giovedì 12 gennaio 2012

LA CORTE GLI BOCCIA IL REFERENDUM E DI PIETRO PERDE LA BROCCA


La Corte Costituzionale boccia il referendum elettorale proposto da Di Pietro e il capo della IDV s'incazza come una iena.
"VOTO POLITICO" definisce quello della Corte, fatto per fare un favore al Capo dello Stato.
Capirai!!! Permaloso com'è Napolitano, la risposta è arrivata a stretto giro: "INSINUAZIONE   VOLGARE, DEL TUTTO GRATUITA E CHE DENOTA GRAVE SCORRETTEZZA ISTITUZIONALE".
Ma del resto DI Pietro non ha mai avuto simpatia per il Presidente della Repubblica.
Gli chiedeva di sciogliere le camere per mandare a casa Berlusconi, e quello giustamente gli rispondeva picche in considerazione che il premier aveva la maggioranza numerica.
Ha chiesto il voto quando Berlusconi a novembre si è arreso e si è dimesso, e Napolitano gli ha messo Monti.
Ha chiesto che super Mario durasse fino a primavera , il tempo di fare la nuova legge elettorale e votare, e ha capito che, fosse per Giorgione, Monti se lo dovrebbe tenere a vita ma siccome non si può, almeno fino al 2013 , data di scioglimento naturale delle camere votate nel 2008.
Sperava con il referendum di uscire dall'angoletto in cui è finito con il governo tecnico e la supermaggioranza che più o meno coartata lo sostiene, ed ecco che la Corte Costituzionale lo frega.
Ora, confesso, vedere livido di rabbia Di Pietro a me una certa goduria la dà, oltretutto gli ricordo di come lui e la sua parte abbiano nel recente passato ampiamente fruito di altri voti evidentemente politici della Corte.
Oggi si accorge che questo organo, così male selezionato, è più che evidentemente politicizzato (la controprova è che si prevedono sempre con esattezza i voti che risulteranno, conoscendo la "provenienza" d'area dei vari giudici...non saprei dire se è più triste o vergognoso)  SOLO perchè la campana "suona per lui".
Ebbé Tonino, a chi tocca non s'ingrugna...non lo dicono dalle tue parti?
Angelo Panebianco, professore, politologo e grande giornalista, solo 4 giorni fa prevedeva un esito diverso in quanto riteneva assolutamente ammissibili i quesiti invece oggi bocciati.
Così scriveva nel suo editoriale sul Corrierone:

"In punto di diritto non sembrerebbero esserci ostacoli alla ammissibilità. Così sostiene il manifesto firmato pochi giorni fa da 111 costituzionalisti, che rappresentano la schiacciante maggioranza dei titolari di cattedra di diritto costituzionale e di diritto pubblico.
Coloro che temono il referendum, e pertanto si augurano che la Corte dichiari la non ammissibilità del quesito, hanno messo in circolazione due argomenti di cui è facile constatare la fragilità. Il primo è quello secondo cui, se la Corte si pronunciasse per l’ammissibilità e gli italiani votassero l’abrogazione della legge elettorale in vigore, ne verrebbe fuori un vuoto legislativo, ci troveremmo senza legge elettorale. È falso. Sarebbe come dire che se nel 1974 gli avversari del divorzio avessero vinto il referendum abrogativo, non avremmo più avuto un matrimonio regolato per legge, ci saremmo ritrovati nella Repubblica del libero amore. Naturalmente no (per fortuna o per sfortuna). Se fosse stata cancellata la legge istitutiva del divorzio ne sarebbe automaticamente seguito il ripristino della legge precedente. Punto e basta. E così accadrebbe anche se gli italiani scegliessero di abrogare l’attuale legge elettorale.
Il secondo argomento inconsistente riguarda la presunta destabilizzazione del quadro politico (del governo Monti) che si produrrebbe nel caso la Corte dichiarasse il referendum ammissibile: i partiti, così si dice, piuttosto che affrontare il referendum, manderebbero a gambe all’aria il governo e porterebbero subito il Paese alle elezioni anticipate. Neppure questa tesi sta in piedi e non importa se viene sostenuta da tanti: una sciocchezza non cessa di essere tale solo perché continuamente ripetuta"
111 costituzionalisti non mi sembrano pochi...a voi? 
E invece la Corte ha deciso diversamente...è la certezza del diritto Tonì!
Adesso , l'hanno già detto in diversi ( Bersani, Maroni) toccherà al Parlamento tirare fuori una riforma, anche perché la Corte ha dichiarato si inammissibile il referendum però ha anche mosso delle critiche alla legge attuale. Ma la pistola carica in cui DI Pietro sperava sul tavolo non c'è più.
E so' brutte cose Tonino mio....

Stefano Turchetti ha condiviso un link.

video.corriere.it
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