lunedì 7 novembre 2011

BERLUSCONI E I RISTORANTI PIENI

Berlusconi ha perso la sua capacità di empatia, non è più l'efficace comunicatore che tutti, magari a denti strettissimi, ammettevano.
Del resto era difficile negarlo visto la carriera.
Il tocco magico però si è perso.
I motivi direi che sono endogeni ed esogeni.
Quelli interni, credo che possano essere individuati anche nel fattore tempo : sta per scoccare il 18 anno dell'era Berlusconi che peraltro era ben noto agli italiani da oltre 10 anni come inventore della TV commerciale su scala nazionale. 30 anni sulla scena....ebbe' alla fine ti stanchi ( e stanchi gli altri). Inoltre, a 75 anni , vissuti in maniera affatto pacifica, che subentri un appannamento ci sta eccome.
E poi, motivo esterno,  a noi italiani piacciono i vincenti si sa. E dalla primavera 2010, con l'uscita di Fini, tira un'aria molto brutta per il Berlusconismo. Aria di fine impero che si consumerà proprio nel mese dei morti...
Adesso anche una pasionaria come la Carlucci scappa dalla barca pericolosamente inclinata il che conferma sia la qualità del soggetto simil roditore sia l'errore di aver promosso così tanti lacche' .
Resta che il Berlusca se ne esce spesso come i dolori, e l'ultima esternazione  fuori tempo è quella relativa all'Italia che sta bene perché i ristoranti e gli aerei sono pieni...
Ma benedetto uomo, è da questa estate che ci tormenti con manovre finanziarie sempre più penalizzanti, hai aumentato l'IVA, hai messo il contributo di solidarietà sia pure limitandolo, per ora, al settore pubblico, hai scritto una letterina dove annunci una serie di tagli che non verranno fatti ma intanto li hai promessi...tutti a parlare di lacrime e sangue , a partire dai cari ministri, e poi te ne esci così?
Minimo minimo gli italiani s'incazzano e avranno la conferma che a questo punto CI SEI, non solo che ci fai.
PERO', premesso questo, che resta, qualcosa su cui riflettere un secondo di più c'è.
Sto leggendo l'ultimo libro di Giampaolo Pansa, "Eravamo poveri, torneremo poveri" (molto più bello in questo senso, nel raccontare l' Italia povera, è il libro "CANALE MUSSOLINI" vincitore del premio strega del 2010, autore Pennacchi). Non c'è scritto in fondo niente che le persone della mia età, 50 anni, non sappiano per averlo sentito raccontare da genitori e nonni nati , i primi, e adulti, i secondi, antecedentemente l'ultima guerra. L'Italia era un paese POVERO.
E lo è stata fino al 1960 , con il boom economico. Il nostro benessere è recente, dura da meno di 50 anni. Un NULLA,  per i tempi storici. Un fatto compiuto e irreversibile, nel nostro immaginario.
Appunto, si tratta di "immaginario".

Quando il nostro paese, negli anni 60-70 si industrializza e tramite stipendi e salari regolari inizia a consumare, sia pure a rate, le cose cambiano e gli italiani iniziano a diventare proprietari di "cose".
Però negli anni 70 ancora c'erano le seconde visioni al cinema, e non certo le multi sala luccicanti.
Indubbiamente i ristoranti non erano i momenti conviviali di oggi, dove quasi nessuno invita più a casa perché poi tocca rimettere a posto...per cui ci si andava nelle ricorrenze familiari e non come must del we.
E viaggiare in aeroplano faceva status, mentre adesso è un mezzo di trasporto come un altro.
Tutto questo, dal 2008, anno del fallimento Lemhan Brothers non è scomparso, inghiottito dalla crisi.
E quando Rizzo, sul Corsera, in perenne polemica, cita i numeri della crisi in realtà non sconfessa del tutto il dato perché dire che in questo ultimo semestre, in pieno panico borsistico, i dati del turismo, dei voli, dei locali indicano una domanda pari a più del 70% della offerta, ebbe' non è proprio un disastro. Perché quel 70% equivale ancora al 700% della domanda degli anni 70.
E se una città si blocca perché 5000 romani danno l'assalto non ai forni del pane ma a Trony...vuol dire che per il baratro manca ancora un po'.
Secondo me la riflessione dovrebbe essere un'altra ed è di FUTURO.
Gli italiani, nel PRESENTE, grazie al risparmio, all'evasione ( si all'evasione), alle pensioni a gente di 50 anni che ovviamente ancora lavora e intanto ha questa rendita assicurata, al sistema retributivo,  che corrisponde l'equivalente (quasi) dell'ultimo stipendio percepito, a posti di lavoro inventati a prescindere dalla produttività,  riescono per il momento a mantenere grosso modo il tenore di vita a cui si sono abituati. Non tutti, ovviamente, ma direi quel 70% che continua ad andare al ristorante e a salire sugli aerei.
MA QUANTO DURERA'?
A sentire tanti economisti e osservatori, poco perché moltissimo di quel benessere è pagato coi DEBITI e pare che si faccia fatica crescente a farseli rinnovare.
Berlusconi, uomo nato nel 1936 non dimentichiamolo ha ben presente l'Italia di ieri e indubitabilmente questa è infinitamente più ricca.
Solo che vorrebbe rimanerlo, e questo probabilmente non si può.
Invece di farci credere che possiamo, un capo di Stato dovrebbe indicare la linea del possibile e convincerci a lavorare uniti per quella.

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