mercoledì 19 ottobre 2011

I GRECI SCIOPERANO, NOI PURE. MANIFESTAZIONI "DURE". NOI PURE. SOLUZIONI ? ZERO. NOI PURE

Quando ho voglia di farmi male e vedere come saremo noi tra qualche mese, do un'occhiata alle notizie della Grecia. 
Che sia il nostro paese di ispirazione ormai lo dicono anche i guerrieri del sabato (quelli che lanciano estintori per spegnere gli incendi...) . No alle mammolette spagnole che fanno i campeggi all'aperto, si ai compagni greci che devastano.
I greci hanno un debito pubblico peggiore del nostro, un'economia debole, una crescita zero.
Come noi , peggio di noi dunque.
Vogliono vivere come persone benestanti, esattamente come noi. 
Come debba accadere sto miracolo nessuno di loro (di NOI) lo sa.
MA LORO LO CHIEDONO !
E per ottenerlo cosa fanno ? SCIOPERANO
Ma voi li presteresti dei soldi a persone così ?
Se non sono i vostri direste probabilmente di si (che ce vò ? )....ma immaginate che siano i VOSTRI !
Ma questo è il ragionamento dei tedeschi, a cui chiediamo soldi ( a loro e alla Francia....pare che siano gli unici in Europa che ce li hanno...ma paradossalmente se la Francia li desse minerebbe la sua solidità...se non li dà l'Europa affonda e in prospettiva anche loro...come dilemma non è male).
Noi non possiamo ragionare come i tedeschi, né abbiamo i dilemmi francesi, perché stiamo dall'altra parte del tavolo , in fila insieme ai greci ( e agli spagnoli, ai portoghesi, agli irlandesi). 
Noi siamo quelli che CHIEDONO.
Chiediamo soldi per continuare a pagare stipendi e servizi.
Ma se ci rispondono che per darci quei soldi noi dobbiamo CAMBIARE, ci INDIGNIAMO.
E scioperiamo, come la CGIL, la FIOM, il settore pubblico.
Come i GRECI ! Uguali.
E manifestiamo, e con l'occasione incendiamo e devastiamo quartieri.
Come i GRECI.
Bene, siccome siamo come loro, leggete quello che accadrà da qui a poco.
Non vi (ci)  piacerà.

Nuovo sciopero generale contro i tagli,
la Grecia si ferma per 48 ore

Medici, insegnanti, tassisti: moltissime le categorie coinvolte. E il Paese rischia di andare in tilt

Proteste ad Atene (Ap)
Proteste ad Atene (Ap)
MILANO - Nuovo sciopero generale nella Grecia piegata dalla crisi. Inizia mercoledì mattina uno stop di 48 ore per quella che si preannuncia come la maggiore protesta sociale da diversi anni a questa parte, rischiando di mandare in tilt il Paese. Lo sciopero avviene proprio nel momento in cui il parlamento si prepara a votare su nuove pesanti misure di austerità destinate a impedire ildefault.
LO STOP - Moltissime le categorie che aderiscono alla protesta. I controllori di volo si asterranno dal lavoro per almeno 12 ore - causando problemi e ritardi anche al traffico aereo internazionale -, chiusi musei e scuole, a casa i dipendenti pubblici, gli agenti del fisco, i medici, gli insegnanti, i marinai e i tassisti. Serrande abbassate per gli uffici, i negozi di alimentari e i distributori di benzina. Chiuse anche le edicole e sospesi i tg per lo sciopero dei giornalisti. Il Paese quindi dovrebbe restare paralizzato per due giorni interi, almeno nelle intenzioni dei due grandi sindacati del Paese, l'Adedy e il Gsee (che rappresentano rispettivamente i dipendenti pubblici e quelli privati).
Papandreu: «Serve responsabilità»
LE MISURE - Si tratta del quinto sciopero generale dall'inizio dell'anno, e il secondo di 48 ore dalla fine di giugno. Durante questo periodo, il parlamento greco ha preso in esame una nuova serie di misure di austerità il cui voto è atteso per giovedì, in vista dei vertici europei del fine settimana. Tra gli interventi più osteggiati dagli aderenti allo sciopero, l'annuncio del governo il mese scorso di nuovi pesantissimi tagli che prevedono la riduzione degli stipendi del 60 per cento a circa 30mila impiegati, per la durata di un anno.
LA POLITICA - Per cercare di ammorbidire i toni e favorire la pacificazione sociale, il premier socialista Papandreu avrebbe proposto ad Antonis Samaras, leader di Nea Dimocratia, il principale partito dell'opposizione in Grecia (di centrodestra), di andare insieme al vertice europeo di domenica a Bruxelles. Lo riferiscono fonti di stampa greche, secondo cui la proposta sarebbe un tentativo di Papandreu di convincere il leader dell'opposizione sulla necessità di un governo di unità nazionale.



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