannose. Togli le leggi dannose e le tasse dannose, e almeno metà della popolazione si risolleva una volta libera di lavorare, muoversi, creare senza dover chiedere permesso e trascinarsi sulle spalle fardelli insopportabili!
    Io penso che ci sia una grande differenza tra decidere come condurre una guerra in atto o pretendere di pianificare l'economia...non sono due cose che si assomigliano. L'emergenza, se oggi c'è, è perchè è stata ed è tutt'ora creata dagli stati, con la pretesa di pianificazione, che hanno distrutto sia la produzione, sia la libertà, sia la possibilità degli scambi, sia la moneta. Se la metà degli italiani vuole più stato, e l'altra metà vuole meno stato, per quale ragione non ci si può separare, e progredire ciascuno con il proprio modello e la propria convinzione? Perchè dobbiamo pretendere di sottomettere una parte al volere dell'altra, sia pure alternando schiavi e padroni in un gioco anche economicamente sado maso? Siamo ancora capaci di pensare, o dobbiamo copia incollare dal passato? Non si tratta di scegliere il meno peggio, si tratta di essere in grado di immaginare il meglio! Anche se non esiste ancora. La grandezza dell'America dei Padri fondatori è stata proprio questo: hanno creato ciò che prima non c'era. Siamo capaci, non dico di realizzarlo subito, oggi, ma almeno di immaginarlo? Non credi che la libertà individuale di secedere, cioè rifiutare i servizi dello stato e le relative tasse, dovrebbe essere sacrosanto? Non sarebbe meglio vivere in comunità volontarie di simili, ciascuna delle quali vive con le proprie leggi e la propria forma, piuttosto che doverci scannare ogni giorno su ogni più infimo argomento perchè dobbiamo avere una legge uguale per tutti, unica e immutabile, valida per persone diversissime sotto ogni aspetto? Un conto è pensare che sia difficile la realizzazione, e questo è un fatto, un altro rifiutare di pensarci e auspicare il ritorno a metodi odiosi del passato, come una dittatura... Io non mi fido di uno che abbia potere assoluto di scegliere per me, insieme al monopolio dell'uso della forza: le probabilità che faccia la scelta "giusta" corrispondente ai miei desideri sono infinitesimali!

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  4. DA GIULIANA

    In questo frangente la soluzione sarebbe molto meno governo, non un dittatore con poteri assoluti...a meno che tu creda fermamente nell'omeopatia applicata alla politica (scientificamente folle, ma fideisticamente difficile da sradicare...)
    La sola cosa che avevano i romani migliore dei nostri governi è la possibilità per gli schiavi di affrancarsi, cosa che i nostri despoti oggi non permettono, anche se ci coccolano con la schiavitù part-time

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  5. Premesso che sulla idea altrettanto fideistica (al momento così appare) di "meno governo" io sono d'accordo...qui cara Giuliana è che mentre nella storia fenomeni come quelli provocatoriamente evocati da me (il "dittatore" a tempo, per cresi straordinarie) ci sono stati e non solo a Roma ma anche nella nostra amata Atene (mi riferisco a Pericle ovviamente) di questo mondo che si autoregola invece io non ho memoria. E leggendo le cronache di questi giorni, è vero che negli USA la minoranza del TEA PArty ha ottenuto una sostanziale vittoria sul fronte delle tasse, ma è altrettanto vero che le legioni degli "orfani" di Stato - quelli che al contrario di noi due lo vogliono altro che "magro" ! - stanno affilando le armi. Conclusione : la democrazia ha i suoi pregi ma anche grandissimi limiti e non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione. Questo gli antichi lo sapevano e quindi ogni tanto "sospendevano" le regole ordinarie e si affidavano al comando di un uomo che si riteneva avesse le qualità necessarie. Ovvio che qualche volta andava bene (io ovviamente ho citato i casi favorevoli :) , Cincinnato, Quinto Fabio Massimo, ma se ne potrebbe citare un altro opposto, che fu Silla) , altre no. Sono questi tempi "straordinari" ? Se si, allora una democrazia parlamentare come la nostra è del tutto inadeguata.

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  6. DA GIULIANA

    Stefano, leggiti qualcosa su http://www.polyarchy.org/ così, tanto per avere un po' di materiale su cui riflettere...
    Meno governo = meno leggi e meno tasse dannose. Togli le leggi dannose e le tasse dannose, e almeno metà della popolazione si risolleva una volta libera di lavorare, muoversi, creare senza dover chiedere permesso e trascinarsi sulle spalle fardelli insopportabili!
    Io penso che ci sia una grande differenza tra decidere come condurre una guerra in atto o pretendere di pianificare l'economia...non sono due cose che si assomigliano. L'emergenza, se oggi c'è, è perchè è stata ed è tutt'ora creata dagli stati, con la pretesa di pianificazione, che hanno distrutto sia la produzione, sia la libertà, sia la possibilità degli scambi, sia la moneta. Se la metà degli italiani vuole più stato, e l'altra metà vuole meno stato, per quale ragione non ci si può separare, e progredire ciascuno con il proprio modello e la propria convinzione? Perchè dobbiamo pretendere di sottomettere una parte al volere dell'altra, sia pure alternando schiavi e padroni in un gioco anche economicamente sado maso? Siamo ancora capaci di pensare, o dobbiamo copia incollare dal passato? Non si tratta di scegliere il meno peggio, si tratta di essere in grado di immaginare il meglio! Anche se non esiste ancora. La grandezza dell'America dei Padri fondatori è stata proprio questo: hanno creato ciò che prima non c'era. Siamo capaci, non dico di realizzarlo subito, oggi, ma almeno di immaginarlo? Non credi che la libertà individuale di secedere, cioè rifiutare i servizi dello stato e le relative tasse, dovrebbe essere sacrosanto? Non sarebbe meglio vivere in comunità volontarie di simili, ciascuna delle quali vive con le proprie leggi e la propria forma, piuttosto che doverci scannare ogni giorno su ogni più infimo argomento perchè dobbiamo avere una legge uguale per tutti, unica e immutabile, valida per persone diversissime sotto ogni aspetto? Un conto è pensare che sia difficile la realizzazione, e questo è un fatto, un altro rifiutare di pensarci e auspicare il ritorno a metodi odiosi del passato, come una dittatura... Io non mi fido di uno che abbia potere assoluto di scegliere per me, insieme al monopolio dell'uso della forza: le probabilità che faccia la scelta "giusta" corrispondente ai miei desideri sono infinitesimali!

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  7. Giuliana per fare quelli che hanno fatto i padri fondatori degli Stati Uniti hanno avuto bisogno 1) di una terra "vergine" e immensa 2) Fare una GUERRA . Questo per rimanere al tuo esempio. Io non auspico il ritorno al passato, figuriamoci se penso che sia recuperabile poi quello dell'antica Roma....Commentavo l'articolo di Panebianco e alla sua giusta evidenziazione che qualunque governo , "tecnico" o "di transizione" o "istituzionale" dovrebbe pur sempre passare per la fiducia dei partiti in parlamento che POI dovrebbero rendere conto del suo operato agli elettori (con le viltà consequenziali) , replicavo PROVOCATORIAMENTE con la soluzione antica romana (ma anche ateniese) di una dittatura " a tempo" (quindi ben diversa da quelle poi successive nella storia dell'uomo). Noi non riusciamo nemmeno a liberalizzare i taxi !!!!! figuriamoci quello che auspichi tu ( e, in misura un po' meno radicale, anch'io :) ).

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