mercoledì 8 febbraio 2012

GIOVANNI RASERO: UN ANNO DI CARCERE, 26 DI CONDANNA, ASSOLTO IN APPELLO. TANTO PAGA LO STATO.

A me non piace un granché la cronaca. Compresa quella giudiziaria, che ritengo sia scritta anche peggio di quella normale, dove le imprecisioni sono più numerose e anche più "gravi" per l'impatto che hanno (vedi il caso recente dello stupro di gruppo.... http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/02/giulia-bongiorno-fu-vera-fama-magari-no.html ) sulla pubblica opinione.
Però siccome il Camerlengo dall'origine partecipa nel suo piccolo alla battaglia per il garantismo , per il rispetto della presunzione d'innocenza e della sacralità della libertà dell'individuo (artt. 3, 13 e 27 della Costituzione per gli adoratori della Sacra Carta ), ogni volta che mi cadono gli occhi su un'assoluzione preceduta da una detenzione che a quel punto si rivela ingiusta, non posso fare a meno di dargli risalto.
In questo caso l'imputato, Giovanni Antonio Rasero, era stato condannato per l'omicidio di un bambino, il figlio della sua ex compagna alla pena di 26 anni. Nonostante la pena non fosse definitiva, pendeva l'appello, Rasero era in carcere dal gennaio 2011. Se non ci saranno modifiche in Cassazione, lo Stato Italiano dovrà pagare l'ingiusta detenzione , cosa che avviene ormai in un numero inusitato di casi, tanto da meritarci sanzioni da parte della solita Corte di Giustizia Europea.
Spulciando qua e là mi sono imbattuto nell'articolo di G. Abate del Corriere del Mezzogiorno che postava così :
Qualcuno che sbaglia, in questa storia, dev'esserci per forza. O chi decide che un tizio debba stare in carcere, o chi poi lo manda assolto con tante scuse. Chiunque sia a commettere l'errore, i numeri sono da brividi. E raccontano di 497 «procedimenti di riparazione per ingiusta detenzione» pendenti presso la corte d'appello di Napoli, 335 iscritti nel solo anno 2007 (ultimo dato disponibile del ministero della Giustizia prima di quelli che verranno resi noti all'inaugurazione dell'anno giudiziario). Un'enormità. E, tanto per capire quanto sia alta la cifra, basti pensare che per arrivare al totale di Napoli si devono sommare tutti, ma proprio tutti, i procedimenti pendenti presso le corti d'appello di Roma, Milano, Torino, Palermo, Firenze, Genova, Catania, Bologna, Potenza, Cagliari e Trento. Le stesse Bari e Catanzaro - che pure hanno numeri record sono ben staccate nella classifica degli «arresti sbagliati»: 382 i procedimenti pendenti nella prima corte d'appello, 246 nella seconda. Calcolando il dato complessivo nella regione (il distretto di corte d'appello di Salerno ha 42 procedimenti pendenti, 37 iscritti nel 2007), si scopre che in Campania 372 persone in un anno hanno lamentato di essere state arrestate (e detenute) ingiustamente.
Una media di una e passa al giorno. Domeniche, Natale, Pasqua e Ferragosto compresi.    
 Non sono belle cose.

Ecco la notizia di cronaca da cui siamo partiti

CORTE DI ASSISE DI GENOVA
Morte del piccolo Alessandro, Rasero assolto in appello torna in libertà
L'uomo era stato condannato a 26 anni in primo grado. Resta indagata la madre
Giovanni Antonio Rasero nel 2010 (Ansa)
Giovanni Antonio Rasero nel 2010 (Ansa)
Giovanni Antonio Rasero, il broker di 32 anni condannato in primo grado a 26 anni per l'omicidio del piccolo Alessandro Mathas, 8 mesi, è stato assolto in Appello dalla Corte d'Assise di Genova per «non aver commesso il fatto».
SCARCERAZIONE IMMEDIATA - L'assoluzione di Rasero è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio. I giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno disposto la scarcerazione immediata del giovane broker, in carcere dal gennaio dello scorso anno. «È la fine di un incubo». In primo grado era stato ritenuto colpevole della morte di Alessandro Mathas, il figlio di otto mesi della sua ex compagna, Katerina Mathas, ucciso in un residence di Genova Nervi nella notte tra il 15 e il 16 marzo 2010. La Procura generale aveva chiesto l'ergastolo, per il broker assicurativo, difeso dagli avvocati Andrea Vernazza e Luigi Chiappero. «Sono innocente», ha detto l'imputato in Aula prima che i giudici si ritirassero per decidere. E ancora: «Non avrei mai potuto uccidere un bambino, con o senza cocaina. Avrò commesso molti errori, avrò sbagliato nell'approccio alla cocaina, ma sono innocente. Lo ripeto per l'ennesima volta», aveva detto l'imputato al termine delle repliche degli avvocati.      
LE REAZIONI - «Sono allibita da questa sentenza». Così Katerina Mathas ha commentato ad alta voce di fronte ai suoi avvocato la sentenza. Mentre il procuratore capo facente funzioni di Genova, Vincenzo Scolastico, che due anni fa ha coordinato insieme al pm Marco Ayroldi le indagini sull'omicidio del piccolo Alessandro Mathas ha dichiarato «Aspetteremo le motivazioni della sentenza per valutare cosa fare nei confronti di Katerina Mathas».
L'EX COMPAGNA - I giudici dell'assise avevano condannato il broker genovese in concorso con la donna, di fatto rigettando la linea dell'accusa. Dalla pubblicazione della sentenza su Katerina Mathas pende una doppia imputazione di abbandono di minore e omicidio volontario. La madre del piccolo resta dunque indagata per la morte del figlio.

2 commenti:

  1. prima cosa inaccettabile: un giudice che assolve un assassino. seconda cosa inammissibile: lo Stato che deve pagare per ingiusta detenzione. e poi tutto va a rotoli....

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  2. Gentile Nora, una domanda.
    Tra un giudice che assolve un assassino, ed uno che condanna un innocente, Lei cosa considera più inaccettabile ?

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